Como, il sindaco sbrocca contro le dogane svizzere chiuse il lunedì di Pentecoste
Ah beh, questa ci mancava! Improvvisamente il sindaco di Como, Mario Landriscina, in carica da meno di un anno, si accorge che in Svizzera il lunedì di Pentecoste è festa. Di conseguenza le dogane sono chiuse. Nel Belpaese invece è un giorno lavorativo. Quindi i TIR circolano. E, si lamenta il sindaco di Como, non potendo attraversare il confine, i camion creano colonne e problemi di viabilità dalle sue parti. Il che sarebbe “inaccettabile”. “Non possiamo essere da soli ad affrontare una questione tra due Stati – inveisce il sindaco comasco -. Loro (gli svizzerotti) possono chiudere la dogana, ma le ricadute non possono essere solo nostre. Se noi facessimo altrettanto? Non possiamo accettare soluzione che vadano a discapito dei residenti”.
Ohibò. Il lunedì di Pentecoste festivo non ce lo siamo mica inventati nel 2018. Negli anni scorsi a Como la situazione l’hanno sempre gestita senza fare una piega. Come mai? I sindaci precedenti erano più bravi di quello attuale?
La tolla di certuni…
Certo che la “lamiera” di taluni politicanti italici non conosce davvero limiti! Inaccettabile che gli svizzerotti chiudano le dogane il lunedì di Pentecoste? Ma va là!
Adesso le elenchiamo noi al sindaco di Como un paio di cosette “inaccettabili”.
- Tutti i santi giorni entrano in Ticino 65’500 frontalieri uno per macchina, più migliaia di padroncini e distaccati che intasano le nostre strade ed autostrade ed impestano la nostra aria, oltre a generare dumping salariale e a soppiantare i lavoratori ticinesi. Inaccettabile.
- Ogni giorno il Ticino viene attraversato da svariate migliaia di TIR UE in transito parassitario (grazie kompagno Moritz “Implenia” Leuenberger, che ci hai svenduti a Bruxelles trasformandoci in un corridoio di transito a basso costo!). Inaccettabile.
- Il frontalierato del crimine imperversa nel Mendrisiotto e non solo. Inaccettabile.
Quindi: chiudiamo le frontiere!
E noi dovremmo versare i ristorni?
E’ poi evidente che il signor di Sindaco di Como non ha alcuna voce in capitolo sulle nostre festività. Che tra l’altro non sono state introdotte oggi. Trattasi infatti di festività cristiane che ad un sindaco eletto in una coalizione di “destra”, come è quello di Como, dovrebbero pur essere note. A meno che oltreconfine si siano già convertiti all’integralismo multikulti. Sicché, per dirla con un’espressione utilizzata in modo “bipartisan” sia al di qua che al di là della ramina: vadaviaiciapp! Di certo non apriamo le dogane ai TIR UE nei giorni festivi per fare un favore ai vicini a sud.
E, prima di blaterare contro la Svizzera ed il Ticino, si ricordi, il signor Sindaco, quanti dei suoi concittadini ed elettori hanno la pagnotta sul tavolo solo grazie al nostro Cantone.
E noi a questi politicanti dovremmo pure versare i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri? Che poi li usano per toppare i loro buchi di gestione corrente? Ma blocchiamo tutto subito! Sveglia CdS!
Ironia della sorte
Proprio in questi giorni la stampa di Como sta riferendo sui disservizi viari in città. Ad esempio, una via chiusa a causa di un grosso buco apertosi misteriosamente nella carreggiata. Mentre in un’altra strada sono state effettuate asfaltature non annunciate. Ecco, magari si potrebbe cominciare a risolvere questi, di problemi di viabilità, prima di inveire sulle festività elvetiche. Anche perché le chance di successo di simili intemerate sono pari a zero. Gli ordini da Como proprio non li prendiamo. Né adesso né mai. E’ chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno?
Lorenzo Quadri