Nasce il sito per denunciare la propaganda politica fatta in classe
La scuola ro$$a, lo sappiamo, imperversa. Non certo da oggi. Gli esempi, anche recenti, si sprecano. Vedi il “famoso” diario ufficiale distribuito ad inizio anno scolastico dal DECS agli alunni delle medie, farcito di propaganda politica a sostegno dell’isterismo climatico. Evidentemente, per il Dipartimento colonizzato dal P$, la missione della scuola non è insegnare, bensì indottrinare gli allievi. Indottrinarli, è chiaro, secondo i dettami dell’area politica “giusta”: quella ro$$overde che si crede detentrice della Verità ed a cui appartiene, ma tu guarda i casi della vita, la maggioranza dei docenti.
Oltretutto, il diario scolastico ufficiale, per la legge del contrappasso, presentava come modelli da seguire dei giovani che, come la “Gretina” svedese, bigiano interi anni scolastici per andare in giro per il mondo a starnazzare slogan di cui non capiscono né il senso, né le conseguenze. Per capirli dovrebbero infatti istruirsi. Ma è chiaro che cazzeggiare in gruppo brandendo cartelli è molto più divertente che studiare. Soprattutto è meno faticoso.
Il colmo è che, secondo il kompagno Manuele Bertoli direttore del DECS, l’agenda ufficiale di propaganda politica ro$$overde va benissimo. Da rimanerci di sale: la legge sulla scuola proibisce la politica in classe, ed il Consigliere di Stato del P$ (partito che è solito sciacquarsi la bocca con “il rispetto della legalità”, ma naturalmente solo quando fa comodo) dichiara davanti al Parlamento cantonale che ciononostante la politica di $inistra in classe si può fare.
Quello del diario ufficiale è solo un esempio, il più recente. Ma è chiaro che la misura è colma da un pezzo. Bene hanno fatto, dunque, i giovani Udc a creare un sito (www.scuole-libere.ch) dove è possibile segnalare in forma anonima (ma ovviamente documentata) casi di propaganda politica in aula: ad esempio tramite la distribuzione di materiale “discutibile”, o in altri modi.
Non sappiamo se l’iniziativa attecchirà. Ma sulla sua utilità non ci sono dubbi. Magari, questa è la speranza, qualche docente o dirigente scolastico schierato – sempre dalla solita parte – si mostrerà un po’ più cauto nelle proprie esternazioni ed iniziative sapendo che queste potrebbero essere oggetto di segnalazioni pubbliche.
Lorenzo Quadri