Canone radioTV delle aziende: per il Tribunale il balzello è “anticostituzionale”
Figura da cioccolataio per la partitocrazia federale come pure per il DATEC, ovvero il Dipartimento “ex Doris” diventato adesso – disgraziatamente – Dipartimento Simonetta!
Si apprende infatti che secondo il TAF, Tribunale amministrativo federale, l’attuale tariffario del canone delle aziende non rispetta la Costituzione in quanto non abbastanza differenziato: consta infatti di solo sei “scalini”. Le aziende svizzere pagano il canone più caro d’Europa in base alla cifra d’affari (!), non agli utili. Il minimo è 365 Fr, come le persone fisiche, il massimo ben 35’950 Fr.
Il canone obbligatorio anche per le aziende, come sappiamo, è frutto della nuova Legge sulla radiotelevisione (LRTV) passata in votazione federale per il rotto della cuffia nel giugno 2015 ed entrata in vigore lo scorso gennaio. Tanti artigiani e titolari di piccole imprese si sono così visti improvvisamente confrontati con una nuova ruberia di Stato, oltretutto immotivata visto che sul posto di lavoro si lavora e non si guarda la TV.
Tutti devono pagare meno!
Il canone per le aziende già ciurla nel manico, ed infatti il Consiglio nazionale ha approvato a maggioranza un’iniziativa parlamentare Udc che ne prevede l’abolizione. Il Mago Otelma prevede tuttavia che l’iniziativa in questione non avrà lunga vita.
Adesso arriva anche il TAF a stabilire che è calcolato in modo anticostituzionale.
Queste magagne dimostrano che la “nuova” LRTV è una ciofeca, ed infatti la Lega sostenne il referendum che portò alla sua asfaltatura in Ticino (non, purtroppo, a livello nazionale dove passò per una manciata di voti; e magari, se qualcuno avesse chiesto una riconta in stile PPD…).
Se un domani le aziende e soprattutto gli artigiani pagheranno meno canone, o non lo pagheranno del tutto, saremo contenti per loro! Ma questo evidentemente non deve avvenire a scapito dei cittadini. Al contrario: anche le economie domestiche devono pagare meno canone! Essendo la speranza l’ultima a morire, continuiamo a confidare nel lancio della famosa iniziativa popolare per il canone a 200 Fr, la quale avrebbe ottime possibilità di venire accolta in votazione!
Questo perché alla SSR bisogna chiudere i rubinetti! Ne abbiamo piene le tasche di pagare il canone più caro d’Europa per finanziare propaganda di $inistra, altro che “informazione corretta”! Vedi il lavaggio del cervello pro-isterismo climatico a scopo di manipolazione elettorale, vedi l’ultima moda della R$I di reggere la coda alle cosiddette sardine, fenomeno italico di cui ai ticinesi importa meno di zero, ma che i kompagnuzzi di Comano pompano ad oltranza, perché le “sardine” sono antileghiste, antisovraniste e soprattutto cantano Bella Ciao!
Visto che nelle redazioni dell’emittente di regime c’è gente che ha perso ogni ritegno, e visto che le promesse fatte prima della votazione sulla “criminale” iniziativa No Billag sono state disattese in toto, l’unica soluzione è tagliare i fondi.
Inoltre, stiamo sempre aspettando la restituzione integrale del tesoretto da 650 milioni di Fr che la Serafe ha cumulato nel corso del 2019 tramite il sistema della fatturazione scaglionata, col risultato che per l’anno in corso c’è chi ha pagato un canone pressoché doppio!
Lorenzo Quadri