Adesso aspettiamo lo studio dell’IRE che ci spieghi che è solo una “percezione”

 

Ma come: l’esplosione del numero dei frontalieri non era, come si è premurato di spiegare il direttore dell’IRE Rico Maggi, “solo una percezione”? Ed invece, ma guarda un po’, rispondendo nei giorni scorsi ad un’interrogazione del deputato leghista Giancarlo Seitz, il Consiglio di Stato ha rilevato che  nel settore della vendita il numero dei frontalieri è aumentato addirittura del 25% in cinque anni! Ma guarda un po’! Gli addetti frontalieri nel commercio al dettaglio sono infatti passati dai 4418 del quarto trimestre del 2011 ai 5508 del quarto trimestre 2016. Apperò!

Aspettiamo il nuovo studio dell’IRE, magari realizzato da qualche ricercatore frontaliere, che venga a raccontarci che non è vero niente! Che sono tutte balle della Lega populista e razzista!

Perfino la RSI…

Il colmo è che la settimana scorsa perfino la RSI,  assai poco sospetta di simpatie leghiste e da anni organo di propaganda di regime pro-libera circolazione, ha mandato in onda, nell’ambito della trasmissione Tempi moderni, un interessante servizio sull’evoluzione dei salari nell’economia privata in questo sempre meno ridente Cantone. La pressione al ribasso negli ultimi anni è apparsa in tutta evidenza. Nel 2014 infatti il divario tra il salario mediano in Ticino e quello in Svizzera era di 1000 Fr al mese: 5125 contro 6189 a livello nazionale. Per contro, nel 2008,  quindi sei anni prima, il divario era di “soli” 850 Fr mensili.

Il dumping è realtà

Questo può evidentemente voler dire una cosa sola: che in Ticino il dumping salariale è una realtà. Le paghe diventano sempre più “lombarde” a causa dell’invasione da sud! E del resto non c’era bisogno di essere dei premi Nobel dell’economia per prevedere un’evoluzione, o piuttosto un’involuzione di questo tipo: è la semplice conseguenza della legge fisica dei vasi comunicanti.

C’è però un problemino: gli stipendi ticinesi si abbassano sempre di più poiché, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, a pochi chilometri dal confine si trova un serbatoio pressoché inesauribile di manodopera a basso costo. Ma se i salari si “lombardizzano” – ed è evidente che, più frontalieri ci sono, più i salari si “lombardizzano “-  i costi della vita in Ticino no! E non è nemmeno vero che questi costi sono significativamente più bassi a sud delle Alpi rispetto al nord! Anzi, in Ticino i premi di (s)cassa malati, tanto per fare un esempio banale, sono più alti che in molti altri cantoni elvetici!

Quindi i ticinesi diventano sempre più poveri! La libera circolazione delle persone senza limiti ci ha ridotti al terzo mondo della Svizzera! Grazie, partiti $torici, padronato, sindacati, élite spalancatrice di frontiere, intellettualini da tre e una cicca, e compagnia cantante!

Oltretutto bisogna anche considerare che i salari di cui sopra sono quelli delle statistiche ufficiali, che non comprendono le irregolarità ed il nero. Realtà anch’esse esplose con la libera circolazione delle persone. Ma naturalmente sono solo “percezioni”…

Lorenzo Quadri