Il kompagno Berset (P$) metta immediatamente fine alla scandalosa discriminazione!

I camerieri di Bruxelles in Consiglio federale stanno di nuovo cumulando cappellate sullo stramaledetto virus cinese. In primis il kompagno Alain Berset, il quale sembra avere campo libero per fare tutto quel che gli pare.

Ribadiamo per l’ennesima volta: che nessuno si sogni di inventarsi altri lockdown per i vaccinati. Le chiusure generalizzate di attività economiche non sono un’opzione. Nuove varianti o non nuove varianti del covid.

Il ritorno del plexiglas

Da lunedì scorso tra i banchi di Palazzo federale sono riapparse le separazioni in plexiglas, che erano state smontate in ottobre. Fin dall’inizio la Lega aveva fatto notare che lo smontaggio era una boiata: anche i vaccinati o i guariti possono contagiarsi e contagiare, sebbene meno facilmente. In più a Palazzo federale vige il 3 G e non il 2 G. Quindi persone testate negative (ma non vaccinate) si trovano a contatto con vaccinati che potrebbero essere portatori asintomatici.

Sarebbe interessante sapere quanto è costato al solito sfigato contribuente l’esercizio all’insegna del “fare e disfare”.

Frontalieri esentati da tutto

Ovviamente la telenovela “plexiglas su – plexiglas giù” è solo un piccolo esempio di incoerenza bernese: il “meno della cavagna”. Ben più consistenti sono le pescate in materia di entrata in Svizzera.

Da una settimana sono infatti in vigore le nuove misure emanate dal governicchio federale per accedere al nostro Paese. Ricordiamo che per lunghi mesi la Confederella è stata la nazione “in cui era più facile entrare in assoluto”: ringraziamo la partitocrazia spalancatrice di frontiere!

Poi, con la comparsa della variante Omicron, sono tornate le quarantene per i viaggiatori in arrivo da Paesi a rischio. Ma sono durate lo spazio di un mattino. Nel giro di pochi giorni, Berset e compagnia cantante le hanno sostituite con obblighi di doppio tampone. E qui casca l’asino.

Infatti, come al solito, i frontalieri sono stati esentati da tutto. Possono entrare in Svizzera liberamente. Senza necessità di certificare alcunché.

E’ dall’inizio della pandemia che, per i permessi G, i confini elvetici è come se non esistessero. Accadeva anche quando la Lombardia era il principale focolaio d’Occidente. Di più: dal Belpaese è sempre entrato chiunque, per qualsiasi motivo (non solo per lavorare) e senza uno straccio di controllo.

Gli svizzeri invece…

Adesso accade che, grazie alle geniali iniziative del kompagno Berset e dei suoi burocrati ro$$i, il viaggiatore svizzerotto che si è recato al di fuori di quelle che sono considerate regioni di confine, per poter rientrare a casa propria deve:

Farsi fare un tampone all’estero, e pagarlo. Chiaramente il tampone deve risultare negativo;
Compilare un apposito formulario;
Sottoporsi ad un altro tampone da eseguire tra il quarto ed il settimo giorno dopo l’arrivo in Svizzera. E, ancora una volta, pagarlo.

Tutti i dati di cui sopra vanno trasmessi al Cantone.  L’intera trafila vale anche per i vaccinati.

Basta panzane

La discriminazione degli svizzeri rispetto ai frontalieri è evidente. I premessi G  possono entrare nel nostro Paese “come se niente fudesse”. Anche se prima sono stati un mese in vacanza in Sudafrica!

Ed è scandaloso che il governicchio federale continui a giustificare la mancanza di qualsivoglia misura per i permessi G con la fregnaccia dei “frontalieri indispensabili all’economia”. Se il tema sono quelli che lavorano nel settore sanitario, ricordiamo che, in Ticino, questi sono circa 4mila su 75mila!

Quali controlli?

C’è anche un’altra questioncella. Chi entra in Svizzera in aereo deve esibire un tampone negativo all’imbarco, altrimenti rimane a terra. Chi arriva in torpedone idem (ammesso che la ditta di trasporti faccia effettivamente i compiti, cosa che è ancora da dimostrare). E per chi si sposta in treno o in auto? Per prendere il treno non servono i tamponi negativi; men che meno per salire sulla propria auto.  Risposta: “verranno svolti dei controlli a campione ai confini”. Come no!

1) Cosa vuol dire in concreto “controlli a campione”? Che si verifica (forse) un veicolo su 10mila?
2) E con i valichi non sorvegliati, come la mettiamo?
3) L’automobilista – o il viaggiatore ferroviario – potrebbe benissimo dire che arriva da Milano (regione di confine) quando invece è stato a Roma ed eludere così tamponi e formulari.
4) Nella regione di confine Trentino – Alto Adige (tanto per fare un esempio) i contagi schizzano verso l’alto. Però si entra senza dover dimostrare niente. Come se le frontiere della Svizzera non esistessero più, e a fare stato fossero quelle delle regioni di confine!

Anche i vaccinati pagano

E’ quindi manifesto che il kompagno Berset ed i suoi burocrati ro$$i hanno messo a segno l’ennesima cappellata che discrimina gli svizzeri ed avvantaggia i frontalieri.

Tanto per non farsi mancare niente, anche i vaccinati dovranno pagarsi i tamponi. Proprio come chi non si è vaccinato. In questo modo si frustra ancora di più chi ha adempiuto al proprio dovere civico e si è immunizzato. Conseguenza scontata: azzoppare ulteriormente una campagna vaccinale già claudicante.

Quindi, non sta né in cielo né in terra che i frontalieri, per entrare in Svizzera, siano esentati da obblighi ed oneri che invece colpiscono i residenti.

Fino a quando?

L’invasione da sud, voluta dalla partitocrazia, non ha ancora fatto abbastanza disastri in Ticino? Fino a quando il governicchio federale intende agevolarla? Fino a quando pensa di offendere i ticinesi con decisioni del piffero? Delle due l’una: o gli svizzeri che non si sono recati in zone ritenute a rischio possono rientrare liberamente in casa loro, o anche i frontalieri si devono sottoporre a tampone

Altro che “prevedere”!

Detto questo, se Berset e soci non avessero ronfato sulla dose di richiamo, magari non saremmo qui a disquisire su simili questioni. E’ cosa nota dall’estate che, soprattutto per le persone anziane, la copertura vaccinale dura meno di 12 mesi. “Gouverner, c’est prévoir”, diceva un tale; oltretutto nella lingua di Berset. Per fortuna.

Lorenzo Quadri