Il Nazionale taglia i preventivi dell’asilo, ma la ministra di giustizia non ci sta

Il Consiglio nazionale ha rifiutato di iscrivere nel Preventivo 2017  della Confederazione una spesa extra di circa 400 milioni di Fr per l’asilo. Il plenum della Camera del popolo ha seguito la decisione analoga della sua commissione delle finanze.

Questo è accaduto giovedì primo dicembre. Un paio di giorni dopo – e meglio sabato 3 dicembre, al congresso P$$ in quel di Thun – la ministra di giustizia (?) kompagna Simonetta Sommaruga se ne è uscita a dichiarare che ci vuole più solidarietà (?) con gli asilanti e con gli Stati esteri. Il messaggio è chiaro: devono entrare tutti!

Come se la Svizzera non fosse già il paese che, per rapporto al numero degli abitanti, accoglie più migranti.

E’ ora di piantarla con la fregnaccia degli svizzerotti “chiusi e gretti” che devono accogliere sempre più richiedenti l’asilo. Accogliere e, va da sé, mantenere a vita. Perché questi giovanotti con lo smartphone non sono integrabili. Piccolo esempio: nel giro di otto anni il numero dei finti rifugiati eritrei a carico dell’assistenza è aumentato di oltre il 2200%.

Tirare la cinghia

Quindi, altro che spendere sempre più soldi per l’asilo, settore che già ha costi miliardari e le cui uscite sono letteralmente esplose. E’ invece ora di rimandare a casa loro, ma con urgenza, un po’ di immigrati nel nostro stato sociale. Perché non si possono spendere cifre folli per i migranti e poi venire a dire agli svizzerotti che devono tirare la cinghia (leggi pensione a 70 anni, leggi macelleria sociale) e pagare più tasse e balzelli perché noi “viviamo sopra le nostre possibilità”. Qui l’unica cosa sopra le nostre possibilità, ma ampiamente sopra, è la scriteriata politica di accoglienza che i kompagni continuano a propugnare.

Menefreghismo

E’ inoltre del tutto fuori posto che la kompagna Sommaruga se ne esca con le sue pretese di più asilanti, e quindi maggiori costi, due giorni dopo che il Consiglio nazionale ha tagliato le uscite per l’asilo. Evidentemente la signora se ne impipa delle decisioni parlamentari che non le piacciono. Il marchio di fabbrica P$ è evidente. Vengono subito in mente le grottesche giustificazioni della sezione ticinese del partito all’indomani del fermo della deputata Bosia Mirra con l’accusa di favoreggiamento all’entrata illegale di migranti: le leggi si rispettano, affermò il partito, ma solo quelle che piacciono a noi. Le altre sono immorali (il monopolio sulla morale, come noto, ce l’ha la gauche caviar), e quindi è giusto violarle.

Primo passo

Naturalmente, nel merito della decisione del Consiglio nazione di ridurre le uscite sull’asilo, si può obiettare che non si risolvono certo le entrate illegali tirando una riga su dei numeri nei preventivi. I preventivi sono solo carta. Se ci si limita all’esercizio contabile senza chiudere le frontiere, i soldi verranno spesi comunque. Il taglio sui preventivi deve dunque essere solo il primo passo. Occorre fare in modo che le cifre decurtate non vengano superate in seguito. Ciò significa frontiere “meno permeabili”. Sommaruga ha indicato chiaramente che non si sogna di adeguarsi. Il parlamento dovrà invece assicurarsi che lo faccia.

Regali all’Italia…

Non è certo un caso se la Consigliera federale P$$ al congresso del partito se ne è uscita con la storiella della maggiore solidarietà con i finti rifugiati (=devono entrare tutti) e con gli Stati esteri. Infatti nelle scorse settimane la Simonetta è andata a Roma a promettere aiuti nella gestione degli aslianti.  E ha lasciato ad intendere che la Svizzera avrebbe continuato volontariamente a farsi carico di un numero sempre maggiore di migranti economici che non le spettano affatto, aderendo ai piani di ricollocamento dell’UE. Piani che per noi non sono in alcun modo vincolanti.

Chi l’ha autorizzata a compiere simili passi ed a prendere simili impegni?

… E anche alla Germania

Non solo: sappiamo anche che la Germania si lamenta, da mesi, perché dai confini elvetici le entrano troppi asilanti. Sicché, secondo gli amici tedeschi, dobbiamo controllare meglio che i migranti non escano dal nostro territorio. Ciò significa che dovremmo potenziare i controlli sulla frontiera nord, a scapito di quelli sul confine sud (la coperta è corta e non basta per tutti). Ad andarci di mezzo sarebbe, ovviamente, il Ticino. Chissà perché, c’è come il sospetto che i camerieri bernesi capitoleranno anche davanti a questa richiesta.

Ecco dunque che i conti purtroppo tornano. Prima si prendono impegni autolesionistici (ma tanto  il conto lo pagano gli svizzerotti) contro la volontà popolare. Poi si pretende di ricattare moralmente i cittadini affinché li accettino. Non ci caschiamo!

Lorenzo Quadri