I rinforzi non bastano! Servono controlli sistematici alle frontiere e muri sul confine
Chi l’avrebbe mai detto! Il caos asilo continua e peggiora. Di netto. Nei giorni scorsi abbiamo appreso, ma tu guarda i casi della vita, che il numero degli ingressi clandestini in questo sempre meno ridente Cantone è più che raddoppiato. Nei primi 5 mesi del 2017 sono stati 6’726. Nello stesso periodo del 2016, invece, eravamo a quota 3’374. A seguito di questa situazione le Guardie di confine si organizzeranno con rinforzi provenienti dalle altre regioni della Svizzera.
Davanti all’ennesimo scempio, appare scontato sollevare alcune questioncelle.
Prima questioncella
Proprio in campo di caos asilo: la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, nelle scorse settimane è andata in Italia a slinguazzare il Belpaese e a farsi prendere per i fondelli dal ministro degli Interni Minniti Domenico Luca detto Marco (sic!) con il triplo pelo sullo stomaco. Non risulta che la kompagna Consigliera federale abbia tematizzato la questione della rotta mediterranea spalancata e dell’esplosione degli ingressi clandestini in Ticino. Certamente tali argomenti non sarebbero risultati graditi all’interlocutore italico: e si sa che la Svizzera, quando si rapporta con altri Stati o con la fallita Unione europea, deve (?) unicamente “dare l’esempio”, acconsentire, ubbidire, calare le braghe, mettere mano al portafoglio (dei contribuenti). In questo caso si aggiunge pure una certa dose di coda di paglia. Infatti la Confederazione – nel caso concreto: il Dipartimento del quasi ex ministro degli esteri Didier Burkhaltèèèr (PLR) – finanzia le ONG che trasportano i clandestini in Sicilia. E’ evidente che 1) i barconi devono essere affondati nei porti prima della partenza (ovviamente quando a bordo non c’è nessuno) e 2) quelli intercettati in mare vanno riportati indietro e non certo accompagnati in Italia! Invece…
Ma di queste brutte cose, naturalmente, la ministra del “devono entrare tutti” ed i suoi degni colleghi con i pantaloni abbassati ad altezza tallone non vogliono parlare. E nemmeno vogliono sentir parlare.
Seconda questioncella
I costi per l’asilo sono letteralmente esplosi. Nel 2015 eravamo ad 1,2 miliardi. Un annetto fa, il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze Serge Gaillard aveva dichiarato, tranquillo come un tre lire, che per il 2018 si prevedeva una spesa doppia, ossia 2.4 miliardi. Domandina facile facile: a che punto siamo oggi con le previsioni? I 2,4 miliardini del Gaillard sono ancora attuali, oppure già si mette in conto un ulteriore impennata? Gli scienziati bernesi sono consapevoli che questi miliardi non crescono sugli alberi? Che se vengono per i migranti economici, poi mancano quando si tratta di interventi a favore degli svizzeri? Oppure i finti rifugiati con lo smartphone, che non scappano da nessuna guerra, per il Consiglio federale sono più importanti dei cittadini elvetici?
Terza questioncella
E’ evidente che c’è un problema di attrattività. Siamo troppo attrattivi per i finti rifugiati. Del resto, più ce ne sono e più certe organizzazioni ro$$e lucrano. Non a caso, il partito di riferimento di queste associazioni e la sua Consigliera federale predicano il “devono entrare tutti”. Un concetto che è stato esteso al “devono restare tutti”. A Berna la partitocrazia spalancatrice di frontiere è infatti riuscita a stabilire che i sedicenti rifugiati ammessi provvisoriamente non devono venire rimpatriati il prima possibile, così come impone il principio stesso dell’asilo, il cui scopo è protezione e non immigrazione. Nooo, ma quando mai! Non si manda via nessuno! Vergogna, beceri populisti e razzisti! I presunti rifugiati ammessi provvisoriamente (che poi magari tornano nel paese d’origine per trascorrervi le vacanze (?) perché “lì è più bello”) devono restare in Svizzera in via definitiva. E “dal momento che restano” (restano per volere della partitocrazia!) vanno integrati nel nostro mercato del lavoro. Ovviamente a scapito dei disoccupati residenti. Chiaro l’andazzo del triciclo PLR-PPD-P$? Altro che 9 febbraio. Altro che “Prima i nostri”. La precedenza ce l’hanno i finti rifugiati!
Con simili politiche fuori di capoccia, è ovvio che la Svizzera venga presa d’assalto dai migranti economici e che gli ingressi clandestini raddoppino. Ma l’invasione è pianificata. La nuova legge sull’asilo serve infatti a fornire al Dipartimento Sommaruga gli strumenti per creare centri asilanti a go-go in stabili della Confederazione, senza dover chiedere niente a nessuno. Centri “provvisori” (massimo tre anni), certo. Ma che poi – proprio come gli asilanti – diventano “permanenti”. Vedi il caso di Losone.
Quarta questioncella
Dai Land tedeschi a noi confinanti la lamentela è giunta a più riprese: “voi svizzerotti avete i confini a colabrodo, troppi finti rifugiati arrivano da noi passando dalla Confederella”. Negli scorsi mesi, le dichiarazioni si sono fatte molto esplicite: i vicini a Nord si riservavano di reintrodurre i controlli sistematici ai confini con la Svizzera, sbattendosene degli accordi di Schengen. Perché loro “possono”. Malgrado siano nell’ UE. Invece da noi, che ci troviamo confrontati con il raddoppio degli ingressi clandestini dal Belpaese, ci si aspetta che andiamo avanti come prima? Altrimenti i politicanti d’oltreramina starnazzano e vanno a frignare a Bruxelles (magari con atti parlamentari scritti dalla mamma)?. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. Non bastano i rinforzi alle guardie di confine. Ci vogliono anche i controlli sistematici alle frontiere: quelli che i tedeschi “possono” introdurre. E ci vogliono pure i MURI sul confine.
Lorenzo Quadri