I posti di lavoro calano, ma i permessi G aumentano ancora! Colpa della partitocrazia!
L’INVASIONE di frontalieri continua! Continua e si aggrava, in periodo di crisi nera da stramaledetto virus cinese! E per questo sappiamo chi ringraziare: ovvero la solita partitocrazia PLR-PPD-P$, Verdi-anguria ovviamente inclusi!
Gli ultimi dati parlano chiaro. I permessi G in questo sfigatissimo Cantone hanno sfondato la soglia dei 70mila! Più precisamente, secondo i dati divulgati martedì dall’Ufficio federale di statistica (non dal Mattino populista e razzista) essi sono 70’078, con un aumento dell’1.1% rispetto allo scorso anno.
Aspetto particolarmente allucinante, ma anche scontato in regime di frontiere spalancate voluto dalla partitocrazia: gli impieghi, a causa della “più grave crisi economica ed occupazionale del Dopoguerra” (cit: governicchio federale) diminuiscono; però i frontalieri aumentano!
Pagano solo i ticinesi
Un paio di settimane fa, su queste colonne annunciavamo che nel primo semestre del 2020 il numero di posti di lavoro in Ticino era calato di 5000 unità rispetto alla fine del 2019, scendendo da 232mila a 227mila. Adesso sappiamo che nel frattempo i frontalieri non sono di meno, ma anzi, sono addirittura aumentati! Ovvero: in Ticino ci sono MENO posti di lavoro ma PIU’ frontalieri!
Questo significa che la crisi da virus cinese, che ci ha IMPESTATI per colpa della devastante libera circolazione delle persone e delle frontiere spalancate, la stanno pagando solo i lavoratori ticinesi!
E naturalmente $inistrati e $indakalisti non hanno nulla da dire sull’ennesimo sconcio! Che strano, eh? Ah già, ma per loro più frontalieri ci sono meglio è: anche i permessi G si sindacalizzano pagando le loro brave quote. Così i dirigenti $indakali con l’Audi A6 possono versarsi stipendi da manager!
I responsabili
Per questa situazione di palta ci sono, evidentemente, dei responsabili. Ovvero la casta eurolecchina, ed in primis i soldatini della partitocrazia assieme alla stampa di regime! Quelli che prima della votazione del 27 settembre sull’iniziativa “Per la limitazione” hanno fatto – per mesi e spendendo milioni – il lavaggio del cervello alla popolazione, minacciando la catastrofe termonucleare globale nel caso in cui l’iniziativa fosse stata approvata! Blateravano di “isolamento”, i tapini, quando la Svizzera ha sempre avuto un’economia aperta, ben prima della devastante libera circolazione delle persone! Cianciavano di “clausole ghigliottina”, ben sapendo che gli eurobalivi mai le avrebbero invocate perché, con o senza libera circolazione, gli accordi bilaterali sono principalmente nell’interesse dell’UE! Mica della Svizzera: dell’UE!
Fosse stata approvata l’iniziativa…
Se l’iniziativa “Per la limitazione” fosse stata approvata, datori di lavoro con pochi scrupoli non avrebbero più potuto assumere frontalieri a scapito dei lavoratori residenti. Cosa che adesso sta manifestamente accadendo. I numeri dell’UST lo confermano. Altro che “sono solo percezioni”, vero Rico Maggi?
Invece la partitocrazia ha voluto che l’invasione continuasse anche in periodo di crisi economica! E la pressione sul Ticino è destinata ad aumentare enormemente perché, a causa della crisi da virus cinese, i vicini a sud presto non avranno più nemmeno gli occhi per piangere. Di aiuti statali ne vedranno ben pochi. Con quali soldi? L’Italia era in bancarotta già prima del covid, figuriamoci adesso.
Decisioni fuori di cranio
Al posto di difendere il mercato del lavoro ticinese dal (previsto e prevedibile) assalto alla diligenza, la partitocrazia cede il Ticino al Belpaese!
Infatti i soldatini del triciclo alle Camere federali sono addirittura riusciti nell’eroica impresa di stabilire che, covid o non covid, i frontalieri in Svizzera “devono entrare tutti”!
Una decisione fuori di cranio sia dal profilo sanitario – perché pensate che Romandia e Ticino siano le regioni più IMPESTATE? “Forse” a causa del continuo via vai di frontalieri con la Francia, rispettivamente con la Lombardia? – che da quello occupazionale! Infatti, dopo l’ennesima alzata d’ingegno dei politicanti triciclati, adesso il datore di lavoro con pochi scrupoli sa che può tranquillamente continuare ad assumere frontalieri: anche in caso di pandemia, la Confederella NON li bloccherà al confine!
Senza contare il fenomeno di colonizzazione in corso, ovvero i frontalieri che assumono ruoli di responsabilità all’interno di aziende (vedi ad esempio il caso Manor) ma anche di enti parastatali (come la SUPSI) e poi assumono solo parenti, amici e connazionali!
La partitocrazia PLR-PPD-P$, Verdi-anguria inclusi, che ha difeso ad oltranza la libera circolazione delle persone CONTRO la volontà della maggioranza dei ticinesi (in passato si sarebbe parlato di alto tradimento) ha creato questa situazione. Adesso se ne deve assumere la piena responsabilità. Certo che se i ticinesi alle urne continuano a votare per gli spalancatori di frontiere, poi c’è poco da lamentarsi.
“Finestra di crisi”
Poiché la situazione è disastrosa, adesso il governicchio cantonale deve andare a Berna a pretendere una “finestra di crisi” per il Ticino. Altro che domandarla solo per la serrata (uregiatescamente denominata “lockdown”) delle attività produttive in marzo!
La richiesta da avanzare è molto semplice. In Ticino si applica la preferenza indigena. Così come da volontà popolare espressa sistematicamente negli ultimi 28 anni, dal 1992 ad ora! O magari qualche cameriere bernese di Bruxelles avrà il coraggio di venirci a dire, sulla base di una statistica taroccata ad hoc, che non è vero che in Ticino c’è crisi?
La posta in gioco è la coesione nazionale. Questo deve essere chiaro a tutti. Come fanno i ticinesi a sentirsi ancora svizzeri se ogni giorno la casta li SVENDE alla vicina Repubblica?
Lorenzo Quadri