Grazie, partitocrazia! Ogni giorno il Ticino rilascia una dozzina di nuovi permessi G

Quando si dice “i casi della vita”! A pochi giorni di distanza dal Primo Maggio, festa del lavoro, ecco che arrivano le nuove statistiche sui frontalieri presenti in questo sfigatissimo Cantone. A dimostrazione che, per colpa della devastante libera circolazione delle persone voluta dal triciclo PLR-PPD-P$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi), altro che festa del lavoro: è stata fatta la festa al lavoro!

Chi altri accetterebbe…?

Ed infatti le cifre appena pubblicate dall’UST indicano l’ennesimo aumento dei frontalieri. A fine marzo in Ticino erano 70’325, in crescita di 359 unità rispetto ai 69’966 di tre mesi prima. Ciò significa che da inizio anno ogni giorno viene rilasciata una dozzina di nuovi permessi G!

Il discorso è sempre lo stesso: in tempo di crisi nera, i posti di lavoro in Ticino diminuiscono, mentre il numero dei frontalieri continua ad aumentare. Il fenomeno della sostituzione – o soppiantamento che dir si voglia – è plateale. Speriamo almeno che nessuno spalancatore di frontiere abbia più la faccia di lamiera di negarlo. Altro che “sono solo percezioni”!

Da notare che 70’325 sono solo i frontalieri ufficiali. Vanno aggiunti quelli in nero. Più le svariate migliaia di padroncini e distaccati, dichiarati o no. E’ evidente che simili cifre non rispondono ad alcuna esigenza economica. Già da tempo gli svizzeri sono una minoranza sul mercato del lavoro ticinese. E questa minoranza diventa sempre più piccola.  Quale altro paese al mondo tollererebbe una situazione del genere?

Fallimento totale

Le cifre testimoniano del totale fallimento, leggi inutilità, delle misure accompagnatorie, come pure della ciofecadenominata preferenza indigena light. Che è poi un semplice obbligo di annuncio agli URC dei posti di lavoro vacanti in determinati settori.

Di recente, il governicchio cantonale, rispondendo ad un atto parlamentare leghista, ha addirittura dichiarato che gli annunci di lavoro per soli frontalieri sono leciti. Ah ecco. Ad ogni minimo tentativo di imporre un limite all’invasione da sud, i soliti noti – a partire dai cosiddetti $indakalisti ro$$i, che in realtà sono solo immigrazionisti –  come pure i vicini della fascia di confine del Belpaese, strillano alla “discriminazione” (uhhh, che pagüüüraaa!). Ogni misura che favorisca anche in minima parte i ticinesi viene cassata perché discriminatoria (nei confronti dei cittadini italici). Però i ticinesi possono venire discriminati in casa propria, e per il governicchio l’è tüt a posct?

Ambientalisti?

Come ovvio, l’invasione da sud causa importanti problemi anche sotto il profilo della viabilità e dell’ambiente. Ovvero: strade infesciate di targhe azzurre e conseguente inquinamento. E qualcuno pensa forse di porre rimedio bloccando la costruzione della terza corsia autostradale Lugano-Mendrisio, o con limiti anti-polveri fini?

Visto che i principali problemi di viabilità in Ticino, ed in particolare nelle zone di confine, sono legati al numero eccessivo di frontalieri, è evidente che bisogna intervenire su quel piano. Il problema è la libera circolazione. Eppure i sedicenti ambientalisti la sostengono ad oltranza. E poi pensano di pitturarsi la coscienza di verde rapinando i cittadini con scellerati ecobalzelli o opponendosi agli investimenti nella rete viaria? Se si vuole alleggerire il Mendrisiotto dagli ingorghi perenni, bisogna far cessare l’invasione da sud!

I confini esistono

E’ inconcepibile che la partitocrazia continui a difendere la devastante libera circolazione delle persone; che continui a prendere a schiaffi i cittadini ticinesi che l’hanno sempre respinta. La pandemia deve segnare un punto di svolta. La crisi economica ed occupazionale da stramaledetto virus cinese rende necessario un cambiamento di rotta. Se durante le fasi acute della pandemia la Svizzera avesse fatto il proprio dovere e CHIUSO le frontiere lasciando entrare solo i frontalieri indispensabili, quei datori di lavoro che assumono permessi G invece di ticinesi si sarebbero trovati nella palta. E magari si sarebbero resi conto che le frontiere ESISTONO. E che, se esistono, possono anche venire CHIUSE. Quindi meglio mettersi al sicuro assumendo gente che vive al di qua della ramina. Invece, col piffero! Alla faccia del mantra della “mobilità da ridurre”, entrare in Svizzera dall’Italia è stato sempre possibile per tutti. Per qualsiasi motivo. Non solo per lavorare. Ennesima occasione mancata per promuovere la preferenza indigena!

Pretendere eccezioni

E’ vitale per il futuro di questo sfigatissimo Cantone che la preferenza indigena venga applicata. Occorre creare delle eccezioni regionali alla libera circolazione. Rivendicare da Berna queste eccezioni deve essere una delle priorità del governicchio. Oppure la linea è quella di andare avanti in eterno a prendere atto con passiva rassegnazione che i frontalieri aumentano senza posa, mentre sempre più ticinesi perdono il lavoro? Avanti così, che prima o poi la gente scenderà in strada a sfasciare le vetrine.

Sveglia! Subito una moratoria sui nuovi permessi G! Altro che rilasciarne ogni giorno una dozzina di nuovi!

Lorenzo Quadri