Ma intanto il CF blatera che introdurre una tassa d’entrata per frontalieri “sa po’ mia”

 

Nei rapporti con la vicina Penisola si procede all’insegna della calata di braghe. Nei giorni scorsi, il Consiglio federale ha risposto che introdurre una tassa d’entrata per i frontalieri “sa po’ mia”: perché sarebbe discriminatorio. Uhhh, che pagüüüüraaa!

Ancora una volta si assiste con disappunto, ma senza alcuna sorpresa, al solito desolante copione. I camerieri dell’UE di stanza a Berna continuano ad inchinarsi ai Diktat di Bruxelles, quasi ancora prima che vengano pronunciati. Diktat di cui gli stessi Stati membri si fanno – giustamente – un baffo.

Stesse possibilità d’accesso?

Esempio recente: l’eurofunzionarietta di turno che nessuno conosce dichiara alla stampa svizzera (l’unica a concederle spazio…) che dare la precedenza ai lavoratori svizzeri significa discriminare. Dopo un paio di settimane il Consiglio federale, prendendo posizione su una mozione leghista (presentata da chi scrive) dichiara che una tassa d’entrata per i frontalieri – o per chi li assume: nell’atto parlamentare non si specifica, di proposito, da chi andrebbe riscossa) – sarebbe “discriminatoria”. Questo perché – udite udite – tutti devono avere le stesse possibilità d’accesso al mercato del lavoro ticinese.

Gaudium Magnum! In sostanza, nell’illuminata visione dei sette scienziati bernesi, il mercato del lavoro ticinese è un selfservice cui tutti i cittadini UE (lombardi in primis) devono (sic!) poter accedere senza che i residenti vengano minimamente tutelati. Una valvola di sfogo per la crisi economica italiana, come ha titolato in passato la stampa comasca. Grazie, partitocrazia spalancatrice di frontiere! Grazie, devastante libera circolazione delle persone!

No alla tassa d’entrata

Ora, si dà il caso che la “tassa d’entrata” per frontalieri – che servirebbe sia disincentivare l’assunzione di stranieri che a coprire un po’ di costi generati dall’invasione da sud – non sia una sparata del solito leghista Quadri, notoriamente razzista e fascista. A proporla per primo è infatti stato il prof Reiner Eichenberger dell’Università di Friburgo. Che, tra l’altro, è probabilmente l’unico accademico ad avere gli attributi per mettersi in rotta di collisione con l’establishment, dichiarando che “la Svizzera può andare avanti benissimo anche senza bilaterali”.

Se un professore universitario afferma pubblicamente che una data misura è fattibile, ai Consiglieri federali, che ne sanno molto meno di lui, dovrebbe venire il sospetto che magari potrebbe anche avere ragione. Ma naturalmente niente di tutto questo accade. I camerieri dell’UE sono sempre in servizio. Nulla li distoglie. Sicché, ecco levarsi il solito muro di gomma dei “sa po’ mia”!

Sbugiardati dal Consiglio di Stato

Intanto però a sbugiardare (per i meno bacchettoni: sputtanare) il governo federale ci pensa il Consiglio di Stato che proprio in questi giorni ha scritto una lettera a Berna. Il CdS ha preso il pallottoliere e ha fatto un paio di conti su quel che costa al contribuente ticinesotto l’invasione quotidiana da sud. Il risultato è notevole – e ricordiamo che si tratta dei conti del governo, mica del Mattino – anche se la stampa di regime tenta di passare all’acqua bassa.

Dopo le cifre “minori” ma sempre milionarie – 2 milioni per la tratta ferroviaria Albate-Chiasso, interamente finanziata dai ticinesi, quasi altrettanti per controlli sul mercato del lavoro, 1.15 milioni per le pattuglie supplementari della polizia stradale, 1.2 mio di costi extra generati all’Ufficio della migrazione per la gestione dei permessi B (ma una bella moratoria?) – arriva la “bomba”: 22,5 milioni all’anno di usura delle strade cantonali! Apperò! Non sono proprio noccioline!

E’ forse uno scandalo immaginare che per questa cifra si possa attivare una compensazione “ad hoc”? Se è vero che i frontalieri pagano le imposte alla fonte, altrettanto vero è che non pagano imposte di circolazione in Ticino. E non è tutto perché, sempre dai calcoli del Consiglio di Stato, si apprende che l’invasione di frontalieri provoca al nostro Cantone minori entrate di perequazione per 174 milioni. Vogliamo continuare a far finta che sia tutto a posto?

Continuate a fregarvene…

Davanti a simili cifre, e anche davanti al danno occupazionale provocato dal frontalierato fuori controllo (dumping salariale, soppiantamento, aumento della disoccupazione tra i residenti, eccetera) ci vuole già un bel coraggio a scagliarsi contro la tassa d’entrata per frontalieri, come detto “lanciata” da un professore universitario che sa il fatto suo! Vero Consiglio federale? Ovvio comunque che il discorso non si chiude qui.

In ogni caso, complimenti ai signori Consiglieri federali: andate avanti così, andate avanti a strillare alla discriminazione degli stranieri in Svizzera infischiandovene bellamente dei ticinesi discriminati in casa propria per colpa della devastante libera circolazione delle persone da voi voluta ed imposta.

Avanti così, continuate pure ad impiparvene dello sfacelo del mercato del lavoro ticinese. Continuate pure a sventolare statistiche farlocche da voi stessi commissionate. Il Ticino si arrangerà sempre più da solo. Poi però non venite a lamentarvi.

Lorenzo Quadri