E beh, come volevasi dimostrare ecco che il Ticino comincia concretamente a risentire degli sbarchi in massa di asilanti nella vicina Penisola.

Sicché nei giorni scorsi una cinquantina di asilanti sono stati piazzati nientemeno che in Valle Maggia, nei rifugi della protezione civile di Lodano. Non sappiamo perché la scelta sia caduta proprio su questa località. Ci si trovava forse nei pasticci? In effetti a seguito della chiusura dei centri della Croce rossa da parte del DSS, centri dove almeno c’era una sorveglianza, i sedicenti rifugiati vengono adesso piazzati o in albergo a spese del contribuente (dove naturalmente questi “ospiti” fanno tutto quello che vogliono, comprese attività illecite, senza alcun controllo) oppure, quando questa pista non funziona, ecco che arrivano le soluzioni “creative” come quella in Valle Maggia!  Il fatto poi che il dossier asilanti sia gestito in parte dal DSS ed in parte dal Dipartimento delle istituzioni di certo non semplifica le cose…

Sta di fatto che 50 asilanti non sono pochi da gestire per un piccolo paese!

Ci piacerebbe poi sapere quanti di questi asilanti sono giovani uomini soli,  quanti sono famiglie, quanti suono “fuoriusciti” dalle patrie galere (che notoriamente sono state svuotate).

Aspettiamo inoltre che si verifichino i primi problemi di ordine pubblico legati ad una simile presenza imposta alla popolazione.  E quali saranno le sanzioni comminate ai sedicenti rifugiati che sgarreranno. Chissà perché c’è come il vago sospetto che non bisognerà attendere molto.

Istallazioni militari

Soprattutto, ci piacerebbe sapere perché non vengono utilizzate, per alloggiare gli asilanti, le installazioni militari in luoghi discosti che oltretutto avrebbero anche un benvenuto e necessario effetto dissuasivo. O si teme forse di venire bacchettati come “razzisti” da qualche organismo internazionale non eletto da nessuno e che non rappresenta assolutamente nessuno? Quegli organismi che naturalmente non fanno un cip davanti al fatto che in Italia i clandestini vengono semplicemente scaricati alla stazione di Milano e chi s’è visto s’è visto, ma sono però pronti a puntare ipocritamente il dito contro gli svizzerotti rei di utilizzare, per i sedicenti rifugiati, strutture che servivano per i cittadini elvetici?

Ma guarda un po’, vuoi vedere che adesso bisogna trattare gli asilanti meglio degli svizzeri altrimenti si viene bollati come “razzisti”?

 Andiamo tranquillamente avanti a discriminare i cittadini residenti a vantaggio degli immigrati; poi non lamentiamoci se c’è chi perde le staffe. Gli scriteriati spalancatori di frontiere all’insegna dell’internazionalismo becero portano delle pesantissime responsabilità. Altro che strillare contro i presunti xenofobi!

Forse non si è ancora capito che dobbiamo diventare meno attrattivi per i presunti rifugiati. Altrimenti verremo sempre più presi d’assalto. E sappiamo bene che le voci circolano in fretta.

Aspettiamo i reati

Inoltre: se effettivamente il collocamento a Lodano è stato effettuato in quattro e quattr’otto al punto che il municipio – così le informazioni pubblicate – non ha neppure fatto a tempo ad informare i propri concittadini della bella “sorpresa”,  vuol dire che si è trattato di un’operazione d’emergenza.

Ma come: sono settimane che gli sbarchi in Italia avvengono al ritmo di migliaia al giorno (incoraggiati dalle dichiarazioni fuori di cotenna di taluni esponenti istituzionali della Penisola). Di conseguenza gli asilanti si ammassano anche a nord: quindi vicino ai nostri confini. E nessuno alle nostre latitudini se ne era accorto? I funzionari uregiatti del DI erano tutti in vacanza? Oppure remano contro (tanto si sa chi poi si prenderà la colpa)? E i kompagni del DSS?

Va da sé che aspettiamo sempre di sapere quanti asilanti ospitano in casa propria i kompagni politikamente korretti, quelli del “venite in Svizzera che ci sono soldi e posto per tutti”.

In realtà non ci vuole molta fantasia ad immaginare la risposta. La nostrana gauche, sempre più “caviar”, di suo ci mette solo i blabla. I disagi (eufemismo) se li devono sorbire gli altri.

Lorenzo Quadri