Non ci volevano delle grandi doti divinatorie per arrivarci, ed infatti le previsioni si sono puntualmente avverate. Ringalluzziti dal dibattito sulla lex USA, giustamente e sonoramente impallinata dal Consiglio nazionale, anche altri Stati arrivano ora a pretendere accordi (?) con la Svizzera.
Ovviamente si  vogliono accordi di tipo unilaterale, ossia alla Svizzera viene imposto di rinunciare al segreto bancario, che è una forma di tutela della privacy, e di conseguenza a decine e decine di migliaia di posti di lavoro.
A pretendere accordi è adesso il nuovo premier italiano Enrico Letta, adepto del club Bilderberg, tra i cui principi c’è la distruzione degli Stati nazionali.
Letta ritiene che “siamo nel momento giusto” per un accordo.
Perché sarebbe il momento giusto, secondo il premier iscritto al club Bilderberg? Lui non lo esplicita, ma non ci vuole molta fantasia ad immaginarlo. E’ il momento giusto perché, anche se il Consiglio nazionale ha dato e reiterato l’altolà, è manifesto che la Svizzera è pronta a  capitolare anche davanti a Stati in bancarotta. Tutto pur di non rischiare di passare per i cattivi di turno. Il fatto che almeno 250mila italiani tra frontalieri e padroncini abbiano un tetto sulla testa solo grazie alla libera circolazione con la svizzera, non calma in nulla i bollori dei vicini a sud. Non li spinge a più miti consigli. Ma la colpa è nostra: noi tolleriamo senza fiatare le scorrettezze italiche e loro giocano al rialzo.
Il Njet alla lex USA è un segnale positivo, ma non deve trarci in inganno. Il P$ vuole infatti lo scambio automatico d’informazioni. Nel dibattito sulla lex USA non ha mancato di ripeterlo ad oltranza come un mantra.
“Il segreto bancario che tutela gli evasori fiscali è finito” gongolava dal pulpito della Camera del popolo una (particolarmente indisponente) rappresentante P$: per i kompagni, esattamente come per la ministra del 5% Widmer Schlumpf, i cittadini, svizzeri o stranieri che siano, che hanno un conto in banca, non hanno alcun diritto alla privacy (peraltro confermata da Mr Dati): sono tutti degli evasori (quanti i $ocialisti?).
Una delle caratteristiche che contraddistinguono la nostra “svizzeritudine” è il rapporto di fiducia tra cittadino e Stato.  Ed è proprio questo rapporto di fiducia che si vuole ora minare. L’obiettivo è sempre il solito: renderci sempre più uguali all’UE, in un continuo  livellamento verso il basso che ha conosciuto negli ultimi anni una deleteria accelerazione. Per questo possiamo ringraziare un Consiglio federale debolissimo e disposto addirittura ad accettare che siano paesi stranieri ed organismi sovranazionali privi di qualsiasi legittimazione democratica a rottamare le leggi svizzere per imporci le loro. Chi sia la portabandiera di questa linea (?) politica è risaputo: la ministra del 5% Widmer Schlumpf, che ha sempre voluto il libero scambio d’informazioni e quindi la cancellazione di almeno 5000 posti di lavoro solo in Ticino. E pensare che non era il Medioevo quando Merz dichiarava: «Il segreto bancario non è negoziabile».
E adesso arrivano anche gli eurobalivi con la tassazione sulle imprese…
Lorenzo Quadri