9 febbraio: i soldatini liblab scaricati dai loro padroni della grande economia
Ci sarebbe proprio da ridere, se non ci fosse da piangere. Il cosiddetto compromesso sul 9 febbraio raggiunto dalla Commissione delle istituzioni politiche (CIP) del Consiglio nazionale, in realtĂ una ciofeca anticostituzionale, continua a perdere pezzi per strada.
Udc e Lega, ovviamente, sono stati i primi a denunciare il vergognoso tradimento della volontà popolare. Ma ben presto si sono aggiunte altre voci, provenienti da tutto l’arco politico. Il senatore liblab Andrea Caroni ha detto che il compromesso non rispetta la Costituzione. Lo stesso ha fatto costituzionalista rosso Andreas Auer. Idem con patate il kompagno Manuele “bisogna rifare il voto del 9 febbraio” Bertoli. Attenzione: non si pensi che in casa P$ siano diventati improvvisamente rispettosi della volontà popolare a loro sgradita. Neanche per idea! Infatti l’obiettivo dei kompagni è quello contenuto nell’iniziativa del vicolo cieco, ossia cancellare con un colpo di spugna il nuovo articolo 121a inserito nella Costituzione federale.
Da spanciarsi
Sicché da destra a $inistra passando per il centro, la ciofeca per affossare il 9 febbraio viene mazzuolata.
L’ultima defezione è però davvero da spanciarsi dalle risate. Perché ad abbandonare la nave è stata nientemeno che Economiesuisse, l’associazione mantello delle grandi imprese svizzere. Il presidente Heinz Karrer ha infatti dichiarato che la soluzione (?) proposta dalla Commissione è troppo leggera, e che ci vogliono più garanzie sulla preferenza indigena. Questa entrata a gamba tesa ha gettato nel  panico i soldatini del PLR, che prendono ordini proprio da Economiesuisse: improvvisamente si sono sentiti mancare la terra sotto i piedi; scaricati così, dopo decenni di fedele servizio! Che scandalo! Che ingratitudine! PLR sull’orlo di una crisi di nervi!
Ma come si spiega la posizione di Economiesuisse? I “padroni del vapore” sono diventati improvvisamente dei sostenitori del “maledetto voto”? No di certo. Infatti, all’indomani del 9 febbraio, sono stati tra i primi ad intonare il mantra del “voto da rifare”. Ed i kompagnuzzi erano perfettamente d’accordo con i padroni del grande capitale: a chi vota a $inistra una qualche domandina dovrebbe “nascere spontanea”.
Da un po’ di tempo però Economiesuisse taceva. Adesso torna ad esprimersi. Ma lo fa lasciando in braghe di tela i suoi soldatini del PLR, spiazzandoli completamente, poiché questi, tradendo senza vergogna la volontà popolare, erano convinti di aver eseguito al meglio gli ordini ricevuti.
Cosa è successo ad Economiesuisse? Intuirlo è facile: i rappresentanti dei “borsoni” nazionali si sono resi conti che il vento è cambiato. Se sulle prime immaginavano che “rifacendo” il voto del 9 febbraio dalle urne sarebbe uscito un risultato diverso, adesso sono stati colti da un certo qual tremolio là dove non batte il sole. Blocher ha infatti annunciato un’iniziativa contro la devastante libera circolazione delle persone. Ad Economiesuisse dovrebbero essere contenti: in fondo “rivotare” era quello che volevano. Invece non lo sono, anzi. Perché? Perché il vento sta cambiando. Anni di lavaggio del cervello alla popolazione, anni di fregnacce sulla “libera circolazione indispensabile” si stanno sciogliendo come neve al sole. La gente non è più tanto disposta a farsi intimidire dai ricatti e dalle minacce dell’élite spalancatrice di frontiere.  La propaganda di regime  dei camerieri dell’UE non attacca più. Le sue panzane catastrofiste vengono sempre smentite dai fatti. L’esempio del Brexit si può trasporre anche in Svizzera. Se poi pensiamo che perfino l’ex vicepresidente della BNS Jean Claude Danthine ha dichiarato che la libera circolazione è inutile per l’economia…
A chi prima faceva la voce grossa per il “rivoto” adesso è “diventata fredda la camicia”, e lancia il contrordine compagni: meglio che NON si voti, sennò la libera circolazione viene asfaltata. Ci hanno messo un po’, ma alla fine ci sono arrivati. Il messaggio alle Camere federali che dovranno determinarsi sul compromesso-ciofeca sul 9 febbraio è chiaro. Vogliamo creare una legge d’applicazione che rispetta il nuovo articolo 121 a, o vogliamo invece scavare definitivamente la fossa alla libera circolazione?