La $inistra pretende trasparenza, ma solo sulle entrate altrui. Sulle proprie, invece…
Non lo scopriamo certo oggi. Per la $inistra molti, troppi principi valgono solo a senso unico: vale a dire, si applicano soltanto agli altri. E’ il caso della morale, della legalità, del rispetto. E anche della trasparenza.
Con quest’ultimo concetto, i kompagni amano sciacquarsi la bocca ad oltranza. Ad esempio, dai parlamentari federali pretendono che rendano nota anche l’eventuale appartenenza aduna bocciofila: è un “legame d’interesse” (uella). Però i $inistratihanno dato fuori di matto davanti alla richiesta che i deputati a Berna fossero tenuti ad indicare anche i passaporti di cui sono titolari: tanto per cambiare, i ro$$i hanno cominciato a strillare al “razzismo”. Come se un elettore non avesse diritto di sapere quali politicanti siedono nelle istituzioni della Confederella ma non si sentono neppure abbastanza svizzeri per rinunciare al passaporto del paese d’origine. Poi ci chiediamo come mai il Paese viene svenduto ogni giorno.
Nessuno rende conto
Altra patata bollente riguarda il finanziamento dei $indakati. Che è totalmente opaco. Al tema ha di recente dedicato un interessante articolo il giornale svizzerotedesco Handelszeitung.
Anche nella sessione appena conclusa, le Camere federali hanno chiesto più trasparenza nei finanziamenti ai partiti politici. Per quanto attiene alle attività private, esse devono sottostare a requisiti sempre più severi in materia di pubblicazione dei flussi finanziari.
Soldatini di $inistra sbraitano inoltre alla necessità di fare trasparenza (e ridàgli) nel finanziamento delle campagne politiche. Poi vediamo iniziative di quell’area sostenute da battage pubblicitari plurimilionari (vedi l’iniziativa popolare denominata “multinazionali responsabili”; ma vedi anche la rovinosa legge sul CO2, entrambe per fortuna asfaltate dalle urne). Ma nessun kompagnuzzo si sogna di rendere conto della provenienza dei fondi.
Politicanti ro$$i e $indakalisti
In prima fila a riempirsi la bocca con la “trasparenza” troviamo spesso e volentieri dei politicanti-$indakalisti. Ovvero, persone che fanno politica finanziate con i soldi dei lavoratori. Costoro, come spesso accade da quelle $inistre parti, vedono la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave nel proprio. La già citata Handelszeitung rileva che, a proposito del finanziamento dei $indakati, non si sa praticamente nulla. “Non ci sono conti annuali accessibili al pubblico sul sito web dell’organizzazione mantello USS – scrive il giornale -. Il rapporto annuale di TravailSuisse è riccamente illustrato, ma non dà informazioni sui flussi finanziari. E Unia ci informa che le sue “entrate sindacali” nel 2019 ammontavano a ben 143 milioni di franchi, ma siamo lasciati all’oscuro su come si compongono le voci di entrata. Almeno Unia rende noto che la maggior parte delle sue entrate viene spesa per gli oltre 1200 funzionari del sindacato. I benefici per gli iscritti rappresentano per contro solo il 6% delle uscite”.
Montagne di soldi
Apperò! Sicché i dirigenti di Unia gestiscono ben 143 milioni di franchetti all’anno. Una montagna di soldi che serve quasi solo a finanziare gli stipendi di dirigenti, capetti e soldatini i quali,invece di difendere i lavoratori, utilizzano il proprio tempo per fare politichetta di $inistra che con gli interessi dei lavoratori non c’entra un tubo; anzi, spesso e volentieri è addirittura contraria a questi interessi.
Misure accompagnatorie
C’è poi la questione, non proprio secondaria, dell’attuazione delle misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione delle persone. La loro efficacia è paragonabile a quella del celebrecerotto sulla gamba di legno. Ed infatti l’attuale situazione di paltain cui versa il Ticino (frontalieri in continuo aumento quando i posti di lavoro diminuiscono; soppiantamento; dumping salariale;eccetera eccetera) si è creata malgrado le misure accompagnatorie.
Poco utili (eufemismo) per i lavoratori, le misure in questione sono invece una miniera d’oro per i partner sociali: sindacati in primis. Scrive l’Handelszeitung: “L’ultimo rapporto della Seco sull’attuazione delle misure di accompagnamento testimonia la dilagante attività burocratica delle parti sociali per impedire la concorrenza salariale. Solo brevemente il Dipartimento dell’economia fornisce informazioni sulle decine di milioni di franchi versati dalla Confederazione alle parti sociali per questo scopo”.
E ancora: “Non vengono fornite cifre su quanti milioni di franchi vengono pagati dai Cantoni per le attività di controllo delle parti sociali nelle imprese. Una recente sentenza di un tribunale della regione di Basilea ha però stabilito che il compenso forfettario per le ispezioni dei cantieri era grossolanamente eccessivo”.
Atti parlamentari in arrivo
Insomma: a $inistra la trasparenza la pretendono solo dagli altri. Mentre sulle vagonate di milioni, anche di proprietà del solito sfigato contribuente, che entrano nelle capienti casse dei $indakati (i quali schiacciano gli ordini al P$)… citus mutus! Opacità totale!
E’ chiaro che questa situazione va corretta.
La Lega non mancherà di presentare atti parlamentari a Berna sul tema. Basta con la trasparenza a senso unico!