Il TAF ribadisce: “sono migranti economici”! Ma intanto l’accordo di riammissione…
Ohibò, perfino il Tribunale amministrativo federale (TAF) – quindi non propriamente un covo di beceri leghisti populisti e razzisti – nei mesi scorsi ha dato più di un giro di vite alla politica dell’accoglienza indiscriminata ai finti rifugiati eritrei. In più occasioni il TAF ha stabilito che costoro non sono dei profughi, bensì dei migranti economici. Di conseguenza, devono ritornare al natìo paesello. Nell’ultima sentenza il TAF ha decretato che il rischio, per i clandestini eritrei, di essere arruolati nell’esercito in caso di ritorno nel paese d’origine, non è motivo sufficiente per evitare il rinvio. L’equiparazione del servizio militare eritreo ai lavori forzati, dunque, non sta in piedi.
Nell’agosto del 2017, sempre il TAF aveva stabilito che i disertori che vengono rimandati in Eritrea non rischiano dei trattamenti disumani.
Oltretutto, proprio nel corrente mese è stata annunciata ufficialmente la fine della guerra tra Eritrea ed Etiopia: viene così a cadere un altro argomento usato dai migranti economici di quei paesi per rimanere nella Confederella a spese del solito sfigato contribuente rossocrociato. Salvo poi tornare, come noto, a trascorrere le vacanze in patria perché “lì è più bello”.
L’accordo mancante
Di conseguenza, a seguito delle recenti sentenze del TAF, si dovrebbe assistere ad un rimpatrio di massa dei clandestini eritrei. Invece non solo questo non accade, ma ne arrivano sempre di nuovi. Perché non accade? Perché, ma guarda un po’, la Confederazione non può (“sa po’ mia!”) effettuare rinvii forzati verso l’Eritrea. Infatti tra i due Stati non esiste un accordo di riammissione.
Questo vuol dire che le belle sentenze del TAF rischiano di rimanere lettera morta. E gli uccellini cinguettano che l’accordo di riammissione con Asmara gli svizzerotti lo potranno aspettare per un bel pezzo.
La ministra del “devono entrare tutti” kompagna Sommaruga non ha infatti alcun interesse a che venga sottoscritto. Perché provocherebbe una perdita secca di introiti ai kompagni che sui finti rifugiati ci lucrano in grande stile (businness ro$$o dell’asilo). Sicché Madame Simonetta preferisce andare ai vertici dei ministri degli Interni UE a cianciare di “soluzioni europee” per il caos asilo (ma come suona bene, ma come suona politikamente korretto!). Soluzioni che, evidentemente, non si troveranno mai. E nel frattempo? Nel frattempo, è ovvio, secondo la kompagna Sommaruga “bisogna far entrare tutti”!
Previsione facile
Quanto al ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis (PLR), è troppo impegnato a calare le braghe con Bruxelles per giungere, costi quel che costi, alla conclusione dello sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE (accordo-capestro che ci trasformerebbe definitivamente in una colonia di Bruxelles) nonché a fare campagna elettorale all’ex partitone in vista delle prossime elezioni, spuntando come il prezzemolo ad ogni sorta di eventi in Ticino, compresi i più irrilevanti, specie se organizzati dai liblab. Accordo di riammissione con l’Eritrea? Chissenefrega! Nel frattempo all’Eritrea continuiamo pure ad inviare generosi aiuti… E chi chiede di sospenderli finché l’accordo di riammissione sarà sottoscritto? Per la partitocrazia è “un becero razzista che deve vergognarsi”!
Previsione del Mago Otelma: grazie all’accoppiata Cassis-Sommaruga, quindi PLR-P$$, gli svizzerotti fessi continueranno a mantenere migranti economici eritrei “da qui all’eternità”. Malgrado perfino il Tribunale amministrativo federale abbia stabilito che sono finti rifugiati. Allegria!
Lorenzo Quadri