Ringraziamo i legulei dei tribunali e la devastante libera circolazione delle persone

I soldatini della SECO, quelli delle statistiche farlocche  sulla disoccupazione, stanno diffondendo concitatamente una marea di panzane per puntellare la devastante libera circolazione delle persone. Per la serie: non esiste né sostituzione di lavoratori svizzeri con frontalieri né dumping salariale, sono tutte balle della Lega populista e razzista. Ma intanto ecco che escono i dati sulle espulsioni degli stranieri che delinquono o che abusano dello Stato sociale. Dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica.

Senza nessuna sorpresa, emerge che le espulsioni votate dal popolo, che dunque vanno obbligatoriamente pronunciate, sono per la metà dei casi vanificate dai legulei dei tribunali. I quali fanno restare qui tutta la foffa che possono. E il pretesto, spesso e volentieri, è proprio la magnificata libera circolazione. Davvero un bell’affare per noi, non c’è che dire!

Chiaro: i legulei dei tribunali vengono nominati dalla partitocrazia eurolecchina e sono lì a pronunciare sentenze politicizzate. Lo ammettono gli stessi giudici del tribunale federale. Le posizioni della partitocrazia (spalancatrice di frontiere, multikulti e xenofila) in campo di espulsioni sono ben note.

Il delirio

In più, di questi tempi, l’imbecillità politikamente korretta imperversa. Sempre più aziende stanno penosamente dando corda ai razzisti e vandali del BLM (Black lives matter) con decisioni a dir poco demenziali: vedi quella de l’Oreal di non usare più il termine “sbiancante” nei propri prodotti. Queste aziende meriterebbero un bel boicottaggio da parte dei consumatori.

Non ci vuole dunque una fantasia granché perversa per immaginare che dall’economia il delirio si trasmetterà  ben presto alla giustizia. Ad esempio, alla famigerata Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Quella che applica l’omonima Convenzione. Ed il cui principale obiettivo, lo si è capito da un pezzo, è proprio di impedire l’espulsione dei delinquenti stranieri. Terroristi compresi. Vedi il famoso assioma che tanto piace ai $inistrati: “Non si può (“sa po’ mia!”) espellere un terrorista se sarebbe in pericolo nel suo paese d’origine”. E davanti alle sentenze in arrivo da Strasburgo, come noto, gli svizzerotti si chinano a 90 gradi senza fare cip.

Inveiscono

Anche in periodi di crisi da stramaledetto virus cinese, i $inistrati inveiscono contro le espulsioni di stranieri in assistenza. Che però sono pochissime. Come rilevava di recente su queste colonne il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, in Ticino i permessi per stranieri revocati per motivi economici sono lo 0,05% dei permessi totali. Una vera miseria.

Eh già: in questo Cantone, un terzo della popolazione residente è straniera. Una percentuale che non esiste da nessun’altra parte del mondo. Al 30% e rotti di stranieri residenti vanno poi aggiunti i 70mila permessi G. E non bisogna pensare che ritirare o non rinnovare un permesso G sia cosa facile. Anche nel caso si tratti di una persona che ha commesso reati gravi. Con simili percentuali, ci mancherebbe che non venissero revocati dei permessi!

Il vero scandalo

L’ufficio di statistica ci dice che solo la metà  – il 58%, per essere precisi – delle espulsioni obbligatorie viene effettivamente decretata. Questo è il vero scandalo. Le persone non espulse rimangono infatti in Svizzera. Spesso e volentieri a carico dello Stato sociale, che in genere hanno già abbondantemente munto. E il solito sfigato contribuente paga il conto. La notizia sull’andazzo si diffonde in fretta. Sicché il nostro diventa il Paese del Bengodi per tutti quelli che vogliono approfittarsene.

Non dimentichiamo che, prima della votazione popolare sul tema del febbraio 2016, la partitocrazia ha promesso che, con la nuova legge sugli stranieri, ci sarebbero state 4000 espulsioni dalla Svizzera all’anno. Nella realtà navighiamo attorno alle 500. Su questo sì c’è da scandalizzarsi. Ed intanto i $inistrati hanno ancora la faccia di tolla di usare lo stramaledetto virus cinese – che ci ha impestati, e sta tornando ad impestarci, per colpa delle frontiere spalancate che tanto piacciono alla gauche caviar – come pretesto per impedire le espulsioni?

Ma come…?

I ro$$i  non vogliono che il migrante che ha perso il lavoro a causa del virus debba lasciare la Svizzera se finisce a carico dell’assistenza sociale. A parte che prima che uno straniero venga espulso perché è in assistenza, di acqua sotto i ponti ne passa; accade che, per salvare i ciapett alla devastante libera circolazione delle persone in vista della votazione del 27 settembre, la partitocrazia sostiene la fola che con la libera circolazione arriverebbero i migranti di cui l’economia ha bisogno. Ma allora a maggior ragione, se perde il lavoro e va in assistenza (di mezzo c’è sempre il diritto alla disoccupazione), l’immigrato deve tornare nel paese d’origine: infatti la sua presenza non risponde ad alcun “bisogno dell’economia”, anzi. Invece accade proprio il contrario. Ed accade grazie alla partitocrazia ed in particolare alla gauche-caviar. Come al solito, quando si tratta di fare entrare si agevola ad oltranza. Quando invece c’è da allontanare… guai!

Lorenzo Quadri