E’ l’unica via per salvare il futuro della Svizzera e del suo mercato del lavoro

La Lega, come già annunciato, sarà in prima fila nella raccolta delle firme in Ticino

Finalmente ci siamo! Nei prossimi giorni (metà gennaio) partirà la raccolta delle firme per l’iniziativa popolare per abolire la devastante libera circolazione delle persone. Lo ha annunciato la scorsa domenica il presidente dell’UDC nazionale Albert Rösti. La Lega, come già detto in più occasioni, sarà in prima fila nella raccolta delle sottoscrizioni in Ticino. Ovviamente anche il Mattino farà la propria parte. Per la riuscita dell’iniziativa, servono 100mila firme da raccogliere in 18 mesi.

L’iniziativa prevede che la Svizzera torni a regolare in modo autonomo l’immigrazione, e che non possa essere concluso alcun accordo internazionale che conceda la liberà di entrare nel nostro Paese a cittadini stranieri. Del resto, una nazione che non ha più il potere di decidere chi può entrare e chi no, è una nazione finita.

Se l’iniziativa riuscirà, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone tra Svizzera ed UE. In caso di mancato accordo, cadranno tutti i bilaterali in base alla famosa “clausola ghigliottina”.

Unica risposta possibile

La fine della libera circolazione delle persone, e se del caso di tutti i bilaterali, è l’unica risposta possibile agli eurobalivi ed ai loro continui tentativi di comandare in casa nostra. L’arroganza e la volgarità di questi funzionarietti di Bruxelles  ha superato – da tempo e di gran lunga – i livelli di guardia. Questi bei tomi sono arrivati al punto di incassare dai loro camerieri in Consiglio federale la promessa di un regalo di 1.3 miliardi di Fr (in mancanza di qualsiasi obbligo di pagamento da parte nostra, e pure di uno straccio di contropartita: altrimenti, che regalo sarebbe?) e poi, qualche settimana dopo, di ricattare svergognatamente la Svizzera con l’equivalenza delle borse limitata dal 2018: questo con l’obiettivo di ottenere  da Berna la sottoscrizione dello sconcio accordo quadro istituzionale. Ossia quell’accordo che segnerebbe la fine della nostra sovranità e dei diritti popolari. Un contratto capestro che il presidente della Commissione UE Jean-Claude “Grappino” Juncker, forse in un momento di confusione etilica più marcata del solito, ha addirittura definito “accordo di amicizia”. Bell’amicizia!

Il triciclo…

All’accordo “di amicizia” rispondiamo quindi con l’iniziativa per cancellare – sempre “in amicizia”, che ben s’intenda – la devastante libera circolazione delle persone.  Questa iniziativa è peraltro anche l’unica risposta possibile al vergognoso tradimento della volontà popolare da parte del triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali.

Nel dicembre 2016, il triciclo ha infatti azzerato il “maledetto voto” del 9 febbraio. Un articolo costituzionale che prevede la preferenza indigena ed i contingenti per l’immigrazione è stato trasformato in una grottesca farsa burocratica: obbligo di annuncio agli Uffici regionali di collocamento (URC) dei posti di lavoro vacanti, che però scatta solo quando il numero di disoccupati in un determinato settore, calcolato a livello nazionale (evvai con le statistiche farlocche della SECO!) supera una certa percentuale. Questa pagliacciata, è evidente, non farà diminuire l’immigrazione di un’unità, né impedirà che anche un solo ticinese venga soppiantato da uno o più frontalieri.

Tristi giochetti

La partitocrazia, a partire dai suoi esponenti in Consiglio federale, ha scelto di ubbidire ai suoi padroni di Bruxelles e non al popolo svizzero che dovrebbe rappresentare. Sicché, adesso si becca l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone. Un’iniziativa che non lascia spazio ai tristi giochetti orchestrati contro il “maledetto voto” del 9 febbraio. Poiché il testo è chiarissimo. La libera circolazione delle persone va disdetta. E se la controparte non è d’accordo di disdire solo quel trattato, salteranno tutti i bilaterali. Del resto, più passa il tempo e più le frontiere spalancate diventano un problema per gli stessi Stati UE.

La casta contro il popolo

E’ ovvio che l’élite spalancatrice di frontiere (partitocrazia, stampa di regime con in testa la SSR, intellettualini da tre e una cicca e compagnia cantante) si scatenerà, isterica e bavosa, contro l’iniziativa anti libera circolazione. Lo farà con le sue modalità abituali: minacce grondanti odio e ricatti all’indirizzo del popolazzo becero che “vota sbagliato”. Vedi quanto sta accadendo per il No Billag, tema infinitamente meno importante della libera circolazione. Ma è un dato di fatto che gli strilli e le menzogne dell’establishment fanno sempre meno presa sui cittadini.

Prima i nostri

E’ evidente che, nell’attesa di votare sul futuro della libera circolazione (e il voto non è certo per domani, date le tempistiche delle iniziativa popolari) in Ticino occorre applicare rigorosamente la preferenza indigena decisa dal 58% dei cittadini che ha approvato “Prima i nostri”. Tanto più che Prima i nostri – è bene ricordarlo – ha ottenuto in dicembre la garanzia federale. Vero partitocrazia?

Lorenzo Quadri