E adesso avanti con la chiusura notturna di tutti i valichi secondari con il Belpaese

 

Ad inizio aprile è entrata in vigore la famosa chiusura notturna in prova per sei mesi di tre valichi secondari con il Belpaese.

La misura è stata decisa dalla Confederazione dopo l’approvazione in sede parlamentare della mozione della deputata leghista Roberta Pantani.

Si ricorderà che, alla notizia della chiusura, i vicini a sud hanno dato fuori di matto. I politicanti d’oltreramina si sono messi a starnazzare a pieni polmoni contro gli svizzeri razzisti che discriminano gli italiani. Come di consueto, a lorsignori gli svizzeri razzisti fanno ribrezzo, ma i soldi dei ristorni ed i posti di lavoro in Ticino, invece, li gradiscono assai.

Pretesto per mettersi in mostra

Si è subito capito che la shistorm ( = tempesta di cacca) antisvizzera (ed antileghista) era solo un pretesto per mezze tacche in fregola di visibilità per poter finalmente metter fuori il faccione sui media rilasciando dichiarazioni surreali.  Quando si è  in campagna elettorale nel Belpaese, spacciarsi per paladini dei frontalieri paga. Peccato che questi ultimi con la chiusura notturna dei tre valichi non c’entrino un tubo.

Ricordiamo pure che la Farnesina (ministero degli esteri italico) arrivò al punto da convocare d’urgenza (uhhhh, che pagüüüraaa!) l’ambasciatore di Svizzera a Roma per chiedere “spiegazioni”. Speriamo che il buon Kessler si sia presentato munito di disegnini per chiarire meglio il messaggio.

Fortunatamente, il dossier valichi rientra sotto la competenza del Dipartimento delle finanze di Ueli Maurer sicché, malgrado gli isterismi italici, la misura è rimasta al suo posto. Se la decisione fosse dipesa dalla ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga, poco  ma sicuro che l’epilogo sarebbe stato l’abituale calata di culottes in stile elvetico.

Ulteriori strilli

In questo clima di shitstorm antisvizzera per una misura che rientra ampiamente nella nostra sovranità nazionale – e ci mancherebbe ancora che a decidere sulla nostra sicurezza fosse la vicina Repubblica che tra l’altro in questo campo non brilla particolarmente – era nata la prima pagina del Mattino che vedete riprodotta. Vi figurano degli scassinatori (rappresentati come Bassotti) che dall’Italia tentano di entrare in Ticino ma vengono fermati dalla barriera abbassata e dai due supereroi leghisti (SuperNorman e WonderPanty). La pagina aveva suscitato ulteriori strilli. E non solo al di là del confine. Si ricorderà che un certo avvocato luganese aveva subito telefonato al quotidiano di servizio (LaRegione) per annunciare segnalazioni al Ministero pubblico per presunto razzismo. Naturalmente non c’è stata nessuna segnalazione, dal momento che la prima pagina in questione nemmeno lontanamente potrebbe configurare il reato invocato.

La petizione

Non solo. Sempre a seguito della copertina “incriminata” (che tra l’altro finì anche sui giornali della Svizzera tedesca) tale Marco Villa, responsabile del Gruppo Frontalieri Ticino (?) ebbe la bella idea di lanciare una petizione per chiedere al Consiglio federale di chiudere il Mattino. Uella!

Hai capito il signore? Ha la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino ma pretende di imporre in casa nostra misure fasciste di censura.  Naturalmente i sedicenti paladini della libertà di stampa al proposito rimasero muti come avelli. Chiaro: per costoro solo  chi la pensa come loro ha il diritto di esprimersi. Gli altri vanno zittiti e criminalizzati. Il dogma del pensiero unico multikulti e spalancatore di frontiere!

Villa asfaltato

Adesso sappiamo che la  raccolta firme per la chiusura del Mattino (ci perdevamo il sonno di notte) si è risolta in un epico flop. 44 sottoscrizioni  raccolte in tre mesi: un vero e proprio record negativo. Sarebbe poi interessante sapere quanti firmatari hanno il passaporto rosso e risiedono in Svizzera. Il promotore – uno che si sciacqua la bocca con slogan come “rispetto”, “legalità”, “serenità” per poi sbroccare sulla sua paginuzza di faccialibro (facebook) distribuendo insulti a destra e a manca  – è stato letteralmente asfaltato. Figura di palta! Se Villa ci tiene,  è ovviamente liberissimo di andare a Berna consegnare le sue preziose 44 firme alla cancelleria federale; sarà, per i funzionari, una benvenuta occasione per farsi qualche grassa risata. In ogni caso, il Consiglio federale non ha facoltà di chiudere testate giornalistiche. Queste cose succedono solo nei regimi che evidentemente piacciono al promotore della petizione. Si consiglia comunque ai frontalieri, per non rischiare di essere accomunati a certi personaggi, di prendere le distanza dal Gruppo Frontalieri Ticino e dal suo responsabile.

PS: E’ ovvio che, essendo i primi tre mesi di sperimentazione della chiusura notturna dei tre valichi secondari andata per il meglio, la misura va resa definitiva e va estesa a tutti i valichi secondari con il Belpaese. Così come deciso alle Camere federali (che mai hanno parlato di periodi di prova o  di chiusura solo di alcune dogane).

Lorenzo Quadri