Il Consiglio di Stato vuole ergersi a protettore dei brozzoni? Se li porti a Bellinzona!

Quando si dice la “tolla”! Il governicchio cantonale ha scritto una lettera al municipio di Lugano in cui lo invita a non procedere con lo sgombero dei brozzoni autogestiti, poiché questi ultimi potrebbero in seguito ritornare sul posto. Di conseguenza, il governicchio “suggerisce” di attendere che il cantiere per la riqualifica del sedime ex Macello sia avviato. Il che equivarrebbe ad aspettare almeno TRE ANNI, se non di più!

L’invereconda letterina verrà discussa giovedì, nella prima seduta del nuovo esecutivo.

Suggerimenti del piffero

A questo punto nasce spontanea una domanda ai signori ministri che se ne escono con simili “suggerimenti” del piffero: ma ci siete o ci fate?

Che ci sia un rischio di riokkupazione della topaia sul Cassarate dopo lo sgombero, il municipio di Lugano l’ha capito da sé, anche senza bisogno della lezioncina dei grandi statisti di Bellinzona: una delle sfide principali dell’operazione è proprio evitare che questo accada. La difficoltà non sta tanto nello svuotare l’ex Macello, ma nella gestione del “dopo”. E questo è chiaro da un pezzo anche al Gigi di Viganello.

Se la ridono da 19 anni

Certo che ci vuole un bel volto di lamiera per trasmettere “suggerimenti” del genere! Sono vent’anni che il governicchio se ne impipa allegramente dei problemi causati dall’autogestione. E questo malgrado sia cofirmatario della famigerata convenzione che ha portato i molinari all’ex Macello. Una volta piazzati lì, i brozzoni sono diventati immediatamente “un problema solo di Lugano”: sicché da due decenni il governicchio se la ride a bocca larga!

E adesso che il Municipio di Lugano, dopo averne mangiate cinquanta fette, ha finalmente perso la pazienza, chi è imboscato dal 2002 improvvisamente si manifesta e pretende che la città continui a tollerare la delinquenza autogestita per VARI ANNI? Ma non se ne parla proprio!

Föö di ball!

Si ricorda per l’ennesima volta che i responsabili dell’escalation che ha portato una maggioranza (4 a 3) dell’esecutivo luganese a decidere per lo sgombero sono unicamente i cosiddetti autogestiti, con le loro manifestazioni illegali, le loro violenze, i loro atti vandalici, il loro rifiuto strafottente di ogni e qualsiasi interazione con l’esecrato municipio “fascista”.

Poiché i brozzoni non hanno né cercato il dialogo né presentato ricorsi contro la disdetta della convenzione, la procedura va avanti. Altro che continuare a tollerare: föö di ball dall’ex Macello e föö di ball da Lugano!

A casa propria

Se il governicchio cantonale vuole ergersi a protettore dei molinari, liberissimo di farlo. Ma a casa propria. Metta a disposizione degli autogestiti una sede nei pressi di Palazzo delle Orsoline.

Da notare che il CdS che “suggerisce” di tollerare la delinquenza molinara ancora per ANNI non si è nemmeno degnato di proporre una sede alternativa per l’autogestione, rispondendo al municipio luganese che “non ci sono stabili idonei di proprietà del Cantone”. Bene, allora non ce ne sono nemmeno di proprietà della Città! Per cui, cari “ministri”, un bel tacer…

Mediatore?

Piuttosto oziosa (eufemismo) anche la sortita della Commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio, che chiede al governicchio di nominare un mediatore “autorevole e riconosciuto da entrambe le parti”.  A prescindere (uella) dal fatto che i brozzoni hanno ripetuto ad oltranza di non voler trattare, la richiesta è contenuta nel rapporto ad una mozione del 2012! Il parlamenticchio ha IMBOSCATO l’atto parlamentare per ben 9 ANNI! E questo, ancora una volta, all’insegna del “i molinari sono un problema di Lugano, per cui chissenefrega”.

E adesso che i buoi sono fuori dalla stalla, lorsignori evocano fantomatici mediatori?

Vuoi vedere che…?

Come detto, l’iter per lo sgombero procede secondo i piani. A meno che, nella sua prima seduta (quella di giovedì prossimo) qualche municipale o municipala “new entry” non chieda di ritornare sulla decisione presa, e faccia mancare la maggioranza favorevole allo sgombero dell’ex Macello. E’ ovvio che, dovesse accadere una cosa del genere, questo giornale non se ne starà in silenzio!

Lorenzo Quadri