Votazioni: LOCli, i $inistrati già preparano obblighi e divieti. Cittadini infinocchiati!
Come c’era da temere, la sciagurata Legge divoratrice di elettricità (LOCli) è stata approvata a sia a livello nazionale che in Ticino. La maggioranza favorevole non è comunque così ampia come si tenta di far credere. In Ticino il No è vicino al 45%: il che equivale a quasi la metà dei votanti. Detta percentuale supera di gran lunga quella dell’elettorato delle uniche forze politiche contrarie alla LOCli, ovvero Lega ed Udc. Ancora una volta, quindi, i vertici dei partiti del sedicente “centro” sono stati sconfessati da una fetta rilevante del proprio elettorato.
Ul bel vedé…
Approvata la Legge divoratrice di elettricità, arriveranno anche le conseguenze. Ovvero: tasse, balzelli, obblighi e divieti. Più tutta la burocrazia che ne consegue. Per infinocchiare i cittadini, questi aspetti non sono stati esplicitati nella legge; sono rimasti imboscati. Ma emergeranno: perché in loro assenza non si raggiungeranno gli obiettivi di azzeramento delle emissioni di CO2. Chiariamo subito che il Mattino si opporrà sistematicamente a ogni nuovo balzello, obbligo, divieto, eccetera. Ma la tattica del salame (vegano) dei fautori della LOCli è evidente: visto che si è approvato A, allora “bisogna” approvare automaticamente anche B e C.
Ed infatti i ro$$overdi, a pochi minuti dalla proclamazione dei risultati della votazione, già rilanciavano. “Abbiamo pronta un’iniziativa per rendere obbligatori i pannelli solari sui tetti”, ha blaterato il presidente nazionale dei Verdi-anguria, commentando l’esito della votazione. “Arriverà il momento di discutere di divieti” ha fatto eco il co-presidente doppiopassaporto del P$ “svizzero”. Naturalmente obblighi e divieti saranno accompagnati da tasse e balzelli: a scopo non solo predatorio, ma anche “rieducativo”. Nella campagna di votazione si è sentito parlare solo di sussidi. Ma i soldi per i sussidi non crescono sugli alberi: vengono prelevati dalle tasche dei contribuenti. La Legge divoratrice di elettricità costerà 387 MILIARDI da qui al 2050. Chi pensate che ce li metterà? Il Gigi di Viganello? Per non parlare della bolletta elettrica, che aumenterà di migliaia di franchi all’anno. Il rincaro per il 2024 (+12%) è già stato annunciato: curiosamente, solo dopo la votazione. Che caso, eh?
Reddito sotto attacco
E’ chiaro che siamo davanti all’ennesimo attentato al reddito dei cittadini, con il sedicente “centro” di nuovo a manina con la $inistra tassaiola. Ricordarsene alle elezioni di ottobre!
Il Sì alla LOCli espone la Svizzera al rischio concreto di penuria di elettricità. E’ evidente che non sarà possibile sopperire ai vettori fossili (benzina, olio combustibile, gas), che coprono il 60% del nostro fabbisogno energetico, con pannelli solari e pale eoliche. Quindi non solo dovremo mantenere in attività le centrali atomiche esistenti, ma anche cominciare subito a pianificare la costruzione di una nuova centrale.
Multinazionali e covid
Sugli altri due temi in votazione federale c’è meno da dire.
L’imposizione delle grandi imprese (tassazione minima OCSE) non lasciava libertà di scelta. L’aliquota minima del 15% applicata alle multinazionali con una cifra d’affari annua superiore ai 750 milioni (in Svizzera sono 22) è stata decisa a livello internazionale. La Confederella deve dunque creare un’imposta integrativa per la percentuale mancante (nei Cantoni dove manca). Se i cittadini avessero detto di no, l’introito di detta imposta se lo sarebbe pappato uno Stato estero e non la Svizzera.
L’aspetto inaccettabile della vicenda è l’intrusione di organismi internazionali del piffero (OCSE), privi di qualsiasi legittimazione democratica, nella nostra sovranità fiscale, che è una componente fondamentale della sovranità. Questo sarebbe stato il motivo per votare no; viste però le conseguenze di un rifiuto, l’operazione sarebbe stata del tutto autolesionista.
Sulla legge Covid: questa ennesima proroga, a cui il Mattino e la Lega erano contrari, conferisce al governicchio federale dei poteri che non hanno ragione di essere. Nelle fasi acute della pandemia il Consiglio federale ha commesso cappellate a raffica; ma la stampa di regime – abbandonata ogni parvenza di spirito critico – lo ha sempre slinguazzato ad oltranza. Le libertà fondamentali dei cittadini sono state rottamate con facilità inquietante. Il segnale per il futuro è pessimo. Quanto accaduto non deve più ripetersi. Ed invece, “grazie” al Sì alla Legge divoratrice di elettricità, c’è il pericolo di fare il bis in un altro ambito: una grave penuria energetica costituisce infatti un rischio paragonabile a quello di una pandemia. Pertanto, può spalancare la porta a provvedimenti liberticidi ed antidemocratici. In più, la fallimentare Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sta elaborando di nascosto un nuovo trattato sulle pandemie che costituisce l’ennesimo attacco alla nostra sovranità. La politica sanitaria svizzera non la decide l’OMS!
I temi cantonali
Sui due temi in votazione cantonale, le posizioni del Mattino e della Lega – Sì ad entrambi – sono state confermate integralmente dai cittadini.
La nuova deduzione aggiuntiva per i premi di cassa malati di 1200 franchi per figlio o persona bisognosa a carico rappresenta una boccata d’ossigeno per il ceto medio (vedi il comunicato a pagina 27). Adesso occorre mettere rapidamente in votazione l’iniziativa popolare della Lega che chiede la deducibilità integrale dei premi di cassa malati. Queste misure di tipo fiscale – le uniche possibili a livello cantonale, essendo la LAMal una legge federale – permettono di compensare, almeno in parte, la continua esplosione dei premi. A Berna sempre la Lega, per il tramite di chi scrive, nelle scorse settimane ha depositato un postulato per l’introduzione di un contributo federale per abbassare i premi di cassa malati a tutti.
Come ben si vede, sul tema dei costi della salute il Movimento è ben presente: sia sul piano cantonale che su quello federale. Senza dimenticare l’iniziativa popolare leghista di inizio anni Duemila per la creazione di una cassa malati pubblica cantonale, che il Triciclo PLR-PPD-P$ non permise ai cittadini di votare!
Sugli orari di apertura dei negozi (secondo tema in votazione): quella approvata sette giorni fa è una modifica minima (una domenica di apertura in più all’anno, quindi da tre a quattro) fatta per venire incontro soprattutto ai piccoli commerci. Quelli che si trovano in sempre maggiori difficoltà non solo a causa della congiuntura, ma anche per colpa delle politichette ideologiche della partitocrazia, mirate a buttare fuori le automobili dai centri urbani. Il risultato è quello di desertificarli, danneggiando commerci e negozi. Da ribadire: quello approvato domenica non è un primo passo verse le aperture domenicali generalizzate perché, per legge federale, queste possono essere al massimo quattro all’anno.
Lorenzo Quadri