Anche Cassis si attiva per la campagna elettorale liblab, altro che fare il ministro

Cosa non si fa quando elezioni si avvicinano! Meno di tre settimane fa, era un lunedì di metà gennaio, il ministro degli esteri italo-svizzero Ignazio KrankenCassis si incontrava con il suo omologo e connazionale italiano Enzo Moavero nella sfarzosa cornice della Villa Principe Leopoldo, dove i due politicanti italici hanno senza dubbio, come si suol dire, “mangiato e ben bevuto”.

Tema dell’incontro era, in particolare, il famoso accordo sulla fiscalità dei frontalieri che si trascina ormai dal 2015 e che l’Italia non ha alcuna intenzione di ratificare. E questo l’ha capito anche il Gigi di Viganello. E l’ha capito da anni, non da ieri.

Eppure, dopo l’incontro con il connazionale Moavero, il buon Cassis aveva espresso soddisfazione; e non per il menu della Villa Principe Leopoldo, bensì per l’esito del meeting. Questo poiché Moavero avrebbe promesso una presa di posizione del suo governo sulla questione accordo fiscale dei frontalieri nel corso della primavera. Ovviamente senza indicare la primavera di quale anno. E senza rilevare che a Roma il boccino è nelle mani del parlamento, mica del governo.

La finta

Insomma: sono anni che il Belpaese su questo famigerato accordo fiscale mena il can per l’aia, il suo ministro Moavero annuncia che continuerà a farlo e la controparte elvetica è contenta e beata.

Poi però la settimana scorsa in casa PLR è scattato il contrordine compagni. A scopi puramente elettorali, ovvero per prendere per i fondelli la gente, l’ex partitone ha deciso che, da qui ad aprile, fingerà di schierarsi a sostegno delle ritorsioni nei confronti del Belpaese e della disdetta della Convenzione del 1974. E’ ovvio che si tratta di una semplice operazione di immagine; di una boutade dietro la quale c’è il nulla.

Come scritto la scorsa domenica su queste colonne, è semplicemente il ritorno della politica Xerox, caratteristica della partitocrazia. Il triciclo prima denigra le posizioni dell’odiata Lega ma poi, all’avvicinarsi delle elezioni, le fotocopia.

Nessuna credibilità

In questa operazione, l’ex partitone non ha uno straccio di credibilità, essendosi sempre opposto al blocco dei ristorni. Quando tale decisione venne presa nel 2011, purtroppo per un periodo troppo breve, i politicanti PLR strillarono allo scandalo. E sia chiaro che non si può essere contrari al blocco dei ristorni ma favorevoli alla disdetta della Convenzione del 1974: questa è una contraddizione in termini delle più evidenti.Le due operazioni sono semplicemente le due facce della stessa medaglia; un tutt’uno.

Arriva KrankenCassis

Questa maldestra iniziativa di marketing elettorale PLR ha ora coinvolto anche il buon Cassis. Il quale, a scoppio ritardato (chissà come mai) si inalbera con il Belpaese accusandolo di sabotare (testuale) un accordo fiscale da cui avrebbe molto da guadagnare (dal punto di vista fiscale, di sicuro; da quello elettorale, invece, verosimilmente no).

Ma come, non andava tutto bene? Ma come, l’incontro con Moavero non era stato “costruttivo”?

Campagna elettorale

Dopo la giravolta dell’ex partitone che adesso finge di essere contrario al versamento dei ristorni, arriva dunque la giravolta del suo ministro degli Esteri. Non si è mai visto nella storia della Svizzera – ma del resto come sappiamo il buon Cassis è svizzero solo in parte – un Consigliere federale che si presta così sfacciatamente a fare campagna elettorale per la sezione cantonale del suo partitoinvece di svolgere il proprio ruolo di ministro. O vuoi vedere che è questo che intende l’ex partitone per “Buongoverno”?

Perché solo adesso?

Ma soprattutto: come mai Cassis solo adesso si accorge che il Belpaese “sabota” l’accordo sulla fiscalità dei frontalieri? Forse che non avrebbe potuto, se avesse voluto, proporre al governicchio federale la disdetta della vetusta Convenzione del 1974 fin dalla sua prima seduta di Consiglio federale?Per quale strano motivo questi improvvisi sussulti avvengono solo quando le elezioni sono dietro l’angolo e poi, una volta trascorse le elezioni, “passata la festa, gabbato lo santo”?

I votanti ticinesi comunque possono star sicuri di una cosa. Il PLR non è improvvisamente diventato un partito “anti-ristorni”. Non è stato fulminato sulla via di Palazzo delle Orsoline.  Semplicemente, sta prendendo la gente per il lato B. Ricordarsene in aprile.

Lorenzo Quadri