A 30 anni dal NO alle SEE, il popolo è di nuovo chiamato a salvare la Svizzera

Sono passati trent’anni giusti dal NO all’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo (SEE). Quel lontano 6 dicembre 1992 il popolo elvetico scrisse un’importante pagina di storia. La Lega (nata da poco) ed il Mattino furono determinanti per il voto ticinese, che a sua volta risultò decisivo a livello nazionale. La partitocrazia e la stampa di regime erano invece schierate sul fronte del Sì: vennero clamorosamente asfaltate. Ci furono politicanti che, la sera del voto, sbroccarono contro il popolo bestia “che vota sbagliato”, minacciandolo con previsioni apocalittiche.

A trent’anni di distanza si può invece affermare con certezza che a “votare sbagliato” fu, per l’ennesima volta, la partitocrazia. La decisione popolare, al contrario, risultò provvidenziale per la salvezza della Svizzera: della sua sovranità, della sua indipendenza, della sua democrazia diretta. Senza quel NO, tutto questo non esisterebbe più. E sapremmo chi ringraziare!

Oggi, a trent’anni esatti da quella data storica, il popolo elvetico è di nuovo chiamato a salvare la Svizzera dalla partitocrazia sfascista che la vuole mandare al macero. Inserito in questo giornale trovate il formulario di raccolta firme per l’iniziativa popolare federale “Sì alla neutralità”.  La neutralità è uno dei capisaldi del nostro Paese; ma la casta, asservita ai balivi di Bruxelles e Washington, la sta rottamando senza remore.

Firmate tutti l’iniziativa per la neutralità! Diamo un’altra lezione alla partitocrazia eurolecchina, sempre più avulsa dalla realtà dei cittadini e sempre più lontana dalla volontà popolare! Facciamo il bis di quello storico 6 dicembre!

Lorenzo Quadri

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