Basta con la fregnaccia del “margine di manovra nullo”!

Vogliamo continuare a stare a guardare fino a quando (forse) nel 2017 il Consiglio federale si degnerà di dare un seguito al voto sull’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”? E intanto i frontalieri saranno diventati 70mila, per non parlare dei padroncini? Oppure si preferisce aspettare un’esplosione di rabbia popolare?

Il Corriere di Como dedica ancora una volta un’intera prima pagina al Ticino. Il tema è il frontalierato. Dagli interlocutori, esponenti del mondo sindacale italiano, esce infatti un’informazione chiara: malgrado il voto del 9 febbraio non è cambiato nulla. Nel nostro cantone si continuano ad assumere frontalieri. In particolare nel terziario. Dove è noto ed arcinoto che i frontalieri soppiantano i ticinesi, e dove è altrettanto noto che di frontalieri non ce ne dovrebbero essere proprio, dal momento che la forza lavoro residente basta e avanza a coprire le esigenze dell’economia locale.
Chi sia ad effettuare le assunzioni non è dato di sapere. Si tratta di ticinesi o di responsabili frontalieri che assumono solo connazionali? Oppure entrambi?

Chi fa il furbo
Il fatto che dopo il voto del 9 febbraio non sia cambiato nulla dimostra che il voto in questione era sacrosanto: la situazione attuale permette ai furbi di risparmiare sulla pelle dei ticinesi assumendo frontalieri e fregandosene del territorio e della responsabilità sociale che spetta al datore di lavoro. Dopo un po’ anche chi è bene intenzionato si stufa di vedere che gli altri fanno affari e lui no.
Il sistema della libera circolazione delle persone è quindi completamente bacato e va buttato all’aria. La triste costatazione è che, senza un intervento forte dall’alto, al quale non si possa sfuggire, il mercato da solo non si regola. L’altra constatazione, ma questo l’hanno capito anche i paracarri, è che le misure d’accompagnamento non servono ad una cippa. E’ come pensare di svuotare con un bicchiere il Titanic che affonda.

Non si può o non si vuole?
L’aspetto scandaloso è che, malgrado il contingentamento dei frontalieri e dei padroncini sia stato plebiscitato dai ticinesi, la direttrice del DFE si nasconde dietro la barzelletta del margine di manovra nullo rinviando tutto a Berna.
Ripetuta come un mantra, una simile brutta foglia di fico non fa che dimostrare che ad essere nullo non è il margine di manovra: è la volontà di intervenire. Certo, occorre intervenire con misure “creative”. Magari al limite della compatibilità con gli accordi internazionali. E allora? Pensiamo forse di risolvere i nostri problemi con mentalità da contabile “pesafüm”? Abbiamo a che fare con l’Italia, con il paese del sotterfugio e della scappatoia, mica con una nazione scandinava. Quante volte il Consiglio federale alle richieste del Ticino ha risposto di far ricorso all’arte latina dell’arrangiarsi? E allora facciamolo! Se ad emettere un nuovo permesso per frontaliere destinato ad un lavoro d’ufficio, dove sappiamo benissimo che non c’è alcun bisogno di andare ad assumere oltreconfine, ci mettiamo 8 mesi, cosa pensate che accada? Forse che l’Italia ci manda i carri armati? No di certo! Idem se organizziamo blocchi antipadroncini a go-go. E la “copertura” c’è: il voto del 9 febbraio. Preferiamo che gli italiani si arrabbino perché facciamo rispettare un voto popolare o che, come ora, ci sfottano perché non facciamo nulla? Ci teniamo proprio a farci deridere? Oppure i signori e le signore del “margine di manovra nullo” credono davvero di potersene stare con le mani in mano per tre anni, producendo al massimo carta all’indirizzo di Berna (dove dispongono di capienti cestini) ma nessuna limitazione concreta all’invasione da sud? Ma costoro dove vivono, sul pianeta Marte?

Se la rabbia esplode
Il popolo ha votato e ha dato un ordine preciso: limitare la devastante libera circolazione delle persone. E’ vero che il popolo svizzero (ticinese) è rispettoso dell’ordine e delle istituzioni, ma a tutto c’è un limite. Se il popolo vede che la sua chiara volontà viene snobbata, potrebbe usare altri metodi per farsi rispettare. Nei giorno scorsi c’è stata una marcia a Bellinzona. Una marcia organizzata da residenti esclusi dal mercato del lavoro a seguito della devastante libera circolazione delle persone.  Una manifestazione pacifica. Un domani potrebbero esserci manifestazioni assai meno pacifiche. Se la rabbia popolare esplode, poi non ce n’è più per nessuno. La storia insegna. E allora, tanti auguri a quelli e a quelle del “margine di manovra nullo”.

L’Eldorado
Intanto i frontalieri, ben supportati dalla $inistra internazionalista e dai suoi sindacati, continuano a trovare l’Eldorado nel nostro Paese, naturalmente a scapito dei ticinesi. Facendo la bella vita (perché abitare in Italia costa nettamente meno che stare in Ticino). E magari definendoci sui social network “inutili svizzeri di merda” perché non abbiamo votato il salario minimo di 4000 fr al mese che avrebbe permesso a loro, ma solo a loro, di stare da nababbi.
Se vogliamo continuare a fare gli svizzerotti fessi ligi al dovere che vanno in panico al solo pensiero di prendere un’iniziativa, poi non lamentiamoci se c’è chi ci sguazza. Al di qua e la di là dal confine.
Lorenzo Quadri