E “naturalmente” il paese d’origine rifiuta di riprenderseli con la scusa del virus
Mentre i camerieri dell’UE in Consiglio federale, gasati all’idea di giocare ai piccoli dittatori con la scusa dello stramaledetto virus cinese, pensano solo ad inventarsi sempre nuove misure per far fallire aziende, distruggere posti di lavoro e vessare la popolazione, sul fronte dell’asilo tornano a suonare i campanelli d’allarme.
A provocare problemi in vari Cantoni sono infatti i finti rifugiati provenienti dall’Algeria. Su questo tema, la Neue Zürcher Zeitung (NZZ) ha pubblicato un interessante approfondimento nell’edizione dell’8 dicembre.
Capita infatti che nel Canton Neuchâtel nei mesi estivi si siano verificati 10 volte più furti, rapine e scassi del normale. Chi ha commesso questi reati? Nella maggior parte dei casi, ma guarda un po’, i responsabili sono dei finti rifugiati algerini. Non di rado si tratta di soggetti sui quali già pende una decisione di espulsione. Che però rimangono sul nostro territorio. E, pur beneficiando dell’aiuto d’urgenza (e nümm a pagum), continuano a commettere reati. La NZZ cita l’esempio del Canton Zurigo. All’autorità cantonale risulta la presenza di 60 asilanti algerini con decreto d’espulsione. 54 di loro hanno precedenti penali. Praticamente tutti! 22 di questi galantuomini si trovano già in prigione.
Ci piacerebbe sapere come si presenta la situazione in Ticino…
Le tentano tutte
Chi sono questi finti rifugiati ma veri delinquenti algerini? Come c’era da attendersi, si tratta di giovani uomini soli. Alcuni di loro soggiornano illegalmente in Europa da lungo tempo. Le autorità ammettono che costoro “le tentano tutte per prolungare ed ostacolare le procedure (che porterebbero alla loro espulsione), sono violenti e spesso fanno pure uso di droghe”. Uno di essi, naturalmente protetto dall’anonimato, ha pure dichiarato in TV che, se gli svizzerotti gli concederanno l’asilo, smetterà di delinquere. In caso contrario, andrà avanti.
Gli algerini sono migranti economici. Praticamente tutte le loro domande d’asilo vengono respinte. Eppure ne continuano ad arrivare in veste di finti rifugiati con lo smartphone. Al punto che quella algerina è tra le cinque nazionalità più rappresentate tra gli asilanti.
Nessuna sorpresa: le nostre frontiere restano spalancate grazie alla devastante libera circolazione voluta dalla partitocrazia, come pure al fallimentare accordo di Schengen voluto sempre dalla partitocrazia. E quindi tutti i migranti economici entrano senza problemi in Svizzera.
Quanti di questi finti rifugiati, oltre a commettere reati, sono pure degli islamisti radicalizzati che rischiano di trasformarsi in terroristi?
Solo loro chiudono le frontiere?
La domanda da mille pistole è la seguente: come mai questa foffa algerina, che non ha alcun diritto di rimanere in Svizzera, non viene rimandata per direttissima al natìo paesello? Risposta: perché l’Algeria, con la scusa del virus, ha CHIUSO LE FRONTIERE e quindi i rimpatri non sono più possibili! E naturalmente sono in molti a sospettare che il covid sia solo un pretesto delle autorità locali per non riprendersi i propri concittadini criminali. Anzi, se capita sono state proprio le stesse autorità – magari dopo aver svuotato le carceri, Tunisia docet – ad invitarli a smammare.
Scusate, ma qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo. I camerieri dell’UE in Consiglio federale, malgrado il virus non si sognano di chiudere le frontiere. Così entra tutta la foffa. Ma intanto gli altri paesi, compresi quelli africani, si blindano. Così gli svizzerotti fessi restano con il cerino in mano. Non possono più eseguire le espulsioni, ed i finti rifugiati ma veri delinquenti rimangono in terra elvetica! E se li mandassimo tutti a casa degli immigrazionisti ro$$overdi?
Neanche in tempi normali…
Non che in tempi normali l’Algeria sia granché collaborativa in campo di riammissioni. Tanto per dirne una, il Paese rifiuta i rimpatri con voli speciali: accetta solo quelli con voli di linea. In altre parole, si riprende solo chi ritorna in patria senza tante storie.
E cosa fanno i due consiglieri federali PLR, ovvero l’italo-svizzero Ignazio KrankenCassis, ministro degli Esteri, e la ministra di Giustizia Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS), invece di pretendere dal paese in questione la firma di accordi di riammissione? Forse che non fanno un tubo?
E perché noi continuiamo a versare aiuti pubblici all’Algeria che approfitta anche del virus cinese per non riprendersi i propri concittadini che delinquono in casa nostra?