Quali sono state le ultime strabilianti dichiarazioni della kompagna Simonetta Sommaruga? Che dobbiamo (?) aiutare ancora di più l’Italia a gestire il caos asilo? Evidentemente “dobbiamo” aiutarla a titolo del tutto volontario, senza avere alcun obbligo in questo senso. Non sia mai che gli svizzerotti non facciano i primi della classe quando si tratta di dare l’esempio nel farsi carico di finti rifugiati che spettano ad altri.
Sommaruga promette
Sicché la kompagna Sommaruga di recente è andata a Roma a promettere all’Italia il nostro (ulteriore) aiuto. Su autorizzazione di chi abbia fatto tale promessa, non è dato di sapere. Tanto più che la stessa Simonetta nel recente passato ha raccontato ai cittadini elvetici la storiella di aver proposto una “riforma” dell’asilo di tipo restrittivo. Così restrittiva che, a difenderla in votazione popolare, sono scesi in campo proprio gli spalancatori di frontiere.
Fare i primi della classe andando a promettere soccorsi non obbligatori e nemmeno richiesti, che naturalmente si traducono nella presa a carico da parte nostra di un numero sempre maggiore di migranti economici che in realtà spettano ad altri, non sembra proprio rientrare nell’ordine di una politica d’asilo “più restrittiva”. Semmai si iscrive nel notorio motto $inistrorso del “devono entrare tutti”.
In Spagna…
Fatto sta che la ministra di giustizia è andata nel Belpaese a lodarlo per il lavoro fatto sul caos asilo, ed a promettere collaborazioni ed aiuti. Chissà se le è passato dall’anticamera del cervello di far notare che lo scorso anno in Spagna sono arrivanti solo 18mila finti rifugiati perché la Spagna riporta in Africa le imbarcazioni con a bordo i clandestini, mentre l’Italia lascia spalancata la rotta mediterranea, con tutte le conseguenze del caso anche per noi?
Il nuovo centro
Certamente la missione italiana di Sommaruga è stata un trionfo su tutta la linea, se si pensa a quanto successo solo un paio di giorni fa. Giovedì si è infatti appreso che i nostri vicini a sud intendono creare un bel centro asilanti, con almeno un centinaio di posti, in quel di Cavallasca, ossia a 450 metri da Chiasso, nelle immediate vicinanze del valico di Pedrinate (valico non sorvegliato). La struttura dovrebbe aprire i battenti la prossima estate. Ciò significa evidentemente che gli ospiti “in libera uscita” del nuovo centro italico se li cuccherà il comune di Chiasso, che già ha il suo bel daffare con gli arrivi clandestini. Comprensibile e sacrosanto lo sconcerto del municipio della città di confine.
Il ringraziamento
Certo che questo tipo di collaborazione è geniale: la Svizzera promette aiuti a titolo puramente volontario, e per tutto ringraziamento si vede rifilare un nuovo centro asilanti a ridosso del confine. A Sommaruga durante la “vacanza romana” è stato detto qualcosa al proposito? Oppure i venditori di padelle dell’appena riciclato governo Renzi hanno ritenuto opportuno far finta di niente?
E il buon Roberto Maroni, governatore della Lombardia, per il quale ultimamente Palazzo delle Orsoline sembra diventato quasi una seconda casa, ha informato il governo ticinese sul nuovo centro per migranti economici di Cavallasca?
Come di consueto i vicini a sud sono bravissimi quando si tratta di circuire – a suon di lapa – gli svizzerotti fessi, ottenendo concessioni di ogni tipo. Quando arriva il momento di fare la propria parte, invece…
Intanto a Calais…
A Calais sono da poco terminati i lavori del muro anticlandestini realizzato dal governo britannico, alto quattro metri e lungo un km. Da noi, invece, Berna non procede nemmeno alla chiusura notturna dei valichi secondari con il Belpaese, malgrado quest’ultima sia stata decisa da anni. Ora sappiamo che la prossima estate a poche centinaia di metri da uno di questi valichi e dalla frontiera verde, malgrado la protesta della popolazione locale, aprirà i battenti un centro asilanti.
Qualcuno ha ancora il coraggio di venirci a dire che non dobbiamo costruire un bel MURO sul confine col Belpaese e chiudere le dogane secondarie non solo di notte, ma anche di giorno?
Lorenzo Quadri