Consiglio federale: dal buonismo-coglionismo al coglionismo tout-court
Il governo non ne vuole sapere di proibire la distribuzione per strada del Corano a scopo di radicalizzazione, organizzata dall’associazione “Lies”
Svizzera Paese del Bengodi per jihadisti e reclutatori dell’Isis? Se ancora non lo siamo, di certo ci stiamo impegnando a fondo per diventarlo! E per questo possiamo ringraziare il garantismo ad oltranza del Consiglio federale.
Ecco alcuni esempi (lista non esaustiva) delle brillanti prese di posizioni dell’Esecutivo elvetico al proposito:
– Espellere sistematicamente dalla Svizzera i seguaci dell’Isis? Sa po’ mia! Potrebbero trovarsi in pericolo nel loro paese!
– Ritirare il passaporto a tutti i jihadisti che hanno ottenuto la cittadinanza svizzera? (Ma come, le naturalizzazioni facili di stranieri non integrati non erano tutta una balla della Lega populista e razzista?) Sa po’ mia!
– Vietare le associazioni islamiche pericolose, ad esempio quella denominata “La vera religione”, peraltro messa al bando dalla Germania? Sa po’ mia!
– Proibire a moschee e “centri culturali” islamici di ricevere finanziamenti esteri, ovvero provenienti da paesi o “benefattori” stranieri intenzionati a diffondere l’estremismo islamico in Svizzera? Sa po’ mia!
– Obbligare gli imam a tenere le prediche in lingua locale, di modo che sia chiaro a tutti cosa dicono ed eventuali messaggi estremisti vengano subito individuati? Sa po’ mia! Ed intanto non passa settimana senza che si scopra in Svizzera un qualche imam che predica l’odio, magari sontuosamente mantenuto dal nostro stato sociale, come il fetente della moschea di Nidau! Ma quanta foffa ci siamo portati in casa “grazie” alle frontiere spalancate e al fallimentare multikulti?
– E adesso, ultima in ordine di tempo, arriva la presa di posizione del Consiglio federale sulla distribuzione gratuita del Corano per strada. Una mozione ne chiede la proibizione, dal momento che dietro queste iniziative c’è l’associazione “Lies”, che le organizza a scopo di radicalizzazione. E cosa dice il Consiglio federale a proposito del divieto richiesto dalla mozione? Esatto: ancora “Sa po’ mia”!
Da notare che la lista dei “Sa po’ mia” testé citata, per quanto lunga, è certamente ben lontana dall’essere esaustiva.
Iniziativa “non innocente”
Il bello è che il Consiglio federale sa benissimo che la distribuzione del Corano in luoghi pubblici non è affatto un’iniziativa “innocente”, dal momento che nella sua presa di posizione scrive: “Il governo è consapevole del fatto che gli stand informativi di “Lies” possono essere utilizzati per avvicinare persone interessate all’Islam e per indottrinarle, oppure per offrire a persone già radicalizzate una piattaforma per creare reti e contatti con individui che condividono le medesime convinzioni (…). Una parte consistente dei viaggi con finalità jihadiste – presunti o accertati – presenta legami con “Lies” (…). Il Ministero pubblico della Confederazione ha reso noto che sono in corso diversi procedimenti penali contro persone che hanno o hanno avuto un legame con la campagna in questione”.
Ma bene! Eppure, nonostante questo, il CF dichiara, tranquillo come un tre lire, che vietare la distribuzione del Corano “sa po’ mia” e questo perché “la libertà di opinione e di credo così come la libertà di associazione sono diritti protetti dalla Costituzione federale”.
A parte che anche la limitazione dell’immigrazione, articolo 121 a, è inserita nella Costituzione federale, ma di questo i camerieri dell’UE in Consiglio federale se ne sbattono: come sanno anche gli studenti di diritto alle prime armi, i diritti costituzionali possono essere limitati se c’è una base legale, se esiste un interesse pubblico, e se la limitazione è proporzionale.
Rifiuto consapevole
Quindi, cari signori bernesi, non venite a raccontarci fregnacce. La verità è che il Consiglio federale consapevolmente rifiuta di intervenire in modo serio contro gli islamisti per PAURA delle accuse di islamofobia. Del resto il CF vorrebbe addirittura l’imam nell’esercito. E la presidenta della Confederazione Doris Leuthard, nelle sue condoglianze pelose dopo l’attentato di Barcellona, parla di “vile atto terroristico” evitando accuratamente di dire che si tratta di terrorismo islamico.
Coglionismo o connivenza?
Sta di fatto che qui c’è un’associazione salafita, “Lies,” (che in inglese significa “bugie” mentre in tedesco “leggi”, nel senso dell’imperativo del verbo leggere) che fa proselitismo jihadista. Lo fa pubblicamente e sotto il nostro naso. Ma il Consiglio federale lo tollera. Vietare di distribuire il Corano a scopo di radicalizzazione? Sa po’ mia!
Questo non è nemmeno più buonismo-coglionismo. Questo è coglionismo e basta. Oppure connivenza. Fate un po’ voi.
Lorenzo Quadri