L’assalto alla diligenza ticinese è destinato a peggiorare sempre più
Le notizie sull’occupazione Oltreconfine sono, ancora una volta, catastrofiche. I dati sull’occupazione nella Provincia di Varese, resi noti nei giorni scorsi, fanno, semplicemente, accapponare la pelle.
La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli che spaventerebbero perfino in Spagna, in Grecia o in Portogallo. Se si pensa che questi estremi si verificano per così dire fuori dalla nostra porta di casa, in quella che dovrebbe essere la locomotiva economica dell’Italia, beh, c’è davvero da farsi venire i brividi.
Le cifre, dunque: tra i giovani della Provincia di Varese il tasso di disoccupazione è del 39%, con punte del 45% tra i maschi. Traduzione: un giovane varesino su due NON HA il lavoro!
In totale i senza lavoro nella provincia sono 35mila, 10mila in più rispetto alla crisi del 2009.
Eldorado
Una buona fetta dei frontalieri attivi nel nostro Cantone arriva dalla provincia di Varese. Ed è chiaro che davanti ad una situazione catastrofica come quella emersa dalle ultime statistiche, il Ticino diventerà sempre più una sorta di Eldorado. E’ evidente che, non avendo alternativa, si moltiplicheranno gli aspiranti frontalieri, magari anche laureati, disposti a lavorare per stipendi per noi inconcepibili. E hai voglia di invocare minimi salariali: basta assumere (e pagare) la persona al 50% e farla lavorare al 100%, e l’ostacolo è subito aggirato.
Assalto alla diligenza
E’ quindi assolutamente prioritario fare tutto il possibile per sventare l’assalto alla diligenza. E’ prioritario evitare di diventare ancora più attrattivi per il frontalierato. Per questo diventa sempre più urgente l’introduzione dei contingenti. Che ci saranno. Perché così ha voluto, e votato, il popolo. E non c’è ambiente economico che tenga, nel caso qualcuno non l’avesse ancora capito. Perché se qualcuno si immagina di escludere i frontalieri dai contingenti, può stare certo che in Ticino scoppierà la guerriglia urbana.
E diventa anche sempre più urgente disdire la vetusta convenzione con l’Italia sulla fiscalità dei frontalieri. Anche se la catastrofica ministra del 5% Widmer Schlumpf vi si oppone.
La regolamentazione attualmente in vigore non solo è un’ingiustizia plateale nei confronti dei cittadini italiani non frontalieri (potremmo dire che è un problema del governo della Penisola e non nostro, ma visto che da Oltreconfine si fa finta di nulla per convenienza elettorale…) ma è uno degli elementi che permettono ai frontalieri di accettare salari dumping, inarrivabili per i residenti in Ticino.
Intervenire si può
Da subito bisogna limitare l’arrivo di ulteriori frontalieri con i mezzi a disposizione. Non si può ufficialmente rifiutare il rilascio di un nuovo permesso G nel terziario? Nessuno può però vietare di impiegarci sei mesi ad emetterlo: altro che autorizzazione nel giro di pochi giorni! Stesso discorso per i padroncini.
O ci difendiamo con quello che abbiamo, o staremo sempre peggio. Il continuo degrado della situazione italiana, grazie agli spalancatori di frontiere, farà aumentare la pressione da Sud sul nostro mercato del lavoro. Ah già, ma cosa ci dicevano i partiti $torici, ex partitone in prima fila? “Con la libera circolazione delle persone, i nostri giovani potranno lavorare in Italia”. Come no! A Varese, non a Palermo, un giovane su due è disoccupato. Ma “i nostri giovani potranno andare a lavorare in Italia”.
Il comitato del PLR, ex partito di maggioranza relativa, ha respinto all’unanimità l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, poi plebiscitata dai Ticinesi. Sempre il PLR era in prima fila tra quelli che raccontavano: “con la libera circolazione delle persone, i nostri giovani potranno lavorare in Italia”. C’è da chiedersi con che coraggio i liblab osano ancora presentarsi davanti agli elettori. Ma questa è un’altra storia.
La drammatica situazione occupazionale della provincia di Varese ci sbatte in faccia, una volta di più, l’urgenza di tutelarci. Altro che continuare a ripetere il ritornello del “sa po’ fa nagott” tanto caro ai vertici del DFE, dipartimento che, ma tu guarda i casi della vita, è in mano al PLR!
Qualcuno forse sorriderà di quanto scritto nelle prossime righe; ma con una situazione di questo tipo – ripetiamo: un giovane su due disoccupato nella Provincia di Varese – per noi si prospettano anche problemi di sicurezza nazionale. Non siamo ai barconi di disperati che sbarcano a Lampedusa ma neppure tanto lontani.
Lorenzo Quadri