A $inistra vanno fuori di cranio: c’è chi vuole dimezzare il diritto di voto agli anziani

Proprio vero che alle proposte idiote non c’è limite. E l’ultima, partorita di recente dalla Consigliera di Stato zurighese Jacqueline Fehr, guarda caso P$, è di quelle da manuale. Secondo l’ illuminato parere di questa signora, il voto delle persone tra i 18 ed i 40 anni dovrebbe valere doppio, quello dei cittadini tra i 40 ed i 65 dovrebbe contare 1.5, e quello degli over 65 varrebbe invece solo uno.

In sostanza, dunque, il voto dei giovani conta doppio. O piuttosto: quello degli anziani conta la metà.

“Solidarietà intergenerazionale”

Da un lato, sortite di questo genere non possono che essere benvenute. Se queste sono le proposte delle menti pensanti del P$$, la cabina telefonica come sala riunioni plenaria è una prospettiva sempre più vicina. A meno che per la Signora Fehr – che tra l’altro si esprime contro il suo interesse diretto, perché lei giovane non lo è più da un pezzo – valga il principio del “bene o male, basta che si parli”. Se invece pensa veramente quello che propone, c’è davvero di che preoccuparsi.

In sostanza la kompagna Fehr, esponente di quel partito che dalle nostre parti ha scelto per motto il pomposo “per tutti, senza privilegi” vuole discriminare le persone anziane. E poi lo stesso partito ha il coraggio di sciacquarsi la bocca con concetti politikamente korrettissimi quali la “solidarietà intergenerazionale”?

Ma del resto a $inistra le contraddizioni tra enunciazioni e realtà abbondano. Ad esempio, i kompagni inneggiano al “valore della diversità” e poi, davanti a posizioni diverse dalle loro, si mettono a strillare alla xenofobia, al fascismo, al razzismo eccetera. Perché questi autocertificati “tolleranti” si dimostrano, nei fatti, di un’intolleranza talebana.

Vivere a lungo?

Di profilo bassissimo l’argomentazione con cui la kompagna Fehr tenta di dare un senso alla sua proposta che, più che shock, è semplicemente sciocca. “I giovani devono vivere a lungo con le conseguenze delle decisioni politiche”. Ma complimenti, questa donna è un genio! Poiché (toccando ferro) non c’è alcuna garanzia che chi è giovane diventi anche vecchio e quindi “viva a lungo con le conseguenze delle decisioni politiche”, che si fa? Cominciamo a togliere il diritto di voto a chi soffre di qualche malattia seria visto che “non si sa mai”? E chi ha comportamenti  “a rischio”? Voto dimezzato per i fumatori? Per gli obesi? Per chi pratica sport estremi? Per i depressi? Facciamo un bell’elettrocardiogramma fuori dai seggi e chi non rientra entro certi parametri lo rimandiamo a casa poiché la sua longevità potrebbe non essere garantita (ah no, c’è il voto per corrispondenza…)? E come la mettiamo con gli automobilisti e motociclisti, bersaglio preferito della cricca ro$$o-verde? Visto che potrebbero morire in un qualche incidente, riduciamo il valore del voto di una percentuale, magari calcolata in base ai chilometri annui percorsi (più chilometri percorsi = maggior rischio incidenti mortali)? E quelli che vanno in vacanza nelle capitali europee e di conseguenza potrebbero rimanere vittima di attentati dell’Isis e quindi “non  vivere a lungo con le conseguenze delle decisioni politiche”? Voto amputato anche per loro?

Anziani nel mirino perché votano “sbagliato”

Poiché vogliamo far credito alla non più giovane signora Fehr di non aver sparato la bestialità del voto in base all’età come operazione  per ottenere visibilità fine a sé stessa, e vogliamo anche sperare che una Consigliera di Stato zurighese, con lunga esperienza politica in Consiglio nazionale, non  possa ritenere sul serio che la giustificazione da lei fornita stia in piedi, il motivo della proposta può essere uno solo. Ossia che la kompagna, magari sulla scorta di qualche indagine post voto del piffero (tutta da verificare) ritiene che i giovani votino “giusto”. Vale a dire, che votino per le frontiere spalancate, per la svendita della Svizzera all’UE, per accogliere finti asilanti a go-go, eccetera. Ecco dunque il livello della nostra $inistruccia. Dato che ai kompagnuzzi la democrazia fa schifo, poiché sempre più spesso il risultato delle urne non è quello da loro auspicato, petendono di cambiare le regole del gioco a seconda della loro convenienza. Strillare alla “votazione da rifare” o pretendere di dimezzare il diritto di voto a chi “vota sbagliato” – perché di questo si tratta – è la stessa identica cosa. Insomma, gli anziani vanno marginalizzati non per l’età, ma perché non votano secondo le direttive della $inistruccia rottamatrice della Svizzera. Ma questi kompagni non si vergognano proprio mai?

La seppia

Per spiegare la pagliacciata della ministra del P$ zurighese c’è  però anche una terza opzione: quella della seppia. Si sbatte in giro inchiostro per distogliere l’attenzione. Nel caso concreto: la Fehr in quel di Zurigo è ministra di Giustizia. Come tale, si trova sottotiro per l’omicidio avvenuto il 30 giugno in pieno giorno a Seefeld. Autore: un pericoloso detenuto scomparso durante un congedo non accompagnato.  Tra l’altro la fuga è avvenuta il 23 giugno, ma è stata tenuta segreta.

Ecco, kompagna Fehr: magari, invece di sproloquiare sulla limitazione dei diritti civili agli anziani, potresti spiegare perché ad un detenuto notoriamente pericoloso vengono concessi congedi non accompagnati, e come mai  i cittadini non vengono informati quando uno di questi criminali fa perdere le proprie tracce e diventa uccel di bosco.

E se votassimo in base al censo?

Comunque, visto che a taluni kompagni il principio “un cittadino, un voto” sta stretto, proponiamo al P$$ la seguente variante del concetto Fehr: poiché chi non paga le tasse non deve far fronte alle conseguenze finanziarie delle sue decisioni, cominciamo col togliergli il diritto di voto. Si chiama “voto in base al censo” ed esisteva già tanti anni fa. E’ esattamente lo stesso tipo di proposta che fa la kompagna Fehr; cambia solo il criterio in base al quale si discrimina: da una parte l’età, dall’altra il borsello. E discriminare sul borsello è più democratico, poiché chi è povero un domani potrebbe migliorare la propria condizione economica, mentre chi è vecchio non diventerà mai giovane (a meno di credere nella reincarnazione, ma questa è un’altra storia). Cosa ve ne pare, kompagni? Affare fatto?

Lorenzo Quadri