Come da copione in Italia è scattato l’ennesimo allarme sbarchi. In tre giorni sono arrivati nel Belpaese oltre 10mila clandestini. L’Unione europea si è già esibita nel proclama “dobbiamo aiutare l’Italia”.  Questo però non lo dicono certo gli Stati membri. Lo dicono gli eurocrati. Nello specifico il commissario UE agli affari interni. Che tra l’altro è un greco. E la Grecia, ma guarda un po’, pratica il respingimento in mare.

Gli altri Paesi UE?

Come gli altri paesi UE “aiuteranno” l’Italia, siamo ben curiosi di vederlo. La Francia in genere “aiuta” chiudendo le frontiere. Al proposito la scorsa estate da un sondaggio realizzato da LeFigaro emergeva che oltre il 90% degli interpellati sarebbe stato favorevole al ripristino dei controlli alla frontiera, e quindi all’abolizione degli accordi di Schengen, per combattere l’immigrazione clandestina in arrivo attraverso l’Italia.

La Germania e l’Austria sono sulle stesse posizioni. I rifugiati che spettano all’Italia glieli rimandano senza eccezioni, in base al principio: “Mare nostrum”? Immigrati vostri. L’operazione “Mare nostrum” è conclusa. Ma l’andazzo rimane il medesimo. L’Italia è ancora il ventre molle dell’immigrazione in Europa. Non solo per questioni geografiche. Anche per scelte politiche. Scelte le cui conseguenze non possono essere semplicemente  scaricate sui vicini.

Il copione quindi è già scritto. I compagni di merende UE lasceranno “tranquillamente” l’Italia nel suo brodo, anche ispirati da riflessioni elettorali.

Primi della classe

Il ritornello “dobbiamo aiutare l’Italia” lo sentiamo anche noi, da parecchio tempo ormai, dalla kompagna Simonetta Sommaruga. In questo caso però non si tratta solo di parole. Perché per Sommaruga e soci non basta essere di gran lunga i primi della classe. Bisogna fare ancora di più.

La Svizzera già oggi è il paese che accoglie più richiedenti l’asilo. Circa 25mila all’anno. Contro, ad esempio, i 110mila della Germania. Che, però, ha 10 volte gli abitanti della Svizzera.

Come se non bastasse la kompagna Sommaruga non manca mai di promuovere qualche azione speciale, ad esempio l’arrivo di migliaia di profughi siriani extra. Se poi tra questi ci sono “fior” di aderenti all’Isis travestiti da richiedenti l’asilo, la ministra di Giustizia non se ne cura troppo. L’importante è “aprirsi”!

Del resto, sul terrorismo islamico in generale, la $inistra, per il tramite della Consigliera nazionale vodese Cesla Amarelle (quanti passaporti?) ha precisato la propria posizione: se il terrorista nel suo paese d’origine rischia la vita, la Svizzera non ha diritto ad espellerlo. Quindi ce li teniamo tutti qui! Un invito più esplicito a scegliere il nostro paese per insediarvi delle cellule Isis non lo si poteva formulare.

Gli eritrei

C’è poi un’altra “questioncella” giustamente sollevata dal Guastafeste: quella dei richiedenti l’asilo eritrei. Essi fuggono da un Paese dove non è in corso alcuna guerra; se ne vanno per evitare il lungo servizio militare. Gli eritrei costituiscono il principale gruppo di richiedenti l’asilo in Svizzera (circa 7000 all’anno). Il parlamento ha votato e il popolo pure, avendo respinto il referendum del P$, il nuovo articolo della Legge sull’asilo in base al quale uno straniero non può ottenere lo status di rifugiato se è arrivato in Svizzera come disertore o renitente alla leva. Tuttavia il Tribunale amministrativo federale ha bellamente turlupinato la legge stabilendo che il nuovo disposto di legge “non impedisce la concessione dell’asilo a chi rischia non solo di essere sanzionato per non essersi voluto arruolare, ma pure di essere perseguito”. Quindi il popolo vota una misura per rendere più restrittivo il diritto d’asilo e subito arrivano i legulei di turno ad aggirarla. Fatta la legge, trovato l’inganno… dai tribunali.

Dovete aiutare

In conclusione: per quel che riguarda la Svizzera, non ci può essere nessun “dobbiamo aiutare l’Italia”. Non solo perché l’Italia è inadempiente nei nostri confronti più o meno su tutto, ma perché la Confederazione – come dimostrano le cifre sopra – non solo fa già la sua parte; fa parecchio di più.  Se l’Italia deve essere aiutata, allora dai compagni di merende UE.

Dobbiamo aiutare l’Italia? No: Dovete aiutare l’Italia.

 

Lorenzo Quadri