Il prossimo 28 febbraio i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare sulla cosiddetta iniziativa d’attuazione. Si tratta di quell’iniziativa, lanciata dall’Udc, che serve ad attuare quanto già approvato dal popolo il 28 novembre 2010. E già qui i conti non tornano. Un’iniziativa popolare per riuscire, e quindi diventare realtà, deve venire votata una volta e non due. L’iniziativa da attuare, comunque, è quella che chiede l’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano dello stato sociale.
Visto il tema, l’inadempienza federale non è certo una sorpresa. Forse qualcuno pensa di poter scopare sotto il tappeto il voto popolare sgradito. Un atteggiamento diventato di gran moda, specie dopo il 9 febbraio 2014. Ma non è così che funziona.
La presa per i fondelli
Lo scorso marzo il Parlamento federale ha deciso a maggioranza un’applicazione dell’iniziativa delle espulsioni che pappagalla il controprogetto messo in votazione nel 2010. Quest’ultimo però – ma tu guarda i casi della vita – venne respinto nettamente dal popolo, a vantaggio dunque dell’iniziativa. Siamo quindi davanti ad una presa in giro. Il governo e la maggioranza del parlamento non hanno la volontà di espellere gli stranieri che delinquono.
Il controprogetto contiene infatti una clausola per casi di rigore. Apparentemente ragionevole, quest’ultima permette invece all’autorità giudiziaria di trovare sempre un qualche appiglio per non espellere il delinquente straniero. Anche se quest’ultimo si è macchiato di reati della massima gravità. In barba alla volontà popolare il malvivente rimane dunque in Svizzera. E non di rado (oltre al danno, la beffa) è anche a carico del nostro Stato sociale.
Le cifre parlano chiaro
Gli stranieri che delinquono non sono una balla populista e razzista. Sono una realtà. Le statistiche federali lo dimostrano. Nel 2014 in Svizzera il 57.7% degli omicidi sono stati commessi da delinquenti stranieri, idem il 61.3% degli stupri, il 73% dei furti con scasso ed il 50% delle lesioni personali gravi. Se si considera che nel nostro paese la popolazione straniera è circa il 25% del totale, la sproporzione appare evidente. A ciò va aggiunto che i reati commessi da naturalizzati non sono, e di proposito, rilevati da alcun indicatore.
A livello federale, il 73% dei detenuti è straniero. I costi per l’esecuzione delle pene in Svizzera sono passati da 400 milioni annui nel 1990 al miliardo ed oltre di oggi. Se si considera che, come detto, il 73% dei detenuti è straniero, ne consegue che la loro detenzione costa al contribuente svizzero 730 milioni di Fr all’anno. Non proprio noccioline.
Politica inadempiente
Chi arriva nel nostro paese e si macchia di reati gravi non ha il diritto di rimanere. Questo ha deciso il popolo già cinque anni fa. Il compito è chiaro, ma la politica è inadempiente. E non è nemmeno pentita. Basti pensare che, pochi giorni prima di Natale, 40 “senatori” su 46 – quindi tutti i consiglieri agli Stati tranne i rappresentanti dell’Udc – hanno firmato una dichiarazione contro l’iniziativa per l’espulsione. Tra i firmatari anche i due rappresentanti ticinesi, malgrado i cittadini del nostro Cantone quell’iniziativa l’abbiano approvata.
Abusi nel sociale
L’espulsione degli stranieri che delinquono serve alla sicurezza di tutti quanti vivono in Svizzera. Compresi dunque gli stranieri onesti. La sicurezza, è, evidentemente, una condizione quadro indispensabile alla nostra piazza economica. E anche l’allontanamento di quei cittadini stranieri che hanno abusato delle prestazioni sociali serve a consolidare queste ultime (meno abusi uguale meno costi). Oltretutto, una lotta efficiente ai “furbi” permette di non accumunare i veri bisognosi ai disonesti. In generale, le espulsioni certe e sistematiche nei confronti di chi si è macchiato di reati la cui gravità o reiterazione rendono questo passo giustificato e necessario, avrà anche un benvenuto effetto preventivo e dissuasivo. Quell’effetto dissuasivo che le nostre carceri “di alto standing” evidentemente non hanno nei confronti di malviventi in arrivo da paesi dove il regime detentivo è di tutt’altro genere.
Per tutti questi motivi, il 28 febbraio occorre confermare la volontà popolare già espressa il 28 novembre 2010 e votare sì all’iniziativa d’attuazione. Bacchettando così, ancora una volta, il Consiglio federale e la maggioranza del parlamento che hanno aggirato il voto popolare.
Lorenzo Quadri
Senatori contro i ticinesi
Ennesima dimostrazione che i cittadini ticinesi non sono rappresentati al Consiglio degli Stati: i due senatori di questo sfigatissimo Cantone, l’uregiatt Pippone Lombardi ed il radikale Fabio Abate, hanno firmato una dichiarazione CONTRO l’espulsione dei delinquenti stranieri, malgrado i cittadini ticinesi abbiano votato per l’espulsione. Ecco cosa succede a mandare alla Camera alta i sabotatori della volontà popolare. Il 28 febbraio, asfaltiamoli votando SI’ all’iniziativa d’attuazione!