Governicchio e partitocrazia hanno fatto il disastro. Ma il conto lo pagano i cittadini
Sicché nei giorni scorsi il governicchio federale ha mandato avanti i suoi galoppini ad annunciare al popolazzo che la situazione, sul fronte dell’energia, è marrone. Specialmente in vista dell’inverno. In contemporanea, abbiamo pure appreso che i rivenditori di legna da ardere, in previsione della penuria di gas, sono stati presi d’assalto.
Fraseggi sovietici
Il vocabolario dei burocrati bernesi quando parlano di energia sembra ormai quello dell’Unione Sovietica: carenza, razionamenti, penuria, blackout, direttive. Non manca la comicità involontaria. Come quella del direttore dell’Associazione delle aziende elettriche svizzere, tale Michael Frank, che rimbrotta gli svizzerotti spreconi: “A differenza della Germania, il consumo di elettricità in Svizzera non sembra essere diminuito”. O Michele Franco (o Franco Michele), ma ci sei o ci fai? Come è possibile che in Svizzera il consumo di corrente elettrica diminuisca se la popolazione, “grazie” all’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia, continua ad esplodere in modo incontrollato?
Visto che viene evocata la Germania, è il caso di tenere a mente quanto segue: nella Confederella, la popolazione residente è aumentata del 21% negli ultimi due decenni. In Germania nello stesso periodo l’aumento è stato di appena l’1,3%. Solo nell’anno di disgrazia 2022, si prevede che il numero di persone che vivono in Svizzera crescerà di qualcosa come 200mila unità: praticamente un Cantone in più. Se siamo qui in troppi, è ovvio che consumiamo anche “troppo”!
A far crescere il consumo contribuisce pure, come ovvio, l’elettrificazione forzata della mobilità pubblica e privata nonché dei riscaldamenti, perseguita con ricatti ideologici ro$$overdi e soldi estorti al contribuente.
E poi il Michele Franco (o Franco Michele), che di lavoro fa il direttore della lobby delle aziende elettriche e quindi di energia dovrebbe pur capirne qualcosa – diversamente dalla kompagna Simonetta (P$) – si meraviglia che il consumo di corrente aumenta?
Solidarietà?
Ci sarebbe poi da ridere, se non ci fosse da piangere, sull’accordo di solidarietà (?) sul gas che Berna sta negoziando (?) con Berlino.
La Germania, grazie all’Anghela Merkel (la stessa che ha provocato il caos asilo del 2015) si è resa dipendente dal gas russo e adesso si trova nella palta. Se le cose si mettono male, il gas mancherà a lei. Però ci aspettiamo che lo dia a noi, in ottemperanza ad un qualche accordo di mutuo soccorso? Cippelimerli! Mica sono tutti fessi come gli svizzerotti!
Quanto scommettiamo che saremo semmai noi a dover mandare gas ai vicini teutonici, altro che riceverne?
Scarica barile
E’ poi scandaloso che nella comunicazione del governicchio federale per interposti burocrati sul disastro energetico manchi la benché minima assunzione di responsabilità.
Chi ha partorito la fallimentare strategia energetica 2050? Chi ha voluto ad ogni costo rinunciare al nucleare – 40% della produzione di corrente – favoleggiando che fosse possibile rimpiazzare l’atomo con il solare e l’eolico, che coprono il 5% del fabbisogno nazionale? Chi ha sconsideratamente chiuso, nel 2019, la centrale atomica di Mühleberg? Il Gigi di Viganello?
La Confederella ha deciso l’uscita dal nucleare per correre dietro al populismo ro$$overde post-Fukushima, ed intanto il Giappone riaccende reattori “come se niente fudesse”. Serve aggiungere altro?
Cavolate inaudite
Va ricordato che la prima fautrice dell’uscita della Svizzera dall’atomo, ovvero la Doris uregiatta, nel 2014 profferì avanti al parlatoio federale fonchiate del seguente tenore:
- “Per i prossimi 20 anni in tutti gli Stati europei ci sarà sufficiente produzione di energia”: certo, come no!
- “Fino ad inizio degli anni Settanta, la Svizzera si approvvigionava senza centrali nucleari”. O Doris, ma che cappero dici? Forse che ad inizio anni Settanta la Svizzera aveva 8.8 milioni di abitanti? No, ne aveva tre milioni in meno! Forse che ad inizio anni Settanta c’erano auto elettriche, riscaldamenti a termopompa, computer in ogni dove, e tutti gli apparecchi elettrici che abbiamo oggi? No!
$inistra contro i lavoratori
Gli unici a gongolare per la situazione attuale sono i $inistrati ro$$overdi. Costoro vanno in sollucchero per i prezzi dell’energia alle stelle. Le prime vittime del rincaro sono i lavoratori della fascia medio-bassa. Ma la gauche-caviar dei lavoratori se ne impipa. I soldatini Verdi-anguria alle Camere federali addirittura dichiarano che a loro parere la benzina dovrebbe costare 5 franchi al litro! Eh già: la mobilità deve diventare un privilegio per ricchi!
Ma lo sanno questi studenti a vita, che di “professione” fanno i parlamentari, quali conseguenze avrebbe sul reddito dei lavoratori la benzina a 5 franchi al litro? Tanto più che i costi di trasporto alle stelle influenzano poi il prezzo finale di tutti i prodotti? Oppure sono così imbesuiti dall’ideologia da non essere più in grado di arrivarci?
Con lo spauracchio del blackout…
A suon di tasse, diktat e divieti i kompagni ro$$overdi vogliono imporre ai cittadini di non prendere l’aereo (intanto il loro Consigliere federale Alain Berset va in giro a svolazzare per hobby), di non andare in macchina, di non spostarsi, di non accedere il riscaldamento d’inverno, di diventare vegani, di farsi una doccia alla settimana, di non tirare l’acqua del water, di andare a letto con le galline per non accendere la luce, e avanti con i deliri!
E’ il colmo: prima i $inistrati con le loro sciagurate politichette ideologiche e climatiste – come se il problema del mondo fossero le nostre emissioni di CO2– creano le condizioni perché i blackout prolungati invernali diventino una realtà in Svizzera (non nel Burundi: in Svizzera). Poi usano lo spauracchio dei blackout per imporci uno stile di vita mutuato dalla Corea del Nord!
I $inistrati dall’impiego statale garantito vorrebbero inoltre, in caso di bisogno, tagliare l’elettricità ed il gas alle aziende, così queste falliscono e licenziano. Ma avanti, votateli…
Facciamo così: in caso di penuria, cominciamo a chiudere il gas e la corrente agli stranieri in assistenza. Costoro nemmeno dovrebbero essere in Svizzera; quindi facciamo almeno in modo di ridurre il loro impatto energetico!
Impegni da dimenticare
Come già scriviamo da un po’, i politicanti devono essere in grado di fissare delle priorità. La priorità oggi è l’approvvigionamento energetico. Vanno quindi buttati a mare:
- La fallimentare strategia energetica 2050
- L’uscita dal nucleare
- Gli accordi di Parigi
- L’elettrificazione forzata della mobilità (con i soldi dei contribuenti)
- I diritti di ricorso delle associazioni ambientaliste che bloccano la realizzazione, rispettivamente il potenziamento, degli impianti per la produzione di energie rinnovabili.
Quelli elencati sopra (la lista non è certo esaustiva) sono lussi che non ci possiamo più permettere. I tempi sono cambiati. E non certo per colpa dei cittadini svizzeri. Non c’è più trippa per gatti.
Lorenzo Quadri