Svariate migliaia di rimpatri sventate con scuse legate allo stramaledetto virus cinese

Lo stramaledetto virus cinese torna comodo ai finti rifugiati con lo smartphone, che se ne servono per schivare i rimpatri. I migranti economici hanno infatti “scoperto” (non che ci volesse una scienza) che spesso i loro paesi d’origine permettono l’arrivo solo ai viaggiatori con un tampone negativo. Ecco allora servito su un piatto d’argento il trucchetto per schivare il rinvio: basta rifiutarsidi sottoporsi al tampone, ed il gioco è fatto!

Da restarci di palta. Ma davvero ci vuole così poco per rimanere qui a carico del contribuente, pur non avendone alcun diritto? Evidentemente, sì! Quando si dice svizzerotti fessi!

Ma nel resto del mondo le cose funzionano allo stesso modo, o siamo noi gli unici babbei?

Manca la base legale?

La SEM, Segreteria di Stato per la Migrazione, conferma: non si può (“sa po’ mia!”) obbligare i finti rifugiati a fare il tampone contro la propria volontà. Manca la base legale (?). Di conseguenza, niente rimpatrio.

Sembra una barzelletta. Invece è la realtà. La Lega ha già presentato una mozione al Consiglio federale: venga immediatamente creata la base legale necessaria a praticare al finto rifugiato il test necessario al rimpatrio, anche se il diretto interessato non vuole. Perché va bene buonisti-coglionisti, ma c’è un limite a tutto.

Del resto, il tema non è legato solo alla situazione contingente. In futuro potrebbero esserci altre pandemie.

Cancellate 2213 partenze

Nel frattempo è uscita qualche cifra a proposito dei rinvii di clandestini non eseguiti a causa del virus cinese.  A fornirla è il governicchio federale rispondendo ad un’interrogazione della parlamentare Udc Martina Bircher. I dati sono tutti un programma: tra marzo e dicembre del 2020 sono state cancellate ben 2213 partenze per via aerea; e circa due terzi di questi annullamenti sono legati alla pandemia. A cosa sia dovuto l’atro terzo, invece, non viene detto.

Quanto ai migranti economici che rifiutano di fare il tampone per non dover rientrare al paese d’origine: a dire del governicchio sarebbero “ancora pochi” (stiamo a vedere per quanto). Ma la perla è l’affermazione seguente: “le autorità competenti cercano di convincere gli interessati dell’importanza di sottoporsi al test prima della partenza, per la loro salute e quelle delle persone a loro vicine (sic!)”.  Ah, ecco. I finti rifugiati rifiutano il tampone per rimanere in Svizzera; però le autorità competenti cercano di convincerli a cambiare idea parlando della salute delle persone a loro vicine? Se non ci fosse da ridere, ci sarebbe da piangere!

Fermare la farsa

Basta con la presa per il lato B e con lo sperpero di soldi del contribuente. Sulla spesa dell’asilo, e sono miliardi ogni anno, bisogna tagliare alla grande! Il che significa: rimpatri a manetta!E, se per schivare il rinvio è sufficiente rifiutare il tampone, ben si capisce che siamo messi male.

E’ urgente sventare il puerile giochetto. E’ anzi scandaloso che basti così poco per fare fessa la Confederella! Ma lo Stato è capace di imporsi solo con i cittadini onesti? Mentre tutti i furbetti, magari in arrivo da “altre culture”, la fanno franca?

C’è un altro motivo per cui, virus o non virus, i rinvii devono tornare ad essere effettivi e non una farsa. Nel caso qualcuno non se fosse accorto, il caos asilo è tornato. A Lampedusa i clandestini sbarcano a migliaia. Ed è pertanto scontato che – a causa dellapolitica delle frontiere spalancate voluta dalla partitocrazia –presto un buon numero di questi migranti economici ce li troveremo qui!  

Il ritorno del caos asilo

Non solo. Presto i balivi di Bruxelles chiederanno ai loro camerieri di Berna di accogliere in Svizzera asilanti che – secondo i trattati internazionali in vigore – spetterebbero ad altri Paesi. Non ci vuole il Mago Otelma per prevedere che i camerieri in questione si chineranno a 90 gradi, all’istante! Risultato: altri migranti economici a carico del contribuente!

La ripresa del caos asilo e l’imperativa necessità di tagliare le spese spropositate provocate dai finti rifugiati impongono che i rinvii si facciano. E che si facciano a tambur battente! Altro che trasformarli in una barzelletta, per la gioia dei $inistratiro$$overdi! Sveglia!

Lorenzo Quadri