La ministra del “devono entrare tutti” regala a Chiasso il “Punto d’affluenza”

 

Ma guarda un po’, prosegue la strategia della kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga per “far entrare tutti”. Strategia che consiste nel continuare ad aumentare la capacità d’accoglienza della Svizzera per i finti rifugiati con lo smartphone. Quelli che i documenti li perdono sempre durante il viaggio, ma l’iPhone, invece, non lo perdono mai. Quando si dice “i casi della vita”…

Porta spalancata

Aumentare le capacità d’accoglienza della Svizzera significa, nel caso concreto, aumentare quelle del Ticino, diventato la porta d’accesso dei clandestini. Ma la Consigliera federale competente, invece di chiudere la porta, la lascia spalancata, ed  aggiunge posti per asilanti. E mica pochi. Infatti alla stazione di Chiasso nel giro di qualche settimana la Sezione della migrazione creerà 300 nuovi letti per migranti economici tramite il nuovo Punto d’affluenza (PAF), che verrà piazzato negli ex magazzini FFS (quelli che dovrebbero ospitare la famosa scuola di sartoria).

Determinate condizioni?

Naturalmente il Dipartimento Sommaruga assicura che i posti in questione verranno aperti solo a determinate condizioni e blablabla. Balle di Fra’ Luca. Una volta creati i posti supplementari per asilanti, poco ma sicuro che verranno anche riempiti. Oltreconfine sono in perenne emergenza asilo visto che la frontiera del Mediterraneo rimane ben aperta:   e allora, vuoi che gli svizzerotti creino dei centri d’accoglienza… per poi lasciarli chiusi? Ma quando mai! Il Belpaese arriverà a “piangere miseria”; e, come ama ripetere la Simonetta, “Bisogna aiutare l’Italia!”.

E poi, una volta che un centro asilanti (anche se chiamato PAF) è fatto, non lo smantella più nessuno. Un po’ come le nuove tasse: se introdotte, diventano subito definitive (e crescono nel tempo).

Aumentare la capacità

La ministra del “devono entrare tutti” ed i suoi portaborse proseguono dunque imperterriti per la loro strada che è quella di aumentare la capacità d’accoglienza della Svizzera. Del resto, se il Mattino e la Lega hanno a  suo tempo sostenuto il referendum contro la nuova legge sull’asilo, c’erano dei motivi. Ed il principale era proprio che la nuova legge permette al dipartimento Sommaruga di realizzare nuovi centri asilanti a piacimento in stabili della Confederazione, facendosi un baffo delle normali procedure edilizie – e quindi dei diritti di Cantoni, Comuni e cittadini.

Losone

Abbiamo così visto che a Losone il centro asilanti provvisorio non chiuderà quest’anno, contrariamente a quanto promesso (non ci voleva una grande fantasia per immaginare che sarebbe andata a finire così). Sul Pian Faloppia sorgerà il nuovo maxicentro per finti rifugiati di 350 posti, ossia ben 200 in più rispetto alla struttura attuale di Chiasso. Dove la ministra  del “devono entrare tutti” aveva promesso che sarebbe rimasto solo un Punto d’affluenza, lasciando sottintendere che si sarebbe trattato di struttura lillipuziana. Adesso si “scopre” che il PAF ha 300 posti.

Valvole di sfogo

Invece di impedire l’arrivo di finti rifugiati, la ministra del “devono entrare tutti” trasforma il nostro Cantone in un centro di raccolta  e di distribuzione. Invece di finalmente pretendere che l’Italia faccia la propria parte sigillando la frontiera mediterranea, la kompagna Sommaruga le offre ulteriori valvole di sfogo tramite nuovi centri asilanti di vario genere. Del resto, la Simonetta è pure andata dai suoi colleghi dell’UE a garantire che gli svizzerotti continueranno ad aderire ai piani di ricollocamento di finti rifugiati stabiliti dall’UE, malgrado non sussista alcun obbligo al proposito e malgrado non aderiscano nemmeno gli Stati membri (vedi blocco Visegrad, vedi Austria). Le spese di queste scriteriate aperture le fanno in prima linea i ticinesi, sicché oltregottardo se ne impipano. Ma quando i finti rifugiati accolti al PAF verranno smistati anche a nord delle Alpi, la musica cambierà.

Cavoli amari

Se non ci si decide a chiudere finalmente la porta della Svizzera all’immigrazione clandestina di migranti con lo smartphone, saranno cavoli amari per tutti. Il conto sarà salatissimo, sia in termini finanziari che di ordine pubblico. Ed è evidente che le prime ad essere minacciate saranno le donne, vista la “cultura”  da cui provengono i migranti economici. Ma naturalmente i bolliti residui del femminismo elvetico a  Palazzo federale sferruzzavano osceni berretti rosa in occasione dell’8 marzo, per promuovere contemporaneamente i diritti della donna e le frontiere spalancate ai migranti economici. I quali però  – per usare un’espressione della kompagna Sommaruga – “non rispettano le donne”.

Le “grandi statiste” mettono dunque nello stesso calderone due cose che stanno contraddizione tra loro. Ma immaginare che certe acide suffragette del “devono entrare tutti” possano aprire gli occhi, è una pia illusione.

Lorenzo Quadri