La Corte europea di Giustizia blocca i rimpatri dei finti rifugiati che delinquono

Ecco qui l’ennesima bella pensata dei giudici stranieri. Non si tratta di quelli della solita Corte europea dei diritti dell’Uomo, (CEDU), che applicano l’omonima Convenzione, bensì di quelli della Corte di giustizia dell’UE, con sede in Lussemburgo.

La Svizzera già ora sottostà ai giudici stranieri della CEDU, in quanto paese firmatario della Convenzione. I giudici della CEDU, tanto per dirne una, sono gli adepti del multikulti che sdoganano la sharia in Europa, malgrado essa sia, per loro stessa precedente sentenza (del 2003), contraria ai diritti dell’Uomo. Ma evidentemente negli ultimi 16 anni il vento è cambiato. Adesso comandano gli islamisti. E l’Europa si china a 90 gradi davanti ad ogni loro pretesa.

Il ritornello

La Svizzera ad oggi non sottostà invece alla Corte europea di giustizia (non siamo nell’UE).

Questo tribunale ha di recente stabilito che non si può (“sa po’ mia!”) espellere un finto rifugiato che delinque, anche se costituisce un pericolo per la sicurezza, se ci sono fondati timori che, al natìo paesello, la sua vita o la sua libertà (?) potrebbero essere minacciate, o se rischierebbe la tortura o trattamenti “inumani o degradanti”.

Ancora una volta ci viene sciorinato il ritornello che non si possono espellere pericolosi delinquenti stranieri, terroristi compresi, se a casa loro sarebbero in pericolo. E la tiritera viene applicata anche ai migranti economici. Questo significa che il migrante clandestino che viene da certi paesi non sarà tenuto a farvi ritorno, nemmeno se rappresenta una grave minaccia per lo Stato in cui si trova e per i suoi cittadini.

Il buonismo-coglionismo di questi legulei stranieri raggiunge vette sempre più vertiginose. Anzi, ormai siamo al coglionismo tout-court.  Sotto la toga di questi azzeccagarbugli lussemburghesi non ci sono dei giudici, bensì dei politicanti che spalancano le frontiere, fanno entrare tutti e non mandano via nessuno.

Comanderanno in casa nostra

Potremmo dire: a noi di quello che decidono alla Corte europea di giustizia poco ci cale, visto che non siamo un paese membro della fallita UE. Ed invece qui casca l’asino. Con lo sconcio accordo quadro istituzionale, infatti, i giudici stranieri della Corte europea di giustizia, quelli che prendono le decisioni di cui sopra, comanderanno anche in casa nostra. Infatti, non solo l’accordo quadro ci imporrà la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE. Ma a decidere sulla sua applicazione non sarà la corte arbitrale farlocca con cui è solito riempirsi la bocca il ministro binazionale KrankenCassis. Sarà la Corte di giustizia europea. L’UE infatti non riconosce altra giurisdizione. Basti pensare che l’Unione europea in quanto tale non ha sottoscritto la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo proprio per non dover sottostare all’omonima Corte.

Silenzi sospetti

L’ultima sentenza dei giudici lussemburghesi ci dà dunque un assaggio di come saranno le decisioni che dovremmo applicare nel caso in cui lo sconcio accordo quadro istituzionale dovesse venire approvato.

Stranamente, ma tu guarda i casi della vita, a proposito di questo trattato-capestro al momento tutto tace. Citus mutus. Ultima novità (si fa per dire) su questo fronte: la richiesta farlocca della partitocrazia di nuove trattative con Bruxelles. Trattative che però non ci saranno mai, come ha capito anche il Gigi di Viganello. Del resto, “Grappino” Juncker e compagnia cantante sono stati molto espliciti.

La fregnaccia delle “nuove trattative” è soltanto un pretesto da tre e una cicca per guadagnare tempo. Perché la realtà, nuda e cruda, è la seguente: il triciclo PLR-PPD-P$$ ha già deciso di firmare l’accordo quadro, calando per l’ennesima volta le braghe ad altezza caviglia e trasformando la Svizzera in una colonia di Bruxelles. Però non può dirlo adesso, a pochi mesi dalle elezioni. Sarebbe un autogol clamoroso. Al sondaggio farlocco secondo cui il 60% degli svizzeri sarebbe favorevole all’accordo quadro, non ci crede nessuno. E dunque la partitocrazia per ora pavidamente tace. Poi, una volta lasciato alle spalle l’appuntamento con le urne, arriverà la fregatura: accordo quadro approvato e popolazzo infinocchiato! A quel punto solo un referendum ci potrà salvare.

Stesso copione per il demenziale patto ONU sulla migrazione, quello che mira ad introdurre la libera circolazione a livello mondiale. Al momento è stato opportunamente imboscato in un cassetto. Dopo le elezioni…

Lorenzo Quadri