E poi dicono che non è vero che siamo il paese del Bengodi per migranti economici?

 

I costi della socialità svizzera sono andati “allegramente” fuori controllo. Ciò è accaduto con il fattivo contributo dell’immigrazione scriteriata e del caos asilo.

I dati a livello federale parlano chiaro: il numero degli svizzeri in assistenza resta più o meno costante per rapporto alla popolazione, mentre in altre nazionalità si evidenziano delle vere e proprie esplosioni.

“Cambio di prassi”

Per quel che riguarda gli svizzeri in assistenza, occorrerebbe poi verificare quanti di questi svizzeri sono effettivamente tali e quanti sono invece naturalizzati di fresco (lo stesso problema che si presenta quando si leggono le statistiche della criminalità).

Vedi al proposito, in Ticino, il caso eclatante citato di recente come “cambio di prassi” del Consiglio di Stato in materia di espulsione di dimoranti a carico dello Stato sociale. La compagna sudamericana in assistenza di un “cittadino svizzero” (anch’egli in assistenza) potrà rimanere in Ticino a seguito della nuova prassi governativa. Peccato che il compagno in questione il passaporto svizzero ce l’abbia da un paio d’anni.

Eritrea: cifre allucinanti!

Qual è il dato più eclatante (ripreso dalle statistiche federali) sulle nazionalità di riceve l’assistenza in Svizzera? Quello dei cittadini eritrei, che evidentemente sono arrivati da noi come asilanti. Malgrado non scappino da alcuna guerra. Malgrado, come disse il consigliere del presidente eritreo in visita a Berna, si tratti di “giovani formati, sui quali il nostro paese ha investito, e che tornano a casa per le vacanze, a dimostrazione che non sono dei perseguitati”. Ebbene, dicono le statistiche federali che nel 2006 in Svizzera c’erano 276 eritrei in assistenza, mentre nel 2014 ce n’erano 6’547 (oggi, a seguito del caos asilo, saranno di sicuro parecchi di più). Fatto sta che l’aumento di eritrei in assistenza in otto anni è stato di ben il 2’272%! E poi gli spalancatori di frontiere hanno il coraggio di  venirci a dire che non è vero che siamo il paese del Bengodi per migranti economici, che sono tutte balle della Lega populista e razzista?

Immigrazione uguale ricchezza?

Oggi, tra le nazionalità straniere più rappresentate tra i beneficiari di prestazioni sociali  in Svizzera, gli eritrei si collocano al quinto posto. In cima alla classifica troviamo il Portogallo (il 9.22% degli stranieri in assistenza in Svizzera hanno nazionalità portoghese), seguito da Turchia (9.06%), Italia (8.56%), Serbia (5.69%), e, appunto, Eritrea (5.4%).

Ma se il numero di eritrei in assistenza è aumentato del 2’272% (sic!) in 8 anni (e gli ultimi due anni mancano ancora dalle statistiche) anche altre nazionalità hanno raddoppiato, triplicato o quadruplicato la propria presenza percentuale. Comprese quelle UE. Tra il 2006 ed il 2014 i rumeni in assistenza sono aumentati del 168%. I bulgari del 159%. Perfino i tedeschi sono raddoppiati! E non dimentichiamoci che queste cifre non tengono conto delle naturalizzazioni facili.

Cos’è che venivano a raccontarci gli spalancatori di frontiere e camerieri dell’UE? “Immigrazione uguale ricchezza”? “Con la libera circolazione arrivano forze di lavoro specializzate indispensabili per l’economia”?

 Paese del Bengodi

La Svizzera – chiusa e razzista – oltre ad avere il tasso di stranieri più elevato di tutta Europa (con l’unica eccezione del piccolo Lussemburgo) si ritrova con un saldo migratorio dalla sola UE di 80mila persone in più all’anno. Che in cifre assolute aumenti il numero degli stranieri a carico dello stato sociale è la logica conseguenza. Assai meno conseguente è l’aumento percentuale. Per prendere l’esempio dei tedeschi (così magari anche gli amici d’Oltralpe ci fanno una qualche riflessione): tra il 2006 ed il 2014 il loro numero in Svizzera è senz’altro aumentato; però la percentuale di tedeschi in assistenza avrebbe dovuto rimanere costante. Invece è cresciuta alla grande. E questo testimonia della  massiccia immigrazione nello Stato sociale. Altro che balle della Lega populista e razzista!

 

Avanti così…

E come la mettiamo, per chiudere il cerchio, con quell’aumento del 2272% (sic!) degli eritrei in assistenza? Vogliamo continuare a fare entrare e a mantenere tutti? Poi ci chiediamo come mai ci toccherà andare in pensione a 70 anni e farci tartassare sempre di più?

Lorenzo Quadri