Delinquenti stranieri che vengono allontanati in realtà restano qui. Grazie, triciclo!

Nel 2010, il popolo svizzero votò per l’espulsione dei delinquenti stranieri. Ma la partitocrazia fece a lungo melina. Di conseguenza, venne lanciata l’iniziativa d’attuazione. Essa chiedeva di – appunto – finalmente attuare la decisione popolare sgradita al triciclo. A seguito di questa mossa, il parlatoio si decise a procedere a qualche modifica di legge (all’acqua di rose). Così, quando si trattò di votare sull’iniziativa d’attuazione, era il febbraio 2016, la casta raccontò la fola che le modifiche testé citate avrebbero permesso di allontanare dalla Svizzera 4000 delinquenti stranieri ogni anno: quindi, cosa volete ancora? L’iniziativa d’attuazione venne di conseguenza respinta dalle urne.

Però, ma tu guarda i casi della vita, il numero reale delle espulsioni è assai diverso da quello annunciato. E ben inferiore: si parla di circa 800 espulsioni all’anno. Vale a dire un quinto della cifra strombazzata. Passata la festa, gabbato lo santo!

La presa per il lato B

Lo scempio è facile da spiegare.

1) Prima della votazione, la casta ha sparato cifre a vanvera, in base al noto motto: “in temp da guera, püsee ball che tera”.

2) I giudici dei tribunali, insediati dalla partitocrazia,  abusano del proprio margine di apprezzamento per sventare le espulsioni.

Ad esempio, nell’anno di disgrazia 2019 è accaduto che ben 1183 criminali siano scampati all’allontanamento. Tra loro c’erano 10 stupratori, 99 spacciatori di droga, 36 autori di reati violenti, 22 pedofili e 16 rapitori. Ciliegina sulla torta: meno del 5% degli stranieri che hanno frodato lo stato sociale ha dovuto lasciare il paese. Praticamente, il nulla! Gli approfittatori “non patrizi” rimangono tutti qui.

Come detto, questi sono i dati del 2019. Ma non c’è motivo di credere che la situazione sia cambiata negli anni successivi.

In più, i balivi di Bruxelles vogliono imporci la loro direttiva sulla cittadinanza. La quale azzererebbe di fatto le espulsioni dalla Svizzera degli stranieri UE. Alla faccia della volontà popolare! E scommettiamo che il “medico italiano” del PLR è pronto a calare le braghe anche su questo?

Non-espulsioni

Un numero spropositato di espulsioni, dunque, non viene decretato. E adesso si “scopre” (per modo di dire) che pure parecchie di quelle pronunciate sono  in realtà farlocche. Accade infatti che il delinquente straniero lasci sì formalmente la Svizzera, per trasferirsi però nella fascia di confine italica. E da lì, grazie alle frontiere spalancate dalla partitocrazia, continua ad entrare ed uscire liberamente dal nostro territorio. Magari per svolgervi attività losche. Così l’espulsione si tramuta in una non-espulsione!

La scorsa settimana è diventato di pubblico dominio un caso eclatante. Un ragazzo ticinese è stato aggredito a Campione d’Italia.  L’aggressore è uno degli uomini coinvolti nell’omicidio di Via Odescalchi a Chiasso. Costui, un italo-brasiliano, ha scontato 7 anni di prigione. Espulso dalla Svizzera per 15 anni, ha avuto la buona idea di trasferirsi nell’enclave italica. E lì di frontiere con la Svizzera nemmeno ce ne sono.

Da notare che l’aggressione è avvenuta ad appena due settimane dalla scarcerazione. Andiamo bene!

Le cronache scrivono inoltre che l’italo-brasiliano sarebbe sceso da “un’auto di grossa cilindrata”. Sicché uno che è stato in cella per 7 anni, dopo 15 giorni a piede libero già possiede “auto di grossa cilindrata”?

Delle due l’una

E’ chiaro che situazioni del genere non stanno né in cielo né in terra. Non è possibile che uno straniero espulso vada a stare a Campione, da dove si accede al territorio ticinese senza alcuna limitazione. Delle due l’una: o si trova il sistema per impedire ad un delinquente allontanato dalla Svizzera di domiciliarsi nell’enclave, oppure si piazza una bella dogana, ovviamente presidiata!

La situazione di Campione è estrema. Ma – in regime di frontiere spalancate dalla partitocrazia – non è poi così diversa da quella di altri comuni della fascia di confine del Belpaese! Ci piacerebbe proprio sapere quanti delinquenti stranieri residenti in Ticino dopo l’espulsione si sono trasferiti appena al di là della ramina, e di conseguenza tornano qui a piacimento, “come se niente fudesse”!

Un paio di domandine

Interpellato dai media su un tale scempio, il responsabile dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa quasi lascia ad intendere che sarebbe meglio non espellere. Perché se il galeotto rilasciato rimane in Svizzera può essere seguito dal suo ufficio (con quali risultati?), mentre se viene allontanato no.

Ohibò, ma stiamo scherzando? Chi è stato espulso non deve poter mettere piede in Svizzera per tutta la durata del periodo di espulsione, punto! A maggior ragione se si tratta di un individuo pericoloso! Ne abbiamo piene le scuffie di vedere la sicurezza del nostro paese rottamata e la volontà popolare aggirata perché la partitocrazia ha spalancato le frontiere, col risultato che in Svizzera entra liberamente tutta la foffa!

A questo punto s’impongono un paio di facili domandine:

  • Quanti delinquenti stranieri, ex residenti in Ticino, macchiatisi di reati che comportano l’espulsione dalla Svizzera sono stati effettivamente allontanati, e quanti sono ancora qui?
  • Quanti dei delinquenti espulsi si sono trasferiti appena al di là della ramina o addirittura a Campione d’Italia, e dunque grazie alla libera circolazione continuano a bazzicare in Ticino aggirando così la decisione d’espulsione e creando situazioni di pericolo in casa nostra?
  • Visto che oltre il 70% dei detenuti alla Stampa è straniero, l’Ufficio dell’assistenza riabilitativa è l’ennesimo servizio statale, finanziato con i nostri soldi, che esiste solo perché ci siamo riempiti di criminalità d’importazione?

Lorenzo Quadri