Consumo eccessivo in Svizzera? E’ perché siamo qui in troppi. Ma la casta non lo dice

Ohibò, da qualche settimana anche la stampa di regime e la partitocrazia si sono accorte del caos asilo che imperversa. Le domande d’asilo sono infatti esplose. Nei centri federali non c’è più posto. Ma la Confederella, invece di chiudere le frontiere, pretende di fare entrare tutti per poi scaricare gli “esuberi” sul groppone dei cantoni. Che nessuno si sogni di ingerlare asilanti extra al Ticino, il quale già si ritrova con un numero spropositato di profughi ucraini ed in più ha sul proprio territorio i centri federali, con tutti i problemi di ordine pubblico che derivano dalla sgradita presenza di simili strutture.

Siamo in 9 milioni

L’assalto alla diligenza rossocrociata ad opera dei finti rifugiati va ad aggiungersi all’arrivo in massa di profughi ucraini e all’immigrazione “consueta” dovuta alla devastante libera circolazione delle persone. Fatto sta che la Confederella (non il Mattino) calcola che, nel solo anno di disgrazia 2022, in Svizzera immigreranno 250mila persone. Una vera e propria bomba demografica. Che va ad inserirsi su uno scenario già disastrato.

Nel nostro paese, il numero degli abitanti è cresciuto del 21% in 20 anni. Tra il 2000 ed il 2021 è passato da 7.1 a 8.8 milioni di persone. Entro fine anno il tetto dei 9 milioni sarà infranto. E alla cifra totale bisogna aggiungere ancora i circa 100mila sans papier presenti sul territorio nazionale (quelli che i $inistrati vorrebbero legalizzare).

40% di auto in più

E’ ovvio che questa situazione, che non esiste da nessuna parte al mondo, si ripercuote anche  sul territorio. Oltre che sul mercato del lavoro e sulla spesa sociale. 

Qualche esempio? A livello nazionale, da quando è in vigore la libera circolazione, le auto sulle strade sono aumentate del 40%. Le ore di coda si sono quadruplicate. E ogni anno arrivano 50mila automobili in più. In Ticino la situazione è ancora più drammatica in conseguenza dell’invasione da sud voluta dalla partitocrazia. Essa porta tutti i giorni quasi 80MILA frontalieri sulle nostre strade ed autostrade, ormai perennemente infesciate da targhe azzurre. Ma naturalmente, secondo i Verdi-anguria, il frontalierato non va limitato. Quando mai. Devono entrare tutti! Questi climatisti $inistrati sono buoni solo a perseguitare i residenti con divieti, obblighi, tasse e balzelli.

Nuove infrastrutture

L’esplosione della popolazione causa frontiere spalancate rende inoltre necessarie nuove infrastrutture, scuole, servizi vari, eccetera. Che non sono certo gratis, anzi. Tanto più che gli stabili edificati dal pubblico finiscono col costare il doppio di quelli costruiti dai privati (se non di più). Ulteriore conseguenza: l’amministrazione statale si gonfia come una rana. Ed il conto di tutto questo non lo paga chi immigra. Lo paga chi è nato qui.

27 anni d’anticipo

Inoltre, tema particolarmente attuale, l’immigrazione selvaggia fa esplodere anche il consumo di energia. La fallimentare strategia energetica 2050 (che non è nemmeno una strategia, visto che prevede l’uscita dal nucleare senza però avere pronte alternative, se non la dipendenza dall’estero, con i risultati che si possono facilmente immaginare) partiva infatti dall’assunto che nel 2050 la popolazione svizzera sarebbe stata di 8.98 milioni di persone. Peccato che tale cifra verrà raggiunta con 27 anni d’anticipo!

Chi se ne intende di queste cose calcola che saldo migratorio tra il 2001 ed il 2019 provoca da solo un consumo aggiuntivo di 7,3 Terawattora, l’equivalente della produzione della centrale atomica di Gösgen. L’ immigrazione dell’anno in corso genera un consumo di 1.34 miliardi di kilowattora. E, come dice la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga, “ogni kilowattora conta”.

E la “sostenibilità”?

Se il fabbisogno di energia nel nostro Paese esplode, non è perché gli svizzerotti sono diventati spreconi e quindi devono tirarsi assieme. E’ semplicemente perché la popolazione aumenta al di là di ogni “sostenibilità”, per usare un termine che tanto piace ai politicanti triciclati. Strano che tale concetto, ormai propinato in tutte le salse, non venga però mai applicato all’immigrazione. Anzi, ogni tentativo di applicarvelo viene criminalizzato come “razzista e fascista” proprio da quelli che con la sostenibilità si sciacquano la bocca in ogni occasione. Quando si dice la coerenza! 

Scandaloso è poi che la partitocrazia e la stampa di regime, quando parlano di “penuria” energetica, sistematicamente rifiutano di indicare il ruolo giocato in questa situazione dall’immigrazione incontrollata. Che strano eh? 

Una cosa è certa: se non vogliamo restare al freddo e al buio dobbiamo 1) rimanere nel nucleare e 2) limitare l’immigrazione. Qualsiasi politica (?) energetica che non contempli questi due punti è destinata a provocare disastri.

Lorenzo Quadri