Confermato quanto già scritto dal Mattino nei mesi scorsi
Ma guarda un po’: “en passant” si apprende che attualmente l’80% dei detenuti presso il penitenziario cantonale della Stampa sono stranieri. Una percentuale che, se si considera anche il carcere giudiziario de La Farera, sale allegramente al 90%.
Queste cifre, il Mattino le aveva già anticipate alcune settimane fa, pubblicando i dati relativi all’anno 2012, forniti dal Consiglio di Stato nella risposta ad un atto parlamentare del deputato leghista Massimiliano Robbiani.
Quindi l’80% dei circa 130 detenuti della Stampa è straniera. Nel 2012 (ultimo dato ufficiale) le giornate di carcerazione di cittadini stranieri sono state 52mila. Secondo le cifre fornite dal Cantone, una giornata di detenzione alla Stampa costa al contribuente 323 franchi. Quindi più di una giornata in un grand hotel. A questo punto i conti della serva sono presto fatti: 323 Fr per 52mila giornate fa 17,16 milioni di Fr.
I delinquenti stranieri alla Stampa costano quindi al contribuente ticinese circa 20 milioni di Fr all’anno. Dunque, si tagliano i sussidi di cassa malati per 14 milioni di Fr, ma si spendono 20 milioni per alloggiare i criminali stranieri alla Stampa! E parliamo solo della spesa netta, senza contare le paccate di milioni spese per costruire le strutture carcerarie.
Da notare che la cifra è pure corretta al ribasso, dal momento che il numero dei detenuti stranieri aumenta in continuazione, mentre in proporzione quello degli svizzeri diminuisce.
Nel 2011 su 59mila giornate di carcerazione in totale, 13mila erano di svizzeri e 46mila di stranieri. Nel 2012, per contro, le giornate di carcerazione sono state 62mila di cui 10’500 di detenuti svizzeri e 51’500 di stranieri.
Da notare pure che questo 80% di detenuti stranieri proviene anche da etnie in guerra tra loro e crea quindi problemi di gestione al personale carcerario, con i relativi costi. Ecco cosa ci si guadagna ad essere multikulturali, ad “aprirsi”, perché guai a passare per populisti e razzisti!
Aperture scriteriate
Quindi, per l’ennesimo utilizzo costruttivo del denaro del contribuente possiamo ringraziare la politica scriteriata delle frontiere spalancate, voluta dai partiti $torici – quelli che adesso tentano maldestramente di fare il salto della quaglia ed invocano la chiusura dei valichi di confine dopo l’ultima serie di rapine nel Mendrisiotto – grazie alla quale ci siamo riempiti di feccia proveniente dai quattro angoli del globo.
Il Consiglio federale, nell’ambito delle trattative sugli Accordi bilaterali, ha accettato di svendere l’occupazione e la sicurezza degli svizzeri ed in particolare dei ticinesi, esposti senza alcuna protezione all’invasione da sud, ad opera sia di cercatori d’impiego che di delinquenti. Però non ha avuto gli attributi di imporre, che, come minimo, la devastante libera circolazione delle persone prevedesse l’obbligo per il paese UE d’origine di far scontare in patria le pene irrogate ai propri galeotti che delinquono in Svizzera. E’ infatti lampante che il cittadino straniero che non solo commette reati in Svizzera ma finisce addirittura in carcere deve venire espulso dal nostro paese. Soprattutto considerando che, nell’attuale regime buonista e politikamente korretto, solo gli automobilisti vengono perseguitati con fare inquisitorio, mentre i delinquenti rimangono a piede libero. Per andare in prigione bisogna quindi averla combinata bella grossa.
Menu non abbastanza lussuoso
E non è ancora finita. Non solo l’80% dei detenuti della Stampa sono stranieri, ma questi stranieri hanno ancora la tolla di lamentarsi per il trattamento all’”hotel Stampa”, che di sicuro non assomiglia, ma nemmeno lontanamente, alle prigioni dei paesi di provenienza di questi bellimbusti.
Nei giorni scorsi infatti un gruppo di detenuti – dalla composizione della popolazione carceraria si desume che siano quasi tutti stranieri – ha avuto l’alzata d’ingegno di protestare contro il vitto della Stampa. Infatti il Dipartimento delle Istituzioni quale giustissima misura di risparmio ha deciso di ridurre l’impiego di carne nei pasti.
Carne tutti giorni
Qui occorre aprire un altro promemoria. Negli scorsi mesi da queste colonne abbiamo pubblicato alcuni menu della Stampa (vedi a lato). Sembrano quelli di un ristorante non diciamo di lusso, ma certamente di buon livello. La carne vi figura tutti i giorni, quando non addirittura più volte al giorno. Ci sono tanti onesti cittadini ticinesi che la carne se la possono permettere un paio di volte alla settimana! Ci sarebbe poi mancato altro che si tagliassero i sussidi di cassa malati ma si continuasse a servire carne più volte al giorno ai detenuti stranieri della Stampa i quali, sia detto per inciso, possono pure scegliere i menu per vegetariani o per musulmani.
Quindi le forniture di carne e di uova fresche sono state giustamente decurtate (bravo Norman Gobbi!) e i detenuti quasi tutti stranieri hanno pensato bene di insorgere. Intendiamoci: se vogliono fare lo sciopero della fame, sono liberissimi…
Ci vuole già una bella faccia di bronzo a venire in Svizzera come ospiti, a ringraziare per l’ospitalità ricevuta delinquendo, e poi ad avere ancora da ridire sul trattamento carcerario non sufficientemente lussuoso! Se a lorsignori non va bene il menu della Stampa, non dovevano delinquere. Non ci pare un ragionamento poi così difficile.
Il 9 febbraio…
Ricordiamoci bene una cosa: situazioni come quelle sopra descritte, che gridano vendetta, sono l’ennesimo frutto di una politica migratoria scriteriata. Pensiamoci bene il 9 febbraio votando sull’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”!
Lorenzo Quadri