Quanto ci costano i migranti economici che avrebbero dovuto essere espulsi, ed invece…?
Prosegue lo scandalo dei finti rifugiati che rimangono in Svizzera a spese del solito sfigato contribuente! Solo nei giorni scorsi, l’opinione pubblica è venuta a conoscenza di due situazioni da far rizzare i capelli in testa. Ovviamente, i casi concreti sono innumerevoli (quanti?). Ma non sono conosciuti.
Vicenda 1
Primo caso. Quello di una cittadina turca, entrata in Svizzera come richiedente l’asilo nel 2005 (ma come: la Turchia non è mica un aspirante Stato membro dell’UE?). La sua domanda d’asilo è stata respinta. Quindi la donna non ha diritto a rimanere nel nostro paese. E tuttavia, da ormai 14 anni, la turca vive in Svizzera, naturalmente mantenuta dal nostro stato sociale. E questo grazie a chi? Grazie al servizio giuridico della Caritas, che ha messo a disposizione della finta rifugiata una giurista. La quale giurista ha infesciato di ricorsi e cavilli tutte le istanze possibili ed immaginabili, ottenendo continue sospensioni dell’espulsione già decisa. Tra l’altro, visto che notoriamente siamo beceri populisti e razzisti, facciamo pure notare che la leguleia in questione non è esattamente patrizia di Corticiasca e nemmeno di Altdorf.
E le cifre?
Oltretutto, il marito della cittadina turca è già stato rimpatriato – rimpatrio forzato – nel 2018. La moglie dovrebbe dunque provare il desiderio di riunirsi al consorte. Invece, cicca! La signora vuole rimanere qui a farsi mantenere!
A proposito di questa vicenda (già citata sul Mattino un paio di settimane fa) ci piacerebbe conoscere un paio di cifre. Ovvero: quanto sono costati al solito sfigato contribuente 14 anni di presenza in Svizzera della finta rifugiata turca?
E soprattutto: quanto è costata, sempre al solito sfigato contribuente, la pletora di ricorsi presentata dalla giurista della Caritas? Quando arriveranno a casa le polizze di versamento per un’offerta natalizia a detta associazione, tenete presente di come vengono poi usati i soldi delle vostre donazioni.
Chissà come mai…
Ovviamente dal caso singolo occorre poi passare al generale, ossia: quanto costano al contribuente i finti rifugiati che, come la cittadina turca di cui sopra, rimangono in Svizzera malgrado abbiano ricevuto un decreto di espulsione? Sia in prestazioni assistenziali che, ovviamente, in spese legali? Con il gratuito patrocinio che alimenta la “ricorsite”? Tanto il conto lo pagano gli altri; per cui, perché stare indietro?
Poco ma sicuro che stiamo parlando di cifre enormi! Ma naturalmente… tutto imboscato! Non si dice! Segreto di Stato!
Poi ci si chiede come mai il cittadino medio paga le tasse “poco volentieri”! Forse perché lo stesso cittadino medio fatica tutti i giorni per portare a casa una pagnotta che si fa sempre più magra? Forse perché la pagnotta diventerà addirittura anoressica per colpa della pletora di ecotasse ed ecobalzelli che la $inistra ro$$overde pro-migranti economici, ovvero quella che permette e difende i malandazzi di cui sopra, sogna di introdurre? E quindi il cittadino medio non è entusiasta di sapere come l’ente pubblico sperpera i soldi delle sue imposte?
Vicenda 2
A pochi giorni di distanza dal primo scempio, ecco che si apprende del secondo.
Un anno fa, nel dicembre 2018, un finto rifugiato marocchino 27enne, anch’egli con domanda d’asilo respinta già da due anni, a Frauenfeld ha aggredito a scopo di rapina una coppia di commercianti ultrasessantenni. I due stavano raggiungendo la loro automobile con gli incassi del giorno del loro piccolo negozio. Ma lo svizzero 69enne si è difeso, riuscendo a bloccare il ladro fino all’arrivo della polizia. E poi? E poi è successo che il delinquente straniero è stato arrestato, ma rilasciato già dopo un paio di giorni. Nei suoi confronti è stata pronunciata solo una sanzione pecuniaria. Nel caso concreto, sanzione pecuniaria equivale a nessuna sanzione, dal momento che il marocchino di “pecunia” non ne ha. Inutile dire che la “risorsa da integrare” è rimasta sul nostro territorio dove ha continuato a rubacchiare ed a borseggiare, per poi sparire nella clandestinità.
Accordi di riammissione
Ma come mai il delinquente straniero si trova ancora in Svizzera, da cui avrebbe dovuto essere allontanato già da tre anni? Perché il natìo paesello di cotanta foffa, ovvero il Marocco, si rifiuta di riprendersi i suoi concittadini giunti in Svizzera per fare i finti rifugiati ma che sono stati respinti.
Non solo il Marocco non ne vuole sapere di sottoscrivere accordi di riammissione, ma rifiuta anche i voli speciali per rimpatriare i migranti economici renitenti. E il finto rifugiato sa benissimo – e se non lo sa, ci pensano i kompagni del business ro$$o dell’asilo ad istruirlo per bene – che, se viene caricato su un semplice volo di linea, gli basta fare un po’ di casotto… e l’aereo torna indietro!
Aiuti allo sviluppo
Da notare che il Marocco rifiuta di sottoscrivere accordi di riammissione, eppure ogni anno riceve svariati milioni di franchetti di aiuti allo sviluppo. Ohibò: ecco come fare fessi gli svizzerotti! E tagliare gli aiuti allo sviluppo finché il paese in questione non accetta di riprendersi i suoi “figli” delinquenti? Il triciclo PLR-PPD-P$$ insorge scandalizzato: “sa po’ mia! Vergogna, fascisti!”. E dunque, continuiamo a farci prendere per i fondelli grazie alla partitocrazia politikamente korretta e buonista-coglionista!
E’ pertanto evidente che, sul fronte degli accordi di riammissione, il lavoro da fare per i due Consiglieri federali dell’ex partitone Ignazio KrankenCassis e Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) non manca! Chiaro il messaggio, soprattutto per il primo? Altro che continuare a venire in Ticino a fare campagna elettorale per l’ex partitone, oltretutto con esiti fallimentari!
Lorenzo Quadri