Gli asilanti respinti non potranno più schivare il rimpatrio rifiutando il tampone

Di fatto, l’esecutivo federale attua ciò che il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri chiedeva ad inizio maggio con una mozione

Ma guarda un po’: allora la Lega aveva ragione! Ad inizio maggio, in occasione della sessione speciale del Consiglio nazionale, il deputato leghista Lorenzo Quadri aveva presentato una mozione su un problema che cominciava ad emergere: richiedenti l’asilo respinti che “schivano” il rimpatriorifiutando di sottoporsi al tampone covid. Senza un test negativo, i paesi d’origine non li riammettono (e varie compagnie aeree non li imbarcano).

Quadri chiedeva al Consiglio federale di creare urgentemente la base legale affinché i finti rifugiati in questione potessero venire sottoposti al test PCR anche contro la loro volontà. Così che non potessero restare in Svizzera semplicemente rifiutando il tampone.

Una decina di giorni fa il CF ha avviato la consultazione per introdurre proprio la modifica di legge chiesta dalla Lega.

Cosa ne pensa Quadri?

E’ una buona notizia, chiaro. Il Consiglio federale non ha ancora formalmente preso posizione sulla mia mozione; ha però fatto quanto richiesto. Da notare che, quando l’atto parlamentare è stato presentato, l’atteggiamento governativo era ben diverso. La Segreteria di Stato della migrazione minimizzava il fenomeno, dichiarando che si trattava di “pochi casi”. Poi le cose devono essere cambiate. Non serviva certo il Mago Otelma perprevederlo. Il trucchetto è puerile; le voci si spandono in fretta. I casi devono essere cresciuti in modo esponenziale, se il governo si è mosso ancora prima di esprimersi formalmente sulla mozione.

Quindi c’è anche una certa preoccupazione?

Il Consiglio federale è poco sospetto di seguire una politica restrittiva in materia di immigrazione clandestina. E ancora meno di attenersi ad una (doverosa) linea dura su espulsioni e rimpatri: i numeri sono sempre bassi. Se il CF ha deciso in quattro e quattr’otto di muoversi nella direzione indicata dalla Lega, significa che la situazione stava davvero sfuggendo di mano. Vale a dire, che il numero di finti rifugiati che rifiutava il test PCR per non dover tornare nel paese d’origine era cresciuto in modo allarmante. Va da sé che adesso occorre rendere noto quanti migranti economici hanno sfruttato questo trucchetto, e quali costi ha dovuto sopportare di conseguenza la collettività.

Secondo le associazioni a sostegno dei migranti, costringere una persona a sottoporsi al tampone contro la sua volontà costituisce una violazione della libertà personale e dell’integrità fisica.

Obiezione inconsistente e ridicola. I diritti costituzionali non valgono in senso assoluto, ma possono essere limitati in presenza di una base legale, di un interesse pubblico e se la limitazione è proporzionata. L’interesse pubblico è chiaro: chi è immigrato clandestinamente non può rimanere in Svizzera semplicemente rifiutando un tampone. La proporzionalità anche: sottoporsi ad un test PCR comporta solo un piccolo fastidio, non stiamo certo parlando dell’amputazione di un arto! La base legale mancava: ed è a questa lacuna che il CF ha deciso, a giusto titolo, di porre rimedio.

Lei ha però comunque delle perplessità sulla proposta del CF.

Sì, reputo discutibile puntare su una norma di legge di durata limitata nel tempo (scadrebbe a fine 2022) e riferita ad una sola malattia, il covid. Un domani la stessa situazione (test di negatività obbligatorio per eseguire un rimpatrio) potrebbe ripresentarsi con altre patologie. Il coronavirus non sarà l’ultima pandemia che dovremo affrontare.

C’è poi anche un altro punto che andrebbe sollevato.

Quale?

L’impressione è che i paesi d’origine dei clandestini facciano i “furbetti”. Ossia che pretendano il test negativo per incoraggiare i migranti a rifiutarlo e non doverseli così riprendere: se il problema fosse di tipo sanitario, infatti, basterebbe mettere i rimpatriati in quarantena al momento dell’arrivo.

Un atteggiamento del genere non può, evidentemente, essere accettato. A maggior ragione quando ad assumerlo sono paesi che beneficiano di importanti aiuti allo sviluppo, finanziati dal contribuente elvetico. L’ostruzionismo nel riammettere i propri connazionali immigrati illegalmente in Svizzera deve avere delle ripercussioni su tali aiuti. Anche questo è un chiodo che la Lega batte da anni.

MDD