Mentre l’UE e anche Berna sceglie il basso profilo, chi sbrocca su “faccialibro”?

In materia di finti rifugiati il nuovo governo italiano, ed in particolare il neo-ministro degli Interni Matteo Salvini, ha deciso di cambiare rotta. Nel senso letterale del termine. Infatti ha chiuso i porti del Belpaese alle navi delle ONG. Da giorni la famigerata Aquarius tiene banco nelle cronache internazionali.

Se l’Italia non sarà più il “ventre molle” dell’immigrazione clandestina in Europa, tutti avranno da guadagnarci. Noi di sicuro, per ovvi motivi di contiguità geografica. Ma la decisione di Roma permetterà anche di salvare delle vite. Se diventerà chiaro che in Italia le “frontiere marittime” sono chiuse, diminuiranno anche le partenze di migranti e quindi anche i morti in mare. Perché la responsabilità di queste morti non la porta chi chiude le frontiere. La porta chi le apre. Chi le apre e chi insiste per aprirle perché col business dell’asilo si fa gli attributi d’oro. Vero $inistrati?

Chi incoraggia, sia esplicitamente che con atti concludenti, l’immigrazione illegale, non fa che rafforzare gli aspiranti clandestini nella credenza che l’Europa sia il paese del Bengodi. Occorre chiarire che non è così. Benvengano quindi i muri ungheresi ed i porti chiusi italiani. In questo modo non solo si proteggono i confini esterni dello spazio Schengen, ma si disincentivano le partenze. Quindi si salvano, come detto, delle vite.

Le false verginelle

Da notare che, a parte la Francia di Macron (burattino dell’establishment) nessuno in Europa si è strappato le vesti più di tanto per la decisione di Salvini. Che anzi ha tirato rapidamente dalla sua la Germania (con il ministro degli interni Seehofer in scontro aperto con l’ormai decotta Anghela Merkel)  e l’ Austria. La Francia, ovviamente, ha poco da fare la verginella. Perché a Ventimiglia le frontiere le chiude eccome. Quanto alla Spagna: anche nei momenti più caldi del caos asilo è stata confrontata con un numero di arrivi clandestini nettamente inferiore a quello del Belpaese. Addirittura, negli scorsi anni, sono entrati meno finti rifugiati in Spagna che in Svizzera. Senza contare che Madrid ha una lunga tradizione di respingimenti in mare…

Chi perde l’occasione per tacere?

Incredibile ma vero: a proposito del caso Aquarius, perfino la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, ha scelto saggiamente la linea del silenzio (oppure, tanto per una volta, è stata ben consigliata). Contro l’iniziativa di Salvini, da Berna non sono giunti i soliti sfoggi di moralismo a senso unico conditi di indignazione pelosa e di buonismo-coglionismo.

Per contro, chi proprio non ce l’ha fatta a tacere è stato il Consigliere di Stato P$ Manuele Bertoli, che ha affidato la propria ira a faccialibro. Non sarà perché qualche organizzazione contigua al suo partito sugli asilanti ci lucra, sicché più ce n’è, meglio è (business is business)?

L’aggressione dei finti rifugiati

Ma il direttore del DECS ha perso un’occasione di platino per tacere. Infatti, proprio mentre postava le proprie elucubrazioni, a Bellinzona – quindi a pochi metri da lui; mica nel Mediterraneo! – avveniva un fatto scandaloso.

Si è infatti saputo che nei giorni scorsi nella capitale cantonale una giovane coppia della regione è stata aggredita da un gruppo di finti rifugiati eritrei (perché questa gente è ancora in Svizzera, visto che non scappa da nessuna guerra?). Su questi fatti vergognosi, però, il ministro P$ non ha fatto un cip. Come se niente fudesse! Il medesimo atteggiamento, ma guarda un po’, è stato adottato dalla televisione – bollettino della gauche-caviar: la Pravda di Comano non ha nemmeno dato la notizia del pestaggio. Fossero stati dei ticinesi ad aggredire dei migranti, poco ma sicuro che l’emittente di regime avrebbe strillato a pieni polmoni al “razzismo” e vi avrebbe dedicato ore di trasmissioni  e di dibattiti. E  non osiamo immaginare la cagnara che avrebbero messo in piedi i kompagnuzzi.

A Losone

Intanto la scorsa domenica i cittadini di Losone hanno espresso la propria netta contrarietà alla riapertura dell’ex caserma come centro asilanti. E’ chiaro che questo voto, pur limitato ad un solo comune, ha valenza cantonale. Sul carro devono ora salire anche i Comuni del Basso Mendrisiotto a cui il Dipartimento Sommaruga intende rifilare la Pepa Tencia del centro per migranti economici. Non c’è motivo per cui questi Comuni ed i loro abitanti si dovrebbero rassegnare ad una simile prospettiva. Quindi, sotto con i ricorsi “a manetta”!

Il messaggio del Ticino tutto alla Simonetta deve essere chiaro: nel nostro Cantone non vogliamo nessun potenziamento dell’accoglienza per finti rifugiati con lo smartphone.

Lorenzo Quadri