Ma naturalmente nessuna misura per contenere l’invasione è stata messa in atto
Esplodono i padroncini, notifiche cresciute del 63%
Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire. Niente che non fosse già stato preannunciato. Il numero delle notifiche inoltrate in Ticino da padroncini e distaccati è esploso ulteriormente nell’anno 2013, segnando un aumento del 63%. Le notifiche sono dunque passate dalle 23mila nel 2012 alle 37’600 del 2013. Quindi chi, in particolare gli impresari costruttori, già parecchi mesi fa aveva stimato, tra l’incredulità generale, che a fine 2013 le notifiche dei padroncini sarebbero state 38mila, ci aveva azzeccato.
Queste notifiche equivalgono a lavori per centinaia di milioni di Fr, una cifra d’affari enorme che va persa all’economia italiana per andare a foraggiare quella d’Oltreconfine.
E’ evidente che gli operatori ticinesi si trovano in grosse difficoltà a seguito di questa concorrenza sleale. Sleale dal momento che i padroncini, ormai l’hanno capito anche i paracarri, le tasse e gli oneri sociali non li pagano da nessuna parte ed ovviamente chi non ha certe spese sarà sempre più conveniente sui prezzi di chi queste spese le ha.
Se siamo giunti a questa situazione ci sono dei responsabili. E sono gli stessi che adesso pretendono di far votare no all’iniziativa Contro l’immigrazione di massa; ed è proprio il colmo.
Continuare, davanti a qualsiasi proposta per cambiare le cose, a ripetere il mantra del “sa po mia”, non incanta più nessuno.
Di proposte concrete su cosa fare sono state formulate. Tante. L’abolizione delle notifiche on line, la trasmissione in copia delle notifiche all’autorità fiscale italiana, il potenziamento dei controlli, l’eliminazione della discriminazione delle ditte svizzere sull’IVA, sono solo alcuni esempi. Niente di tutto questo è stato fatto.
Il compianto Michele Barra aveva aperto le danze presentando e finanziando di tasca propria uno studio sui padroncini. Purtroppo non è vissuto abbastanza per poterlo trasformare in realtà. La maggioranza non leghista del Consiglio di stato, animata dalla necessità politica di non lasciare campo libero alla Lega per ovvi scopi elettorali, ha partorito la farsa delle 62 misure. Misure all’insegna del laviamoci le mani, dal momento che tutti i provvedimenti con una qualche efficacia vengono o scartati già di bel principio, oppure affidati alla buona volontà della Confederazione. Buona volontà inesistente, e lo si sa benissimo, avendo Berna sempre risposto picche alle richieste di intervento nel settore padroncini e distaccati, e con le scuse più inverosimili. Ed infatti le 62 misure, partorite prima di Natale, sono già finite in dimenticatoio. A Bellinzona non se ne parla più. Si preferisce occuparsi di questioni contabili e di sordide diatribe tra partiti, che nulla portano al cittadino ed in particolare all’artigiano o alla PMI in attesa di risposte. Intanto le statistiche ci dicono che il numero dei padroncini attivi in Ticino è esploso nella misura da incubo di cui sopra.
Dopo non aver fatto assolutamente nulla per contrastare gli effetti devastanti della libera circolazione delle persone, tra cui per l’appunto l’esplosione del numero dei padroncini, il Consiglio federale e la maggioranza del Consiglio di Stato vorrebbero convincere la gente a continuare a sostenerla, promettendo fantomatiche misure accompagnatorie. Queste promesse non hanno più uno straccio di credibilità.
Se nemmeno con un aumento delle notifiche del 63% da un anno all’altro, se nemmeno confrontati con la stratosferica cifra di quasi 38mila notifiche ci si scrolla dal letargo e si pongono finalmente delle limitazioni efficaci e non solo di facciata, è evidente che il programma è semplicemente quello di assistere passivi allo sfascio del paese in nome del rispetto di accordi cui più nessuno si attiene, e in nome del “bisogna aprirsi all’UE”. Solo il cittadino può cambiare le cose votando Sì all’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” il 9 febbraio.
Lorenzo Quadri