Piccole imprese ed artigiani sul piede di guerra, fioccano reclami su Palazzo civico

A Lugano prosegue la telenovela sui fetidi balzelli sul sacco del rüt! Dopo i sacchi rossi introvabili ad inizio anno, adesso è il turno della tassa di base.

E’ utile ricordare che la Lega dei Ticinesi si è sempre battuta, per anni ed anni, contro le tasse sulla monnezza. Sia a livello cantonale che anche, ovviamente, a Lugano. Dove in passato i costi di raccolta e di smaltimento rifiuti erano coperti con le imposte ordinarie e non finanziate da balzelli ad hoc. Del resto, ci risulta che nella ro$$overde Ginevra sia ancora in vigore questo sistema. In Ticino ed a Lugano, per contro, la partitocrazia tassaiola ha fortissimamente voluto i fetidi balzelli. $inistrati in primis. Perché per costoro ogni occasione per mettere le mani nelle tasche della gente è motivo di festa grande. Ma avanti, continuate a votarli…

Sappiamo come sono andate le cose. Il triciclo in Gran Consiglio ha approvato la tassa sul sacco a livello cantonale. La Lega ha lanciato il referendum. Come di consueto, la partitocrazia si è schierata compatta contro l’odiato Movimento. Di conseguenza, il 21 maggio del 2017 la legge cantonale che prevede i fetidi balzelli è stata approvata con il 58.2% di favorevoli.

Grazie, partitocrazia!

Per quel che riguarda il caso di Lugano, è  bene ricordare che – incredibile ma vero – la maggioranza del Consiglio comunale, compresa ovviamente la Lega, si era accordata affinché i nuovi sacchi colorati costassero poco più di quelli neri. Ma naturalmente i $inistrati presentarono ricorso, perché secondo loro il sacco doveva costare molto di più! I cittadini e le attività economiche vanno tartassate!

Non ci vuole poi il Mago Otelma per prevedere che di riduzioni del moltiplicatore per compensare i balzelli sul rüt (se la raccolta e smaltimento rifiuti non sono più compresi nella fiscalità ordinaria, questa risulta sgravata) non se ne vedranno nemmeno in futuro, in considerazione dei conti pubblici in deficit a causa dello stramaledetto virus cinese. Anzi, sempre i soliti $inistrati sognano addirittura di aumentare il moltiplicatore…

E’ il turno della tassa di base

Risolto il problema della carenza di sacchi rossi, nelle scorse settimane si è aperta la diatriba sulla tassa di base. Prima sono arrivati i bollettini di versamento per le economie domestiche. Tanti luganesi che tirano la cinghia si sono accorti di non “starci dentro”: adesso possono quindi ringraziare il triciclo.

A seguire, in una “seconda ondata” (termine che ormai va per la maggiore) sono arrivate le bollette per le attività economiche. Che stanno scatenando una marea di proteste. I reclami in municipio, a quanto risulta, starebbero fioccando. E lo crediamo bene. Siamo infatti a conoscenza di situazioni a dir poco paradossali, generate dall’Ordinanza comunale sulla tassa di base.

Alcuni esempi

  • tre persone che, come indipendenti, condividono uno stesso spazio e lavorano a tempo parziale (33% ciascuna). Ad ognuna di loro viene chiesto di pagare una tassa annuale di 200 Fr! Se queste tre persone lavorassero sotto il cappello di un’unica società, pagherebbero 200 Fr in tre e non 200 Fr ciascuna (per la stessa produzione di rüt).
  • Un’azienda che impiega 11 persone a tempo parziale, per un totale di 4 tempi pieni, paga come se avesse 11 dipendenti al 100%, ossia 400 Fr. Se il 400% di tempo lavorativo invece che su 11 persone fosse suddivisa su 4, la ditta pagherebbe 200 Fr, quindi la metà. Producendo lo stesso quantitativo di monnezza. Visto che spesso a lavorare a tempo parziale sono le donne, è evidente che in questo modo si penalizza chi assume personale femminile. Le $inistrate dello sciopero delle donne non hanno nulla da dire? E’ chiaro che la scelta di basare il calcolo della tassa sulle numero di persone e non sulle percentuali lavorative non sta in piedi.
  • Una persona fisica che svolge un’attività accessoria in casa propria paga, per questa attività, ulteriori 50 Fr annui (oltre a quelli che già sborsa come economia domestica). Anche se si tratta di un’attività al 10%.
  • Si potrebbe anche disquisire sulla forchetta scelta: 400 Fr per aziende che vanno da 11 a 99 unità lavorative. La differenza tra 11 e 99 dipendenti è enorme.

Rifare i compiti

Sul tema avremo modo di tornare la prossima domenica.

Ma la morale della favola è chiara: alla luce delle incongruenze pratiche nell’applicazione, che stanno suscitando malcontento diffuso, a dover essere gettata nel rüt è “l’Ordinanza municipale sulla gestione dei rifiuti”.

Rifare i compiti!

Lorenzo Quadri