Il differenziale tra il costo della vita in Svizzera ed in Italia non viene considerato e non c’è reciprocità

L’ammontare degli assegni per figli versati ai frontalieri è di 45 milioni all’anno

Tra le tante pieghe del frontalierato senza alcun limite – ormai i frontalieri in Ticino hanno raggiunto quota 60mila con conseguenze disastrose sull’occupazione dei residenti –  si annidano discriminazioni a go-go nei confronti dei ticinesi.

Un tema sollevato quest’estate dal Mattinonline e che merita di venire ricordato riguarda gli assegni per i figli di cui beneficiano i frontalieri, esattamente come i lavoratori svizzeri. Questi assegni ammontano a 200 Fr al mese (250 per i figli sopra i 16 anni).

Rispondendo nei mesi scorsi ad un’interrogazione del deputato leghista Daniele Caverzasio, il Consiglio di Stato informava che i frontalieri che beneficiano degli assegni familiari per i figli sono circa 13’500, per una spesa complessiva di 45 milioni di Fr annui. Quindi non si tratta esattamente di pochi spiccioli.

Il problema e quindi la discriminazione dei ticinesi, sta nel fatto che gli assegni per i figli dei lavoratori svizzeri sono pensati per i giovani che stanno in Svizzera; quindi vanno messi in relazione con il costo della vita da noi. Ma i figli dei frontalieri non vivono in Ticino, bensì in Italia. Dove il costo della vita è ben diverso (anche a seguito del franco forte).
Anche l’italiano che lavora in patria beneficia di assegni per i figli ma, come si immaginerà, sono di ben altro ammontare rispetto a quelli elvetici: alla fine al beneficiario restano in tasca più o meno 25 euro al mese.

Quindi la discriminazione è doppia ed evidente:

–    i frontalieri beneficiano degli assegni per i figli anche se i figli in Italia costano meno che in Svizzera; quindi l’ennesimo vantaggio manifesto del frontalierato;

–    plateale la discriminazione tra italiani: i ragazzi dei frontalieri, che risiedono in Italia, non costano 10 volte di più di quelli degli italiani che lavorano in Italia. Costano uguale;

Gli assegni per i figli, regolati dalla legge federale, vengono adattati (ridotti) solo in casi estremi, ad esempio quando la prole è in Africa o in America latina. Tuttavia il differenziale del costo della vita tra Svizzera ed Italia, che permette ai frontalieri di vivere con stipendi nettamente inferiori rispetto a quelli necessari per vivere in Svizzera, è una delle principali cause del dumping salariale e della sostituzione, sul nostro mercato del lavoro, dei  ticinesi con i frontalieri. E’ urgente ridurre l’attrattività del frontalierato. I vantaggi insiti nel lavorare in Ticino e vivere in Italia devono venire il più possibile a cadere. Per raggiungere questo obiettivo occorre operare in tutti gli ambiti. Anche in quello, apparentemente secondari, degli assegni per i igli.”Apparentemente”, perché come visto parliamo di una cifra di 45 milioni di Fr, quindi non di una quisquilia. Anche se è pur vero che gli assegni per i figli fanno parte del reddito ed i beneficiari ci pagano le tasse.

Altro aspetto  da considerare, e qui, come al solito, al danno si aggiunge la beffa: la reciprocità non è data. I pochi frontalieri al contrario, ossia residenti in Svizzera che lavorano in Italia, di assegni per i figli proprio non ne ricevono!

Lorenzo Quadri