Qualcuno sta perdendo la testa: altro che corsi antistupro per asilanti “non cogniti della morale sessuale occidentale”
E’ proprio vero che non c’è limite al peggio. In Norvegia le autorità hanno deciso che i sedicenti asilanti frequenteranno dei corsi di morale sessuale. L’obiettivo sarebbe quello di limitare gli stupri di donne occidentali da parte dei migranti economici. Ai presunti rifugiati dovrebbe dunque venire insegnato, a spese del contribuente, che donna in minigonna non si significa “la do a tutti”, che un “no” vuole dire “no”, eccetera.
Ma come: i migranti (a grande maggioranza giovani uomini soli, con vestiti alla moda e telefonini a go-go) non dovevano essere dei poveri perseguitati in fuga da paesi in guerra? Adesso invece scopriamo che si tratta di giovani uomini “non cogniti della morale sessuale occidentale”: che, tradotto dal politikamente korretto significa, semplicemente, “infoiati”.

Prescrizioni sull’abbigliamento
Nelle scorse settimane in Germania alle studentesse di una scuola sita nei pressi di un centro asilanti la direzione ha detto di vestirsi in modo castigato onde non “provocare” gli ospiti del centro. E’ evidente che si tratta di due facce della stessa medaglia: i corsi antistupro per finti asilanti vanno di pari passo con le prescrizioni vestimentarie per le giovani donne europee. Sono misure complementari. Perché è logico, nevvero sostenitori del multikulti, che non si devono provocare inutilmente giovanotti “provenienti da altre culture” e “non cogniti della morale sessuale occidentale” (=infoiati): o sfrontata donna europea, non te l’ha mica ordinato il medico di girare con scollature e cosce in mostra.

Altrettanto chiaro è il passo successivo: “hai voluto mettere lo stesso la minigonna e sei stata aggredita sessualmente da un asilante “non cognito della morale sessuale occidentale”? La colpa non è certo sua, poverino: lui viene da “altre culture”. Non conosce le nostre usanze. (Però, stranamente, il nostro stato sociale lo conosce benissimo). Colpa tua, te la sei andata a cercare”. Aggiunta successiva: “e non fare tante storie che in fondo ti sei pure divertita”.

Dov’è l’indignazione?
A questo punto ci si aspetterebbe un’ondata di doverosa indignazione, per lo meno da parte delle donne in politica. Dove sono finite le femministe? Quelle che bruciavano i reggiseni in piazza? Zero! Silenzio! Citus mutus! “Dobbiamo aprirci”!

Eppure, se dal pulpito di una parrocchia di campagna, un qualsiasi prelato cattolico avesse predicato contro la minigonna, gli strilli di protesta si sarebbero immediatamente levati fino al cielo: vergogna! Oscurantismo! Beceri bigotti! Retrogradi! Qui ci sono delle laicissime autorità statali che percorrono la stessa strada. E questo perché? Perché noi occidentali dobbiamo adeguarci ai costumi di fiumane di migranti economici (non loro ai nostri). Eppure, davanti a questo oscurantismo, gli spalancatori – e soprattutto le spalancatrici – di frontiere politikamente korretti rimangono muti come tombe. Dov’è la difesa della libertà della donna, conquistata a caro prezzo? Ci si indigna solo con i “nostri”? Il multikulti ha obnubilato le facoltà mentali?

Emuli
E purtroppo c’è anche di peggio del silenzio omertoso: l’emulazione. Infatti tale kompagna Silvia Schenker, consigliera nazionale P$, ha avuto la bella iniziativa di dichiarare che le lezioni antistupro norvegesi vanno introdotte anche in Svizzera. Ma complimenti! Tanto per inquadrare il personaggio, diciamo che Schenker era tra quelle che dal pulpito della Camera del popolo starnazzavano contro il divieto di burqa votato dai ticinesi, cui voleva rifiutare la garanzia costituzionale (anche davanti alla sentenza della CEDU che ha dato il proprio benestare al divieto francese). Allo stesso modo, la signora puntualmente starnazza contro ogni seppur minimo giro di vite in materia d’asilo.
Ecco quindi dove vogliono andare a parare i nostrani spalancatori di frontiere: NO al divieto di burqa, non sia mai che un domani il multikulturalismo ci porti a suggerire il velo integrale anche alle nostre donne tanto per non provocare migranti economici “non cogniti della morale sessuale occidentale” – ovvero: infoiati -; e chi non segue il consiglio, se ne assumerà le conseguenze.

Chiudere le frontiere
Eh no, signori e signore, non ci siamo proprio. Altro che corsi antistupro per i sedicenti asilanti (corsi che naturalmente costituiscono interessanti opportunità di lavoro per professionisti targati P$, nevvero?; e intanto il contribuente paga, e paga sempre di più, perché ci sono nuovi presunti “bisogni” da soddisfare). Altro che limitazioni vestimentarie per le donne occidentali in casa nostra. Bisogna fermare il flusso scriteriato di migranti economici che non sono affatto perseguitati e che abusano massicciamente del diritto d’asilo (il cui scopo è protezione e non immigrazione di massa).
I deliranti proclami dell’ “Anghela” Merkel hanno fatto saltare per aria la Germania, a partire dalla Baviera. E hanno provocato un disastro in tutta Europa. La Svizzera deve rifiutarsi di partecipare a programmi di ridistribuzione del danno causato dall’ “Anghela” e soci. La Svizzera deve chiudere le frontiere. E gli asilanti vanno collocati in centri posti in zone isolate, vedi Lucomagno, dove non c’è necessità di corsi antistupro.

I casi della vita…
Certo che è strano: si viene a dire che questi migranti economici non conoscerebbero la morale sessuale occidentale. Eppure molti di loro dispongono di iphone come se piovesse, come pure di vestiti e scarpe alla moda. Inoltre, sulle possibilità di ottenere soldi pubblici nella vecchia Europa sono perfettamente informati. L’unica cosa che non conoscono dell’Occidente sarebbe la “morale sessuale”? Ma chi crediamo di prendere per i fondelli?
Lorenzo Quadri