E anche l’atteggiamento nei confronti della Svizzera è destinato a cambiare dopo le elezioni europee di maggio
Il Front National di Marine LePen, partito antieuropeista e nazionalista, ha sbancato alle elezioni amministrative francesi. Questo risultato è positivo per la Svizzera: costituisce un antipasto dell’esito delle elezioni europee di maggio. E non solo in Francia. Proprio nell’europarlamento, dunque, si moltiplicheranno le voci di chi non ne vuole più sapere dei balivi di Bruxelles. Burocrati non eletti da nessuno, ma che ciononostante pretendono di imporre le proprie visioni, ideologiche e/o interessate, ma sempre avulse dalla realtà e devastanti per i cittadini.
Il rafforzamento, nel legislativo comunitario, del fronte dei movimenti nazionalisti significa che anche l’atteggiamento nei confronti del voto svizzero sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” è destinato a cambiare. Nota bene: per noi “nazionalista” è un complimento; non certo un insulto come vorrebbero far credere i ro$$i che per decenni hanno fatto il lavaggio del cervello alla popolazione autoattribuendosi, senza averne alcun titolo, il monopolio sulla morale e sulla cultura.
“Il popolo non deve poter votare”
La stessa LePen ha dichiarato che, se in Francia la gente avesse potuto votare sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, l’avrebbe approvata con il 60% dei consensi. E’ proprio questa la squallida realtà degli eurofalliti: hanno potuto fare i propri porci comodi perché negli Stati UE la gente non può votare sulle questioni fondamentali.
Al proposito la dichiarazione di un esponente della CDU tedesca la dice tutta: “su certi temi i cittadini non dovrebbero nemmeno potersi esprimere. Un’affermazione che (ma tu guarda i casi della vita) fa il paio con la dichiarazione della kompagna consigliera nazionale socialista – oltretutto naturalizzata – secondo cui “il popolo non comanda”. Ricordiamo che il programma del P$$ prevede l’adesione della Svizzera all’UE. Una volontà che il partito ha ribadito la scorsa settimana.
Capita l’antifona? Siamo alla dittatura dei burocrati mezzemaniche! Questa è l’Unione europea davanti alla quale un Consiglio federale debolissimo si genuflette ad ogni “cip” con la stessa prontezza con cui i cani di Pavlov salivavano al suono della campanella.
L’UE perde pezzi
La musica, però, sta per cambiare, di fronte alla prova dei fatti. L’Unione europea, costruzione $inistroide, antistorica ed antidemocratica, dove una manica di burocrati non eletta da nessuno pretende di togliere ai popoli il diritto di decidere del proprio futuro, è manifestamente al capolinea.
Basta guardare quel che accade negli Stati Membri. Della Gran Bretagna abbiano già detto: Cameron ha posto agli eurofalliti sette condizioni per la permanenza del Regno Unito nell’UE, tra cui la possibilità di porre un freno all’immigrazione di massa.
La Spagna è stata ridotta in miseria dall’Unione europea e dall’Euro. Idem Portogallo e Grecia. Nei giorni scorsi gli indignados sono tornati a manifestare a Madrid contro le condizioni capestro imposte da Bruxelles, il bilancio è di 27 feriti e 17 arresti. Ma naturalmente alle nostre latitudini i media di regime, per lo più $inistrorsi e filoerupeisti, zitti e mosca…
In Francia un partito nazionalista e contrario all’UE si appresta a trionfare anche alle europee.
In Danimarca il partito euroscettico e contrario all’immigrazione scriteriata è diventato la prima forza politica. Eccetera eccetera.
Minato dall’interno
Ben si capisce dunque come le minacce contro la Svizzera per il voto del 9 febbraio siano solo dei diversivi, per tentare di distogliere l’attenzione dal fatto che il castello di carte comunitario va a rotoli. Gli eurofalliti fanno la voce grossa con il nostro paese perché il Consiglio federale, come pure i nostri ambasciatori – che vanno a scusarsi con Bruxelles per ogni voto popolare elvetico non rispondente alle aspettative degli eurobalivi – gli hanno fatto credere di poter venire a comandare in casa nostra. Sbraitano nell’illusione di mascherare il fallimento del progetto europeo, ormai minato dall’interno.
L’esito delle elezioni amministrative francesi è l’ennesimo duro colpo ad un’UE ormai alla frutta. Come abbiamo avuto modo più volte di ripetere su queste colonne: la Svizzera esiste da molto prima dell’Unione europea ed esisterà ancora dopo che l’aborto comunitario sarà stato consegnato all’oblio.
Lorenzo Quadri