Ai Cantoni alpini snobbati dalla burocrazia federale non resta che arrangiarsi da soli

Soltanto venerdì la Confederazione ha autorizzato l’abbattimento di due lupi del branco grigionese di Beverin. E quelli di Cerentino?

Il lupastro non va in vacanza e continua a mietere vittime un po’ ovunque nei Cantoni alpini. In Val Bavona poco più di una settimana fa sono stati predati 9 ovini. L’agricoltrice proprietaria degli animali, all’indomani dell’accaduto, raccontava che almeno 40 bestie mancavano ancora all’appello. In effetti a morire non sono solo le pecore sbranate ma anche altre che, terrorizzate, potrebbero mettersi a correre alla cieca e precipitare dentro dei crepacci.

Più o meno in contemporanea ha fatto scalpore la predazione compiuta nei Grigioni dal branco di lupi di Beverin, il quale ha ucciso una mucca da latte sull’Alpe di Nurdagn (l’attacco ad un bovino adulto è una “prima”). Solo pochi giorni dopo, nella medesima zona, lo stesso branco ha aggredito un’altra mucca, che ha dovuto essere abbattuta a causa delle ferite riportate.

C’è già chi ammonisce: la prossima vittima potrebbe essere un bambino. Il rischio che ciò accada si fa sempre più concreto.

In Ticino da inizio anno, conteggiando anche la citata predazione in Val Bavona, gli ovini sbranati dal lupo sono già un’ottantina.

Un passo

E’ vero: a livello di parlamento federale (vedi “Il Mattino” della scorsa domenica) qualcosa si sta muovendo. Nella sua ultima seduta la Commissione dell’ambiente, della pianificazione, del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati ha adottato un progetto per la revisione parziale della legge sulla caccia, che si concentra sulla “regolamentazione proattiva degli effettivi di lupi”. Secondo tale modello sarà dunque possibile abbattere dei lupi a titolo preventivo, per evitare danni e pericoli futuri, e non più solo perché ne hanno causati in passato.

Si tratta di un passo nella direzione giusta. Il problema è che la “velocità di crociera” bernese è lentissima. Prima di vedere questa decisione commissionale trasformata realtà, rischiano di trascorrere anni. Quanti allevatori avranno nel frattempo gettato la spugna?

Nulla di scontato

Neppure si può dare per scontato che, pur con i tempi biblici della politichetta federale, l’auspicata revisione di legge vada in porto. Per ora ad esprimersi è stata una Commissione del Consiglio degli Stati. Manca ancora il plenum del CS. E soprattutto manca il Consiglio nazionale, purtroppo farcito di ambientalisti da salotto urbano, in particolare dopo le ultime elezioni con la cosiddetta “onda verde”.

Dal 2019 tra le file della $inistra si sono in effetti moltiplicati gli studenti a vita, che di “lavoro” fanno i parlamentari. Trattasi di gente completamente scollegata dalla realtà ed imbesuita dall’ideologia. Per costoro l’uomo bianco “autoctono”, fonte di tutti i mali, deve ammucchiarsi nelle città per liberare spazi da poi lasciare allo stato brado.

E soprattutto, l’uomo non ha alcun diritto di decidere sulla presenza del lupastro in Svizzera; deve invece adeguarsi al predatore.

Fuori controllo

Sul fronte del lupo, la situazione è andata interamente fuori controllo per un motivo molto semplice. La legislazione attuale, macchinosa e grottesca, andava bene finché in Svizzera non c’erano lupi. Oggi è superata dagli eventi e risulta del tutto inadeguata. Però il governicchio federale continua a rifiutare di intervenire tramite un decreto urgente, come sarebbe invece suo dovere. Nella sessione estiva la partitocrazia in Consiglio nazionale ha dal canto suo respinto un’iniziativa parlamentare che chiedeva di attribuire ai Cantoni la competenza per la gestione del lupo.

Il nulla

L’inazione del governicchio federale ha una sola spiegazione. A capo del Dipartimento competente ci sta la kompagna Simonetta Sommaruga, P$, con il suo codazzo di strapagati burocrati ro$$overdi. Costoro, al contrario dei contadini, a fine mese il lauto stipendio lo ricevono indipendentemente dal lupo. I politicanti ro$$overdi mettono in pericolo il futuro dell’agricoltura: invece di governare, sono lì a farsi pippe mentali ideologico-elettorali.

Al Canton Grigioni l’Ufficio federale dell’ambiente (Dipartimento Simonetta) ha risposto che “non vi è alcuna necessità di un intervento immediato” contro il lupastro, suscitando le comprensibili ire del governo di Coira.  Dal canto loro, le associazioni cantonali degli agricoltori e degli alpigiani hanno chiesto che venga dichiarata l’emergenza lupo.

Un primo passetto nei confronti dei Grigioni Berna l’ha fatto solo venerdì, autorizzando l’impallinamento di due lupi. Coira giudica la misura insufficiente. Ma sempre meglio che niente.

Al Canton Vallese, il governicchio federale (Dipartimento Simonetta) ha risposto che non emetterà un’ordinanza d’emergenza per permettere l’abbattimento di più lupi, ritenendo la richiesta “ingiustificata”. Anche in questo caso, ira dell’esecutivo cantonale.

Sul fronte dei lupi ticinesi, invece… il nulla.

Intanto le stragi di ovini continuano.

A questo punto ai Cantoni direttamente toccati dal lupo, tra cui il nostro, non resta che coalizzarsi e procedere agli abbattimenti necessari, con o senza il benestare di Berna che si ostina a mettere la testa sotto la sabbia.

E’ del resto inaccettabile che in uno Stato federalista dei Cantoni e Repubbliche (sottolineare: Repubbliche) non dispongano dell’autonomia necessaria per decidere l’impallinamento di qualche lupo! Anche perché se non procede lo Stato, ci penseranno poi i contadini a difendersi da soli dal predatore.

30 milioni all’anno

C’è poi anche l’aspetto finanziario. Quanto ci costa il lupo? Il prof. Sandro Rusconi, biologo molecolare, già capo della Divisione cultura del Canton Ticino, stima che  “sommando il costo del monitoraggio federale, del monitoraggio dei cantoni, dei contributi per le misure passive, degli oneri che rimangono a carico degli allevatori, si arriva a circa 30 milioni di franchi all’anno”.

E noi, in tempo di crisi nera, abbiamo 30 milioni all’anno da sperperare per il lupo, per correre dietro alle paturnie degli animalisti da salotto urbano? Qui qualcuno dev’essere davvero caduto dal seggiolone da piccolo.

O vuoi vedere che la politichetta aspetta che il lupastro aggredisca un bambino, prima di darsi una mossa? A noi non dispiacerebbe che addentasse invece le ciapett di qualche soldatino lupista ro$$overde. Poi vediamo…

Lorenzo Quadri