Sommaruga voleva distribuire una paccata di milioni alla stampa di regime
Visto che al solito sfigato contribuente il maledetto coronavirus costerà uno sproposito – perché gli aiuti statali sono finanziati con i NOSTRI SOLDI – la kompagna Simonetta Sommaruga voleva aggravare ulteriormente il salasso. Come? Ma distribuendo decine di milioni pubblici anche alla stampa di regime! “Largesse”! Soldi di tutti, soldi di nessuno! Per fortuna che una maggioranza del Consiglio federale ha detto njet.
La ministra del “devono entrare tutti” voleva infatti foraggiare i media con ben 80 milioni di franchetti extra, e scusate se sono pochi. Ma chi ne avrebbe beneficiato? Naturalmente i soliti noti, ovvero la stampa “mainstream”, quella che regge la coda alle frontiere spalancate ed alla svendita della Svizzera all’UE!
Le modalità di erogazione (i cosiddetti “aiuti indiretti”) tornano buone solo alle grandi testate, tutte di regime. Non certo ai giornali delle voci critiche, di dimensioni molto più modeste.
In altre parole, la kompagna Simonetta sognava di omaggiare, con il pretesto del virus, i suoi amichetti: quelli che aiutano i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale a fare il lavaggio del cervello al popolazzo!
Quindi, secondo la kompagna Simonetta, la stampa di regime avrebbe dovuto ottenere canali privilegiati rispetto al resto delle attività economiche. Avanti, distribuiamo ai media “di servizio” camionate di soldi del contribuente, per ringraziarli ed asservirli sempre più!
Se ci devono essere aiuti alla stampa, allora ne devono beneficiare tutti. Senza eccezioni. Mica solo i lecchini della casta! Ma naturalmente Sommaruga ben si guarda dall’andare in questa direzione. Chiaro: la partitocrazia sostiene la libertà di stampa solo per chi diffonde il pensiero unico. Gli altri possono chiudere baracca! Anzi, meglio se chiudono!
Naturalmente il discorso vale anche a livello cantonale. Sappiamo che il giornale di servizio del partito delle tasse (LaRegione) come pure il Corriere del Ticino PLR sono già andati a piangere miseria presso il governicchio. Il Mattino non ha chiesto nulla e va avanti come può. Ma è chiaro che, se il CdS pensa di versare soldi alle due testate sopra indicate, passeremo alla cassa anche noi.
Lorenzo Quadri