I politicanti del PLR sono i becchini della neutralità. E la conferenza di Lugano…
Le vicissitudini legate alla guerra in Ucraina ancora una volta dimostrano come il sedicente “centro”, ed in particolare l’ex partitone, sia allo sbando. Il PLR è ormai ridotto ad una brutta copia della $inistra. Sta facendo di tutto e di più per gettare nel water gli ultimi rimasugli della nostra neutralità. L’ultima cappellata in ordine di tempo riguarda l’esportazione di armi.
La SECO, in un raro sprazzo di lucidità, ha risposto njet alla richiesta della Danimarca di mandare all’Ucraina una ventina di veicoli corazzati che aveva comprato dalla Svizzera. Questo perché l’export di armamenti (sebbene acquistati prima da Stati terzi) verso paesi in guerra è incompatibile con la neutralità, oltre che con la nostra legge. Ma l’ex partitone non trova di meglio che mettersi a starnazzare, dicendo che “bisogna creare delle eccezioni”. Così riesce nell’ardua impresa di farsi sconfessare persino dal CF. Il quale ha ribadito che di armi svizzere all’Ucraina non se ne mandano. Nemmeno attraverso altri Stati.
Fardello da “disfesciare”
E’ evidente che, per questi politicanti liblab, la neutralità è un fardello di cui sbarazzarsi al più presto: così i padroni di Bruxelles sono contenti. Del resto il PLR è quel partito che definì lo sconcio accordo quadro istituzionale, che avrebbe trasformato la Svizzera in una colonia dell’UE, “l’accordo della ragione, da firmare subito”. E dunque ai liblab non pare vero che, “grazie” alla guerra in Ucraina, sia stato sdoganato uno dei principi che stavano alla base dell’osceno trattato: la ripresa automatica del diritto UE. Infatti il governicchio federale riprende automaticamente le sanzioni di Bruxelles contro la Russia. Senza peraltro avere la più pallida idea delle conseguenze.
In più il presidente nazionale del PLR Thierry Burkhard (Thierry chi?) vorrebbe un avvicinamento (asservimento) della Svizzeraalla NATO.
Enciclopedia di cappellate
Sulle cappellate del “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR si potrebbe scrivere un’enciclopedia. La stampa di servizio continua a slinguazzare senza ritegno la famosa Conferenza di Lugano sull’Ucraina, funzionale solo al marketing elettorale di Cassis.
Questo summit (uella) sarà un semplice festival pro-Ucraina, in assenza della controparte russa. In sostanza, ci saranno i compagni di merende della NATO che si parlano addosso tra loro e glorificano l’influencer egomane Zelensky. Quest’ultimo potrà presenziare solo in videoconferenza, dal momento che, con ogni probabilità, ad inizio luglio la guerra sarà ancora in corso. Una partecipazione di questo tipo non può certo dirsi un evento. Ormai il presidente ucraino compare in forma virtuale a qualsiasi genere di riunione. Tra un po’ lo si vedrà spuntare anche all’assemblea della bocciofila di Lostallo (ammesso che esista) e alle sedute del patriziato di Corticiasca.
E’ poi evidente che i partecipanti all’evento – internazionalmente irrilevante, visti i presupposti – ne approfitteranno per battere cassa presso gli svizzerotti, pretendendo di mungere miliardi per la ricostruzione dell’Ucraina.
Eppure, in sprezzo del ridicolo, il buon Cassis parla ai giornalai di convegno in cui “si disegnerà il futuro dell’Europa”! Come no, e gli asini volano! La stampa di regime riporta simili fanfaluche in titoloni di prima pagina, servile ed inginocchiata.
Altro che “buoni uffici!”
E’ evidente che un convegno unilaterale come quello che si prospetta non rientra in alcun modo nella tradizione dei “buoni uffici” svizzeri. Costituisce per contro l’ennesima legnata alla nostra neutralità. Peggio ancora se, in riva al Ceresio, a qualcuno verrà l’idea balorda, oltre che illegale, di requisire i beni congelati dei cosiddetti “oligarchi” russi per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Ci mancherebbe solo che il nome di Lugano finisseassociato ad una simile boiata; poi, altro che neutralità!
Del resto al Forum di Davos il “medico italiano” del PLR ha suscitato l’ilarità generale inventandosi il concetto della “neutralità cooperativa” (?) che è ovviamente una non-neutralità. E, avendo la coda di paglia, ha commissionato uno studio farlocco per farsi dire che non è vero che la neutralità svizzera è stata rottamata, ma quando mai…
Quanto costa?
Per qualche curioso motivo, nessuno dice quanto costerà al solito sfigato contribuente l’inutile conferenza luganese, la quale prevede la mobilitazione di migliaia di militari, poliziotti, teste di cuoio, e chi più ne ha più ne metta, oltre alla blindatura di Lugano per almeno due giorni: auguri a cittadini e turisti.
Quanto dovremo sborsare per la campagna elettorale di Cassis?
Consiglio di sicurezza ONU
Ciliegina sulla torta: il 23 di giugno l’Assemblea del bidONU deciderà sull’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove il nostro Paese conterà meno del due di briscola, ma in compenso rinuncerà all’ultima parvenza di neutralità, dovendo associarsi alle fetecchiate che verranno deciso da tale gremio. Un gremio che oltretutto è completamente inutile: la guerra in Ucraina è lì a dimostrarlo.
Morale della favola: grazie all’ex partitone ed ai suoi politicanti, la Svizzera dismette i propri valori fondanti di sovranità, democrazia e neutralità. Però il PLR sogna di “riprendersi il POTERE” in Ticino!
Lorenzo Quadri