E bisogna “portare a casa”!
Non può essere che di grande soddisfazione il bilancio del weekend elettorale appena trascorso. Il primo pensiero è di gratitudine: gratitudine nei confronti degli elettori che hanno permesso alla Lega di infrangere il muro psicologico (ma nemmeno poi tanto psicologico) del 20% in un’elezione federale, e gratitudine nei confronti di tutti i candidati della lista 5 che si sono messi in gioco e hanno “tirato il carro” senza riserve, ognuno secondo le proprie possibilità.
La conferma del 9 febbraio
Il 18 ottobre il Ticino ha riconfermato il 9 febbraio. Si potrebbe dire: “che scoperta”. Eppure, almeno secondo alcuni sondaggi, solitamente attendibili, non era scontato che sarebbe andata così. E non per “demerito” dell’area Lega-Udc, ma a seguito di operazioni di ingegneria elettorale che, in caso di travaso di voti dai verdi ai rossi, avrebbero potuto premiare il P$ nell’alchimia della divisione dei resti. Un raddoppio $ocialista al Nazionale sarebbe stato incomprensibile nella situazione politica attuale, ma soprattutto deleterio per il Cantone – e non solo. Avrebbe significato rimangiarsi la votazione del 9 febbraio. Era pensabile l’uscita di uno scenario del genere dalle urne ticinesi? A bocce ferme e a mente fredda si può rispondere di no: i problemi, soprattutto occupazionali, di questo Cantone in emergenza lavoro – alla faccia di chi si ostina a ripetere, come un disco rotto ed appoggiandosi a statistiche farlocche, che “tout va bien, Madame la Marquise” – sono sotto gli occhi di tutti. Ma a parlare col senno di poi son buoni tutti.
Premiata la coerenza
Il voto ha premiato – con una crescita importante, al di là delle nostre più rosee aspettative – chi si è sempre battuto contro l’immigrazione scriteriata, contro l’esplosione incontrollata di frontalieri e padroncini, e contro il servilismo nei confronti dell’UE. Gli euroscettici di comodo, quelli che, dopo aver passato anni a denigrare le posizioni “populiste e razziste” della Lega, hanno poi maldestramente tentato di fotocopiarle a “cinque minuti” dalle elezioni, non hanno fatto breccia. La politica – Xerox non paga!
Spalancatori bacchettati
Ed è anche giusto e logico che i ticinesi abbiano bacchettato la $inistra che vuole l’adesione all’UE, che pretende frontiere spalancate (al punto da mettersi a starnazzare addirittura contro la richiesta del casellario giudiziale) e che non retrocede nemmeno davanti alla strumentalizzazione più squallida (foto di bambini morti) nel tentativo di imporci di accogliere non già i veri perseguitati, nei cui confronti la Svizzera ha sempre dimostrato la massima generosità, ma centinaia di migliaia di finti rifugiati, ovvero di migranti economici. Una $inistra che, facendo leva sul ricatto morale del razzismo e della xenofobia, vorrebbe costringere il paese a continuare una politica di deleterie “aperture”. Quelle “aperture” che ci hanno portato solo disoccupazione, dumping salariale, delinquenza e traffico. Le statistiche sui ticinesi in assistenza e quelle sui delinquenti stranieri parlano chiaro. Altrettanto chiaro parlano allucinanti fatti di cronaca come l’omicidio di Chiasso ad opera di pregiudicati stranieri che però continuavano allegramente a vivere in Ticino; e questo perché a Berna si fa ancora melina sull’espulsione dei criminali stranieri votata dal popolo ben 5 anni fa.
Widmer Schlumpf A CASA!
Premiando a livello nazionale l’Udc, il popolo svizzero ha anche detto chiaramente che è stufo dei reiterati tentativi di sabotaggio del 9 febbraio. Nessuno può permettersi di trattare la volontà popolare come lo stanno facendo il Consiglio federale e la triade PLR – PPD – P$. Da un anno e otto mesi si sta spacciando come irrealizzabile un voto solo perché esso costituisce una sgradita sconfessione della linea del servilismo patologico finora adottata nei confronti dell’UE. Questa attitudine da lacchè – che è anche una questione di persone, quindi di Consiglieri federali e di diplomatici euroturbo – deve cambiare. Come deve cambiare, visto che si parla di persone, la ministra del 5%, ormai ridotta al 4%, Widmer Schlumpf, la quale va mandata a casa. Se la signora avesse un minimo di decenza avrebbe rassegnato le dimissioni prima delle elezioni. Ma evidentemente ci troviamo davanti ad un personaggio che, oltre ad aver fatto un disastro politico, è bugiardo ed inchiavardato alla cadrega illecitamente ottenuta con un viscido tradimento della democrazia.
Nota personale
Per finire una nota personale. Il fatto di essere stato, come già quattro anni fa, il Consigliere nazionale più votato del Cantone mi onora moltissimo: grazie mille! Questo risultato dimostra 1) che i leghisti non sono poi quelle “capre” che la stampa di regime ed i partiti $torici vorrebbero far credere e 2) che le campagne denigratorie montate nei miei confronti da alcuni media, che fino all’ultimo mi hanno spalato addosso tutta la palta possibile (e che, evidentemente, continueranno a farlo anche in futuro) non hanno portato lontano. L’impegno per il Ticino e per il programma leghista paga. Adesso il lavoro può continuare: e bisogna “portare a casa”!
Lorenzo Quadri